-Harry-
«Questa è l’unica stanza libera che ho Johannah, mi spiace non poterti aiutare in modo migliore, ma da quando abbiamo avuto le bambine lo spazio è diminuito notevolmente.» Lauren sorrise affettuosamente a Jay.
Era evidente che le due fossero state buone amiche un tempo e, per fortuna, la donna preservava un buon ricordo del loro rapporto ed aveva accettato di ospitare lui e la madre del suo ragazzo per la notte.
“Non è più il tuo ragazzo, ti odia!” Intervenne il suo subconscio scompigliando i suoi pensieri. Era altamente possibile che avesse ragione, oltretutto.
La donna andò via, lasciando Jay ed Harry sulla soglia della stanza.
«Ho chiamato tua sorella, resterà fino a domani sera con le bambine. Tua madre non ha fatto domande da quel che so.» Jay sembrò parlare da sola. Harry era troppo mortificato dalla situazione per risponderle.
«C’è un solo letto», confermò lei con tono scostante.
«Dormirò sulla poltrona, non c’è problema. Da quando…» Stava per dire di averci fatto l’abitudine in ospedale, quando era rimasto con Louis, ma lo sguardo di lei lo raggelò. Aveva capito dove stava andando a parare e non voleva sentirlo.
«Non parlarmi di mio figlio. Non ora. Non finché non saprò dov’è e come sta. Non parlarmene dopo quello che hai fatto. Ancora mi domando perché tu sia qui, quando dovrei essere sola per migliaia di motivi. Lo hai ferito, di nuovo, Harold. Ha lasciato la sua ferita esposta, fidandosi di te e tu ci hai infilato un coltello!» Jay perse per un momento le staffe, cercando di mascherare le sue parole tirando fuori un pigiama dal cassetto.
«Vado a cambiarmi», disse poi uscendo dalla stanza.
Ovviamente per lei c’era un pigiama. Harry avrebbe dovuto dormire vestito. Si avvicinò alla piccola finestra chiara sospirando. Dov’era Louis? Stava bene? Lo stava pensando? Se solo non avesse letto quell’sms.
“Se non lo avesse letto, gli avresti mentito per tutta la vita!” Lo ammonì duramente il suo subconscio.
Era così? Probabilmente, sì. Rilassò le spalle, arrendendosi al fatto di aver sbagliato tutto. Louis era troppo per lui, davvero troppo. Si avvicinò alla poltrona e vi si lasciò cadere, sprofondando nella tiepida stoffa beige e si addormentò.
-Louis-
«Alex», sospirò Louis allontanandolo.
Si erano appena baciati? Oh sì, non poteva essere un’allucinazione. Aveva bevuto, non si era fatto di niente.
«Cosa?» Domandò il biondino passandosi la lingua sul labbro superiore.
La mente di Louis galoppò tra gli eventi. La sua dichiarazione ad Harry, il loro primo bacio, Liz e Harry, il loro bacio, l’incidente, la malattia di lei, il tira e molla fra lui e la ragazza per avere le attenzioni di Harry, la loro prima notte d’amore e… l’sms. Aveva sopportato abbastanza stronzate, abbastanza ingiustizie e quell’epoca del Louis arrendevole era finita.
«Niente», mormorò prima di avventarsi nuovamente sulle labbra morbide del ragazzo biondo.
Era praticamente uno sconosciuto, non sapeva nulla di lui a parte il suo nome e questo era tremendamente eccitante. O forse lo era semplicemente perché non era Harry. Non sapeva spiegarselo, ma di sicuro era stanco di essere buttato via e questa volta, avrebbe fatto a modo suo.
Lunghi raggi entravano dalla finestra di fronte al letto, proiettando strane ombre nella stanza. Louis cercò di aprire gli occhi nel migliore dei modi. Erano appiccicaticci. Il suo corpo sembrava rifiutarsi di collaborare, era totalmente intorpidito, dalla teta ai piedi. Per non parlare della lingua, che sembrava di felpata.