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Nella torre degli Avengers reganava un silenzio imbarazzante, gli eroi continuavano ad evitare gli sguardi degli altri, troppo delusi e arrabbiati dalla sconfitta ricevuta.

La persona più arrabbiata era sicuramente Natasha, non aveva mai fallito una missione ed era troppo orgogliosa per ammettere di essere stata messa al tappeto da una ragazzina, ora si ritrovata con un braccio fasciato e un obbligo di riposo da parte del dottore.

Poi c'era Tony, pensava di essere stato il primo a reclutare un ragazzino nella squadra ma a quanto pare l'Hydra aveva copiato l'idea e questo a lui non andava bene.

Peter invece continuava a pensare e ripensare al viso di quella ragazza, a quel suo sguardo freddo e triste allo stesso tempo, al modo in cui aveva combattuto senza mai fermarsi una singola volta. Qualcosa di lei l'aveva colpito e non riusciva a smettere di riflettere su quanti fosse carina.

Steve invece aveva deciso di arrendersi, più rifletteva sull'accaduto più si trovava confuso e sapeva benissimo che tutti in quel momento stavano pensando ad una cosa, ma nessuno aveva il coraggio di aprire bocca. "Bucky." richiamò il suo migliore amico che stava a braccia conserte mentre fissava il vuoto, questo lo guardò annoiato. "Chi era la ragazza?" a questa domanda anche gli altri si girarono a guardarlo incuriositi.

"Io..." si fermò a pensare. Aveva come l'impressione di conoscere quella ragazzina da una vita, nonostante ciò non riusciva a inquadrarla in nessuno dei suoi ultimi ricordi che gli erano rimasti. "Non lo so."

"Hai detto che si chiama Renata?" sbottò Tony. "Magari era una collega?"

Bucky scosse la testa. "Me la ricorderei se lo fosse." mormorò. Quel viso, quegli occhi... Lui li aveva già visti ma con un'espressione diversa, dove? Dove poteva aver già visto quella ragazza?

"Buck..." Steve stava cercando le parole giuste per non ferire il suo amico. "L'abbiamo vista tutti, riusciva a parare i tuoi colpi come se li conoscesse a memoria, è possibile che vi siate allenati assieme?"

"No." rispose di nuovo. "La mia memoria dei miei allenamenti è vivida, sono stato allenato da solo e sottoposto a prove troppo dure per una bambina." rispose irritato, non tanto dai suoi compagni quanto da un ricordo offuscato.

Di nuovo silenzio. "Ha ragione." Natasha si schiarì la gola. "Le ragazze hanno bisogno di allenamenti diversi." e lei lo sapeva meglio di chiunque altro. "Ha una preparazione eccezionale, è riuscita a prendermi in un solo colpo senza essere vista."

Peter l'ascoltava confuso, ne stavano parlando come se fosse la cosa peggiore avessero mai combattuto. Loro erano gli Avengers! Non riusciva a capire che cosa li fermasse dal cercarla e salvare il dottor Travis. "Qual è il problema?" chiese allora confuso. "Perché non possiamo semplicemente andare e fare qualcosa?"

"Bucky la conosce." rispose Tony. "Prima di agire dobbiamo capire chi è."

"Perché?"

"Perché potrebbe essere qualcuno che è stato usato come lui." questa volta a rispondere fu Steve, era visibilmente preoccupato dalla situazione.

Bucky aveva gli occhi fissi sul soffitto della stanza. Renata... Renata... Dove aveva sentito quel nome? Perché gli era così familiare?
L'unica cosa che si ricordava era quella sensazione al cuore non appena aveva visto gli occhi della ragazza, si sentiva felice e allo stesso tempo preoccupato, voleva proteggerla da tutto e tutti. "Dobbiamo portarla qui." disse d'un tratto.

"Cosa?" risposero tutti in coro sorpresi da tale affermazione.

"So che sembra assurdo, ma devo salvarla." spiegò portando una mano tra i capelli. "Lei... Lei è indifesa..."

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