La porta di casa venne spalancata, poi si udirono i passi pesanti di Renata farsi largo fino al salotto, Bucky si fermò dal suo tentativo di cucinare un hamburger e la raggiunse preoccupato. "Hey!" la salutò sfoderando un sorriso che solo lei riusciva a procurargli, ma questo venne ben presto rimpiazzato da un'espressione confusa alla vista della figlia per niente di buon umore. "Com'è andato il primo giorno di scuola?" provò a chiedere gentilmente.
Renata aveva i capelli scompigliati, gli occhi rossi e gonfi e un broncio stampato sul viso. Alla domanda di Bucky lei lo guardò per qualche attimo prima di buttare a terra il suo zaino, lo calciò con forza facendolo arrivare in cucina per poi sbattere una busta chiusa sul tavolo, infine camminò velocemente verso camera sua chiudendo la porta con forza.
Bucky deglutì non sapendo esattamente cosa fare, quella non sembrava un'espressione adatta ad una ragazzina vogliosa di continuare ad andare a scuola. Portò lo sguardo incuriosito sulla busta e la prese tra le mani, su questa c'era scritto: Ai genitori di Renata Barnes. Da parte del Preside Miller.
Con un sospirò tremante decise di aprire l'involucro e tirare fuori una lettera, si sedette sulla sedia e iniziò a leggere silenziosamente.
Cari signori,
È con grande rammarico che l'avvisiamo dell'espulsione di sua figlia, Renata Barnes, dopo il suo comportamento deplorevole di quest'oggi. La suddetta ex alunna ha provocato un conflitto all'interno delle mura scolastiche che hanno coinvolto una decina di alunni, alcuni dei quali sono finiti in infermeria con lievi danni.
Speriamo capirà il motivo della nostra decisione così severa nonostante il primo giorno della ragazza, la nostra scuola è conosciuta per la sua rinomata educazione e pacifico equilibrio, per cui comportamenti aggressivi del genere non vengono accettati. La scuola sarà a sua disposizione per aiutare a trovare una nuova collocazione.
Distinti Saluti,
Il Preside Miller."Accidenti." Bucky sospirò portando lo sguardo sul corridoio che portava alle camere da letto. Come aveva potuto pensare che Renata fosse pronta ad andare a scuola? Lei era decisamente instabile e spaventata dal mondo che la circondava. "E ora? Che faccio?" borbottò portando una mano tra i capelli.
E Peter? Non avrebbe dovuto tenere un occhio su di lei e far sì che non succedessero questi... incidenti? Renata aveva provocato una rissa? Ai suoi tempi era una cosa molto diffusa a scuola, non capiva quale fosse il grande problema, i giovani avevano bisogno di sfogarsi a volte.
Bucky deglutì insicuro e prese il suo cellulare cercando tra i contatti quello del suo migliore amico, al momento sembrava l'unica cosa giusta da fare. "Steve?"
"Bucky, come stanno andando le cose?" chiese Steve emozionato di avere una chiamata dal suo migliore amico, non che ricevesse molte chiamate visto il modello di cellulare che si ostinava ad utilizzare.
"Male." sospirò questo. "Renata è stata espulsa." andò dritto al punto.
"Espulsa? Non aveva iniziato oggi?" domandò il biondo sconcertato.
"Infatti." Bucky sospirò. "Non so che fare, è corsa in camera prima che potessi chiederle qualcosa, dovevi vederla! Aveva un'espressione triste e delusa, probabilmente ha pianto e io non ne so niente di bambini." si sfogò.
Steve ascoltò attentamente, purtroppo neanche lui era la persona più indicata a risolvere certi problemi, probabilmente nessuno degli Avengers lo era. "Potresti provare a parlarle?"
"I ragazzini ascoltano i genitori?" chiese Bucky confuso, nella sua adolescenza non ricordava un'unica volta in cui aveva fatto ciò che i suoi gli avevano chiesto di fare.
"In effetti..." borbottò l'amico, neanche lui era mai stato il tipo di adolescente da seguire le regole. "Potresti provare a chiamare Peter e chiedergli di parlarle, sono sicuro che darà ascolto al suo fidanzatino."
Bucky serrò la mascella. "Probabile." commentò seccato. "Va bene, chiamerò Stark."
"Fammi sapere poi come va." rispose Steve per poi chiudere la chiamata.
Bucky aprì la rubrica e cercò il numero di Stark per poi fermarsi a guardare lo schermo. Chiamare Peter, e per cosa? Quel ragazzino era instabile quasi quanto lei, era bravo a calmarla ma non a farla ragionare.
