Capitolo 2 - Desideri e speranze.

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«Oggi mi tolgono il gesso.»

La voce di Dan arrivò sommessa ad Harry, intento ad osservare Louis sdraiato supino nel suo letto asettico; da ormai nove giorni.

«Grande», fu l’unica parola che la sua bocca riuscì a pronunciare. Non che non fosse entusiasta per la caviglia ristabilita dell’amico, ma le prospettive date dai medici il giorno prima a Louis erano peggiori di quanto avrebbe mai immaginato.

I dottori avevano trovato lo stato del ragazzo buono nonostante tutto, ma non abbastanza da permetterne il risveglio. Il primario che lo aveva visitato la mattina precedente era riuscito ad assicurare a Jay che il figlio in ogni caso non avrebbe sofferto. A quelle parole la rabbia di Harry era esplosa ed aveva sferrato un pugno all’armadio azzurrino che si trovava nella stanza, distruggendone parte dell’anta. L’uomo lo aveva invitato a lasciare la struttura senza che venissero richiesti i servizi delle forze dell’ordine ed Harry aveva acconsentito ad andar via, lasciando Jay in lacrime tra le braccia del solito uomo misterioso, accanto al figlio.

Quel giorno Harry aveva approfittato dell’allontanamento dall’ospedale per farsi una doccia calda e cambiarsi. Aveva sistemato la sua stanza e spiegato a sua madre quanto lo ferisse vedere Louis in quelle condizioni, senza però rivelarle nulla più di quello che già sapeva su loro due.

Era rimasto sdraiato sul suo letto per ore, senza sapere da che parte cominciare a riordinare i pensieri. Poi, aveva ricordato quel foglio. Il foglio su cui aveva riversato tutto ciò che sentiva per una data persona da mesi e mesi. Si era seduto alla scrivania della sua stanza ed aveva aperto il cassetto sottostante estraendone la carta spiegazzata ed una penna nera. Non era riuscito a rileggere ciò che aveva scritto in precedenza anche se ci aveva provato. Ad ogni sillaba i suoi occhi si riempivano di lacrime che scivolavano veloci sul legno davanti a lui. Così aveva deciso di buttare su quel foglio tutte le sue insicurezze, le frustrazioni, le paure e il rimorso che lo stavano divorando internamente da giorni. Non era riuscito a scrivere molto e soprattutto, non aveva scritto frasi sensate e coerenti l’una con l’altra. Aveva solo svuotato mente e cuore lasciando impresso tutto nero su bianco, per ricordare a sé stesso e a chi un giorno avesse letto quella lettera, cosa stava provando.

Sperava di riuscire a rendere quell’insieme disordinato di pensieri e parole qualcosa di più. Non aveva idea di quando o come avrebbe ordinato quell’insieme e ne avrebbe tratto qualcosa di buono, di comprensibile, ma sapeva che avrebbe voluto far leggere quelle parole a qualcuno di importante.

Desiderava vedere le dita di una persona soltanto increspare quella carta, stringerne i bordi ed annusarne l’aroma. Poteva immaginare le mani di quella persona correre sotto gli occhi per raccogliere le lacrime che si sarebbero formate a causa di alcuni passaggi tristi o melensi nella scrittura, ed era lì davanti ai suoi occhi che si creava la magia. Lui sognava ad occhi aperti di avere di fronte il suo Lou, con il foglio tra le mani, le dita strette intorno alla carta, gli occhi colmi di lacrime ed il fiato corto. Lo poteva vedere lasciar cadere la carta a terra e lanciarglisi contro, entusiasta e soddisfatto di aver ricevuto da lui una dimostrazione di tutto ciò che avrebbe mai potuto chiedere. Ogni cosa era racchiusa in quella pagina. Là c’era il suo amore.

Dopo aver scribacchiato per circa tre ore, senza neppure rendersene conto, era uscito di casa ed aveva camminato non avendo una destinazione precisa. Non sapeva il come e né il perché, ma alla fine si era ritrovato seduto in riva al lago, nello stesso punto dove era stato con Louis. Eppure non era la stessa cosa senza lui. Tutto gli aveva riportato alla mente quei momenti imbarazzati, colmi di desideri e speranze. Aveva ricordato ogni singolo dettaglio di quella giornata. Quante volte lo aveva osservato di sottecchi senza farsi notare, spaventato all’idea di essere rifiutato e quante volte aveva cercato di avvicinarsi al ragazzo, risultando troppo confuso.

Un sorriso gli aveva addolcito le labbra, nel momento in cui una coppia di cigni avevano solcato l’acqua cristallina di fronte a lui, fermandosi a pochi metri dalla riva l’uno accanto all’altra. Una lacrima di autentica disperazione gli aveva percorso il viso e lui non si era scomodato ad asciugarla. Il vento l’aveva fatta sparire in pochi secondi ed Harry si era ritrovato ad osservare più lontano, verso est. Un grosso cigno se ne stava in disparte sulla riva. Accerchiato da tre o quattro animali della stessa specie mentre cercava in ogni modo di fronteggiarli per proteggere quello che sembrava un sacchetto di plastica. Incuriosito si era alzato, e ad ogni passo si era spiegata nella sua mente la natura della cosa tanto preziosa che l’animale stava difendendo. Un altro cigno, leggermente più piccolo del primo, era accasciato esanime tra la ghiaia della battigia.

Il suo cuore aveva perso un battito quando si era reso conto del perché quella scena fosse così insopportabile ai suoi occhi.

“Spesso, se il partner muore, il cigno rimasto in vita fatica a trovare una nuova compagnia stabile.”

Si era ripetuto mentalmente il concetto che aveva espresso a Louis qualche tempo prima proprio in quel parco, ed aveva capito. Se il suo Lou non ce l’avesse fatta, lui non avrebbe più voluto nessuno al suo fianco. Avrebbe convissuto per sempre con il ricordo di quel poco tempo passato insieme e sarebbe stato abbastanza.

Perché nulla poteva essere paragonato a loro due insieme.

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Angolo autrice:

Vi ricordo che non aggiornerò ad intervalli di tempo prestabiliti, bensì aggiungerò i capitoli quando il precedente avrà raggiunto i 40 o 50 voti. Quindi, spolliciate ed avrete il prossimo ❤

Baci ❤

Come Back to Me. -Larry Stylinson-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora