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"Buongiorno!" fece Peter entrando nella stanza, oggi era vestito normalmente senza quella calzamaglia rossa. "Dormito bene?" chiese poi con un sorriso, al ché gli indicai le mie mani legate e lui sospirò. "Gli altri mi hanno detto che se ti slego finirai per scappare."

"Ovviamente." borbottai cercando di stiracchiarmi, per quanto mi fosse possibile. "E tu ovviamente gli credi."

"Non siamo persone cattive." corrugò la fronte, ma subito dopo riprese a sorridere. "Cosa vuoi per colazione?" chiese come se fossi una ragazza qualsiasi e non una prigioniera, come se ci conoscessimo da tempo e non fossimo avversari.

"Non mangerò il vostro cibo." sbottai e lui alzò le spalle.

"Friday, dì a Clint di preparare quello che vuole." disse apparentemente nessuno, perfetto, non solo era un ragazzo manipolato ma ora parlava anche da solo.

"Certo, sig. Parker." una voce risuonò nella stanza e spalancai gli occhi.

"Miseriaccia, che diavolo era quello?" chiesi impaurita, era presente una forza maggiore? Un fantasma? Peter mi guardò incuriosito dalla mia reazione. "È uno scherzo?"

"No, è solo Friday."

"I venerdì non parlano... Non sono persone!" esclamai. "Cos'è questa fanfaronata?"

"Fanfaronata?" ripeté divertito e lo guardai male. "Ok ok. È un assistente tecnologico, è stato programmato dal sig. Stark apposta per aiutarlo all'interno della torre." mi spiegò come se fosse la cosa più ovvia del mondo. "Non ne hai mai visto uno?"

"Vedere? Non ha un corpo." replicai. "Voi siete pazzi."

"Tu... Non sei di queste parti." mi fece un sorrisetto. "Probabilmente non sei mai uscita dalla base dell'HYDRA." mormorò scuotendo la testa.

"Partecipo a diverse missioni." replicai all'istante e lui alzò gli occhi al cielo. "Dove ci troviamo?" chiesi poi, prima di poter scappare dovevo capire quanto distavo da casa mia.

"Non so se posso dirtelo." disse guardandosi attorno spaesato. "In realtà non ho ancora capito cosa posso dire e cosa no." mi confessò e corrugai le sopracciglia.

"Non ti hanno addestrato a fare gli interrogatori." constatai con un sorrisetto.

"No." rispose. "Noi non facciamo interrogatori... Ok, forse Natasha si occupa di queste cose, è la più tosta."

"Chi? La rossa che ho steso con un colpo solo?" scherzai e lui mi guardò male, uno di quegli sguardi che se potessero ti ucciderebbero all'istante. Eppure lui non sembrava capace di uccidere.

"Non parlare così di loro." sbottò incrociando le braccia al petto.

"Altrimenti? Mi ucciderete?" ironizzai e lui spalancò gli occhi.

"No, perché dovremmo farlo?"

Alzai gli occhi al cielo ma rimasi in silenzio, che senso aveva parlare con lui in ogni caso? Prima o poi uno dei due sarebbe dovuto morire, ero abbastanza sicura che sarei stata io a farlo fuori.

"Qualcuno ha detto colazione?" la porta venne spalancata e un uomo con il naso a patata e un grembiule entrò nella stanza con in mano un vassoio. "Peter, sei ancora qui?" disse poi confuso.

Peter abbassò lo sguardo in imbarazzo. "Il sig. Stark ha detto che posso restare finché non ha finito la colazione." rispose.

"Vedi di non saltare troppo la scuola, eh." lo riprese e li guardai confusa. "Il marmocchio qui ha saltato scuola per passare la colazione con te."

"È un'esperto in veleni?" chiesi allora non capendo la situazione, l'uomo col naso a patata strabuzzò gli occhi per poi ricacchiare.

"Certo che è piena di fantasia la tua amica." commentò per poi poggiare il vassoio che teneva in mano sul tavolino di fianco al letto.

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