Così spense il telefono e lo ripose sul tavolo. Lui era il padre ed era il suo compito aiutare sua figlia, avrebbe imparato a farlo in un modo in un altro, ma non lasciando che altri si prendessero cura di lei.
Arrivò alla porta della cameretta color bianca e bussò leggermente. "È permesso?"
Ci fu una pausa, poi la porta venne aperta. "Sì..." borbottò lei, aveva una voce bassa e roca a causa del suo piangere. "Sei arrabbiato?" gli chiese poi andando a sedersi sul suo letto color nero pece.
Bucky scosse la testa seguendola. "No, perché mai dovrei esserlo?" si sedette di fianco a lei.
"Beh, mi avevi chiesto di fare attenzione e ho fallito." rispose per poi asciugarsi il naso con la manica della sua felpa.
Lui corrugò la fronte. "Fallito? Non era una missione." commentò poggiando un braccio sulle sue spalle. "Era un esperimento, mettiamolo così. Non sei pronta, ma non sei costretta ad andare a scuola per avere una vita felice." la rassicurò. "Possiamo trovare altro, basta che mi dici cosa ti piace."
Renata annuì asciugandosi le lacrime. "A me piace..." si leccò le labbra. "Mi piace andare missione, combattere ma senza avere pressione e senza dover uccidere." spiegò.
Questa era una grande bandiera rossa, ma d'altronde cosa poteva aspettarsi da una ragazza cresciuta nella violenza? "Ti piacerebbe..." provò a pensarci. "Essere come Natasha?"
Renata si fermò a pensarci, zia Nat era probabilmente la donna più forte e bella che avesse mai visto. Essere una spia non suonava male e se poteva essere d'aiuto ai buoni avrebbe messo a disposizione le sue abilità. "Se sei d'accordo." alzò le spalle.
"Voglio solo la tua felicità." le sorrise lui. "Col tempo ti inserirai nella società." l'abbracciò e lei ricambiò felice.
"Grazie papà."
"È il minimo." poi si scostò leggermente e la guardò incuriosito. "Come hai fatto ad iniziare una rissa?" ridacchiò e lei arrossì imbarazzata. "Andiamo, di solito Steve iniziava le risse e io le finivo." raccontò facendola risucchiare.
"C'era un ragazzo a scuola che stava prendendo in giro Peter e Ned, diciamo che quando ha cercato di provarci con me non ci ho più visto e l'ho spinto contro gli armadietti." spiegò brevemente.
"Mhm, ma la lettera dice che c'erano più partecipanti alla rissa." alzò un sopracciglio.
"Oh sì, Peter mi ha fermata prima che potessi prenderlo a pugni, alcuni ragazzi però hanno iniziato ad incitarmi quindi la squadra di football si è unita e hanno iniziato a picchiarsi un po' a caso." finì il racconto e Bucky scoppiò in una grande risata. "Mi dispiace, davvero. Se non fosse stato per Peter avrei mandato all'ospedale metà di quei ragazzi, ah e Peter ha un occhio nero."
Bucky scosse la testa. "Questa è da raccontare." commentò lui per poi darle una pacca sulla spalla. "Un po' di pizza ti farebbe sentire meglio?"
Lei sorrise timidamente. "Pizza e Peter..."
Bucky sospirò, la sua parte l'aveva fatta, era ora che Peter facesse la sua. "Invitalo pure, vado ad ordinare la pizza." si alzò e uscì dalla stanza. Mentre andava verso la cucina riusciva a sentire gli urletti di gioia della figlia. "Non è così difficile." mormorò riferendosi alla chiacchierata appena avuta.
Prese il telefono precedentemente lasciato sul tavolo e chiamò velocemente Steve. "Sistemato tutto?" chiese subito questo.
"Sì, abbiamo parlato." disse felicemente. "Abbiamo constatato che non è il caso di mandarla a scuola, vorrebbe lavorare come voi ragazzi." spiegò.
Steve sospirò. "Posso parlare con Fury, sono sicuro che un super soldato in più possa tornargli utile."
"Grazie Steve, significa tanto per noi." disse sincero.
Il biondo sorrise. "Figurati, vi meritate di vivere felici."
Bucky annuì in accordo e tornò con lo sguardo al corridoio, era sicuro che da lì in poi la loro vita avrebbe preso una nuova svolta e, per la prima volta, tutto sarebbe stato più semplice.
STAI LEGGENDO
Amnesia
FanfictionSTORIA COMPLETA *La storia si svolge in un periodo inventato, dopo la Civil War ma senza Infinity War né Spider-Man: Homecoming* Bucky Barnes, dopo essere stato trovato da Steve e dichiarato innocente dell'uccisione del re di Wakanda, decide di rima...