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"Siete stati irresponsabili!" urlò Steve dando un pugno al tavolo. "E se fosse successo qualcosa di irreparabile?"

Mi strinsi nelle spalle poggiando la testa contro la spalla di Peter mentre questo cercava di finire un compito. "Avevamo tutto sotto controllo." rispose Bucky guadagnandosi un'occhiataccia dal biondo.

Tony sospirò stancamente. "Avrete pure messo a soqquadro la stazione di New York, ma sono finalmente riuscito a dormire fino a mezzogiorno senza le stupide preghiere mattutine." disse stiracchiandosi. "Siete perdonati."

"Davvero?" Steve domandò stupito. "Non avete intenzione di dire niente?"

Natasha alzò le spalle. "Ho fatto di peggio nella mia vita." commentò lei per poi sorridermi. "L'importante è che non si sia fatta niente."

"A proposito."  dissi alzando la manica della felpa. "Sono stata sfiorata da un proiettile." annunciai osservando la mia ferita ancora un po' sanguinante. "Qualcuno che sa curarlo?"

Peter spalancò gli occhi lasciando andare la penna. "Oh mio dio!" esclamò prendendo il braccio tra le sue mani. "Com'è successo?" domandò preoccupato.

Alzai le spalle. "Hanno provato a spararmi." gli sorrisi. "Non è niente, ho vissuto di peggio. Riesco sempre a guarire velocemente."

Bruce si fece avanti e osservò la mia ferita. "Non è grave, basteranno dieci minuti nel laboratorio." mormorò per poi darmi una pacca. "Sei una ragazza tosta."

"Già." Steve sbuffò. "Mi hai lasciato un livido sulla schiena."

Sorrisi dispiaciuta. "Di solito non metto troppa forza, ma tu sei un supersoldato come me, dovevo essere sicura che funzionasse." mi alzai. "Vi prometto che non ci saranno più missioni, io e papà abbiamo le sue memorie e non abbiamo più bisogno dell'HYDRA." dichiarai.

Clint annuì. "Per me vale come scusa." tutti gli altri annuirono in accordo. "Anzi, dovremmo nominarla Avenger!" esclamò.

Tony sputò il suo caffè per poi spalancare gli occhi. "Cosa?!" urlò, probabilmente si era totalmente svegliato dal suo sonno.

"Sì." Peter fece felice guardandomi. "Alla fine sei diventata una di noi, sarebbe solo ufficializzare la cosa." alzò le spalle, aveva uno sguardo sognante.

Scossi la testa guardandoli tutti confusa. "Non capisco il perché." dissi onestamente. "Io ho ucciso per puro scopo personale, ho vendicato ma solo per me." incrociai le braccia al petto incerta. "Sarebbe ingiusto e inutile." commentai infine.

Bucky mi guardò sollevato. "Renata ha ragione." annuì. "Io e lei siamo diversi da voi."

"Buck..." Steve provò a farlo ragionare.

"No." scattò lui. "Una volta che avremo rimesso a posto le mie memorie, ho intenzione di trasferirmi. Solo io e la mia bambina." mi sorrise. "Ovviamente non troppo lontano." mandò un'occhiata a Peter che sospirò.

Tony passò una mano sul viso ancora stanco. "È troppo presto per fare discorsi del genere."

Alzai un sopracciglio. "Sono le due del pomeriggio."

"Quale sarebbe il tuo punto?" domandò lui alzandosi lentamente. "Assemblea finita." annunciò per poi uscire dalla stanza.

"Wow." sussurrai, Peter si alzò a sua volta e mi prese per mano. "È sempre così?" chiesi mentre uscivamo dalla cucina per andare in camera mia.

"Quasi sempre." annuì. "Ma in fondo vuole bene a tutti." mi confidò. Anche se Tony non sembrava il tipo da sentimenti, era probabile che fosse il primo a sacrificarsi per gli altri. "Non sai quanto mi sono preoccupato quando il sig. Stark mi ha detto che tu e tuo padre eravate andati in missione da soli." mi abbracciò all'improvviso.

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