⊱ ultrablue

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[ Nei Media:
Michelle by Sir Chloe]

Park Jimin
— ultrablue
"I like my body when it is with your body"
e.e. cummings

Durante la tua vita da essere umano, di preciso nell'età dell'adolescenza, ti capita di morire

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Durante la tua vita da essere umano, di preciso nell'età dell'adolescenza, ti capita di morire. Muori una volta prima di morire davvero e lo fai quando ti innamori. Detto così può sembrare un cliché romanzesco, patetico e sdolcinato, ma è l'amara verità e se ti soffermi a rifletterci è pure una cosa così stupida, non credi?

Ti sei lasciato alle spalle i giochi dell'infanzia, sei salito su degli scalini e a malincuore hai posato le bambole sul ripiano più alto del tuo armadio. Più volte ti sei fermato a guardarle e altrettante sono state le volte in cui hai sospirato nella speranza di poter vivere sulla pelle, ancora acerba, quelle storie incantate presenti solo all'interno della tua fantasia. Arriva poi quel giorno, ti colpisce come un fulmine in pieno luglio, ti innamori: impari che la banale immagine di due occhi su di te non riesci a toglierteli dalla memoria nemmeno quando, disteso sul letto, sei pronto ad addormentarti. Magari sarà una lunga e struggente storia oppure durerà soltanto il tempo per un battito d'ali di farfalla, ma non è questo il nocciolo della questione e vuoi sapere perché? Perché il primo amore avrà sempre la stessa tragica fine; e tu soffrirai, impotente penserai a come hai fatto ad essere stato così stupido e ingenuo da lasciare a qualcuno la possibilità di calpestarti il cuore una, due, tre volte; finché di te non è rimasto nulla.

Ti sentirai come se sulle lenzuola di cotone giaccia soltanto un ammasso di carne, un corpo esamine abbandonato al suo ardente desiderio. Al culmine dell'estasi di un sogno non odi più alcuna parola se non quella dell'amore, tutto il resto è silenzio. Le bambole, torni a guardarle, non ti eri mai accorto della loro espressione triste.

«Lui, Hanbin, ti amava davvero Yoongi»

«Lo amavo anche io, ma adesso sono qui, tu sei il mio preludio»

Min Yoongi era appena morto lì: sul pavimento di quella capanna degli attrezzi, tra cumuli di polvere e vecchie lenzuola ingiallite. Sentiva l'amica solitudine staccarsi dalla pelle e tutto intorno a lui vibrare di suoni sconosciuti, era come in balia di un maleficio. Lo scrosciare del vento faceva danzare le foglie e creava nella stanza una sonatina malinconia

«Questo minuscolo neo che hai sul collo, sai che non lo avevo mai notato?» il cuore di Yoongi batteva dentro al petto sempre più forte «È carino»

Era in quella calma apparente che Yoongi si lasciava uccidere dal corpo minuto di Jimin. Cuore contro cuore. Gli parve che lassù le stelle, le stesse che prima illuminavano la notte con il loro pallore,  desideravano esplodere nell'universo come una supernova: suicidarsi pur di non portare un po' di sfolgorio su quel loro abominevole amore.

«Hai capito che sono io, vero hyung?» tra piccoli baci lasciati sull'incavo del collo, quelle parole spregevoli prendevano il volo come farfalle appena nate e solleticavano le orecchie di Yoongi con la stessa raffinatezza di un petalo «l'antagonista di questa storia sono sempre stato io»

RESILIENZADove le storie prendono vita. Scoprilo ora