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"Ricapitoliamo." fece Peter dopo aver pagato i nostri gelati, aveva deciso di portarmi fuori dalla torre per farmi respirare un po' d'aria fresca e chiarire la situazione. La nostra conversazione delle 3 del mattino l'avevano abbastanza destabilizzato. "Se è vero quello che hai detto, facendo due calcoli a mente, vorrebbe dire che hai circa 81 anni." disse infine mentre iniziavo a mangiare il dolce. "Tu ti senti come una di 80 anni?"

Alzai le spalle. "A volte non riesco ad alzarmi dal letto tanto sono stanca." borbottai noncurante. "Vale?"

"No, quello succede a tutti." lui ridacchiò leggermente. "Oggi mi sono permesso di fare qualche ricerca a scuola, ma non ho trovato niente riguardante al rapimento di bambini in quell'epoca. Erano anni di guerra, era piuttosto normale che ci fossero dei morti o persone scomparse nel nulla." sbuffò.

Mi misi a pensare, se neanche lui era riuscito a trovare informazioni su quello che aveva chiamato "internet", allora come avremmo fatto? "E se cercassimo su qualcosa di più... classico?" domandai ricevendo uno sguardo confuso. "Non so come funzioni internet, personalmente penso di averlo sentito nominare solo a te e da Tony. Non abbiamo dei libri che potrebbero aiutarci?" forse era un'idea stupida, loro sembravano mille volte più organizzati su queste cose, ma valeva la pena di provarci.

Peter finì velocemente il suo cono per poi fermarsi di fronte a me. "Renata, sei un genio!" esclamò sorpreso.

"Lo sono?" corrugai la fronte confusa.

"La biblioteca! Ci saranno degli archivi storici riguardanti la seconda guerra mondiale e il dopo guerra!" annuii poco convinta, speravo avesse ragione. "Andiamo, prima arrivviamo prima riusciremo a trovare delle informazioni." mi prese per mano e sobbalzai presa di sorpresa, ma lui non sembrò accorgersene mentre mi guidava lungo la strada.

Probabilmente era abituato ad un tocco così piccolo come quello, le uniche volte che ero stata presa per mano era perché ero nei guai. Deglutii cercando di non farci troppo caso, era un problema mio e mi sarei dovuta abituare a questo loro modo di fare. "Magari Steve ne sa qualcosa?" domandai d'un tratto e Peter si fermò di scatto facendomi andare contro la sua schiena.

"Cosa?" si girò a guardarmi. "Perché pensi che il sig. Rogers sappia qualcosa?" aveva gli occhi spalancati e una voce quasi impaurita.

"Perché viveva a quei tempi?" alzai gli occhi al cielo. "Niente, è un'idea stupida."

Lui mi guardò per qualche attimo, poi riprese semplicemente a camminare in silenzio. Non capii esattamente il perché del suo comportamento, probabilmente pensava che avessi raccontato tutto a Steve e gli altri? "Steve è rimasto incastrato nel ghiaccio nel 1945, prima di ciò era impegnato a combattere lungo le frontiere." spiegò poi. "Dubito sappia cosa stesse succedendo ai civili."

"Oh." mormorai incredula. "Allora il piano della biblioteca è il migliore." continuando a camminare in silenzio per qualche minuto finché non mi decisi ad aprire di nuovo bocca. "Come sta Michelle?" chiesi innocentemente.

"Bene." Peter alzò le spalle. "Avevo mezza intenzione di invitare gli altri con noi, ma visto che dobbiamo occuparci delle ricerche, ho preferito lasciar perdere."

"Mhm." giocai con una ciocca dei capelli. "Ha, per caso, chiesto di me?" mormorai fingendomi disinteressata.

"In realtà sì." rispose confusamente. "Ha chiesto un po' di cose su di te, ho dovuto mentire per evitare che scoprisse chi sei." mi guardò dispiaciuto.

"Oh." spostai lo sguardo sull'asfalto. "E non potrei rivederla un giorno?" domandai timidamente.

Peter corrugò le sopracciglia, probabilmente non stava capendo il perché di tutte quelle mie domande. "Renata..." mi richiamò con fare preoccupato. "Per caso, ti piace Michelle?"

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