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Quando riaprii gli occhi mi ritrovai in una stanza ben illuminata, dovetti sbattere un paio di volte le palpebre per poter abituarmi alla luce. Le mie braccia erano legate dietro la schiena ma le mie gambe erano lasciate libere.

Per essere un gruppo di criminali, non riuscivano neanche a bloccare una persona.

"Sei sveglia." mi salutò un uomo biondo facendomi un mezzo sorriso, tenni bassa la testa e sbuffai. Se volevano delle informazioni da me, non le avrebbero avute, ero stata addestrata a resistere a qualsiasi tipo di tortura. "Ti senti bene?" chiese poi.

"Non parlerà." gli rispose il suo collega, quell'uomo mi stava facendo impazzire. "L'HYDRA l'ha preparata ad una cosa del genere." alzai lo sguardo quando lo vidi avvicinarsi a me. "Noi vogliamo solo aiutarti."

Alzai gli occhi al cielo ma rimasi comunque in silenzio. "Puoi per lo meno dirci il tuo nome?" chiese di nuovo il biondino senza ricevere ulteriori risposte. "Non riusciremo a risolvere nulla così." disse poi al suo amico.

"Cosa proponi allora?"

"Portiamola in una camera, un po' di riposo farà bene anche a lei." alzò le spalle, probabilmente riposo era la loro parola in codice per tortura o qualcosa del genere. Presi un grosso sospiro, dovevo scappare da lì e tornare alla base il più in fretta possibile.

"Non la slegherei fossi in te." mormorò il castano ma il biondo non gli diede ascolto e fece il giro della sedia per poi tagliare la corda che mi teneva bloccate le mani, sorrisi leggermente. Senza alcun preavviso, portai le mani sulle sue spalle e gli diedi una testata che lo fece cadere a terra.

L'altro uomo venne verso di me ma fui veloce a prendere la sedia e spaccargliela addosso, lo calciai e corsi fuori dalla stanza.

Non avevano neanche chiuso la porta a chiave.

Corsi lungo un corridoio per poi sbucare in una stanza diversa da tutte quelle che avevo mai visto in vita mia, era tutta colorata e al posto dei soliti mobili aveva quello che sembrava una poltrona enorme e una specie di tablet gigantesco.

"Che cazzo?!" urlò l'uomo seduto sulla strana poltrona. "E tu da dove esci?" presi un quadro dalla parete e glielo buttai addosso per poi continuare la mia corsa.

Questo posto sembrava un diavolo di labirinto, qualsiasi direzioni prendessi mi ritrovavo a correre in cerchio.

Sentivo le urla degli altri, cercavano di fermarmi ma non ci sarei cascata. D'un tratto raggiunsi quello che sembrava un ascensore e premetti il pulsante, dopo qualche attimo le porte si aprirono rivelando l'uomo più muscolosi avessi mai visto, questo mi guardò confuso. "E tu saresti?" rimasi a fissarlo e lui sorrise. "Una fan? Adoro i fan midgardiani." corrugai la fronte e diedi un pugno al tasto per richiamare l'ascensore, questo si distrusse facendo così chiudere le porte.

Mi girai in cerca di un'altra uscita e notai finalmente una finestra, non sapevo a che altezza mi trovavo ma non era un problema per me. Presi la rincorsa e mi ci buttai addosso frantumandola e cadendo a terra. Tossii affaticata ma mi rialzai sotto lo sguardo scioccato dei passanti.

Dove mi trovavo?

Non c'erano case, solo enormi palazzi colorati, vi erano scritte ovunque e le strade erano piene di macchine diverse da qualsiasi modello avessi mai visto in vita mia.

Sentii le porte della loro base aprirsi e ben presto capii che non mi avrebbero lasciata andare così facilmente, ricominciai a correre a più non posso, uscii sulla strada e quasi non venni travolta da un'auto.

Dietro di me il biondino mi stava raggiungendo. Come poteva? Io avevo una forza sovrumana, e lui? Possibile fosse come me?

"Renata fermati!" mi urlò. "Farai del male a qualcuno!" d'un tratto venni buttata a terra da un aggeggio metallico che mi tenne ferma.

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