Pochi minuti dopo i due ragazzi si ritrovarono impazienti ed agitati sul sofà in soggiorno.
Harry si chinò a baciare l’altro, ma si fermò prima che le loro labbra si sfiorassero e lo guardò fisso negli occhi, aspettando il permesso. Louis alzò il viso andandogli in contro e permise alle loro bocche di incontrarsi; non ricordando più da quanto desiderasse un bacio così, si lasciò andare completamente alle emozioni del momento. Le sue mani si mossero irrequiete, spettinando i riccioli umidi del ragazzo di fronte a lui. Mentre una di quelle dell’altro scivolò lungo la sua spina dorsale e si sistemò appena sopra il fondoschiena, per attirarlo contro il suo corpo. Senza rifletterci troppo, Louis afferrò il suo ragazzo per mano e lo trascinò per le scale, puntando dritto verso la sua stanza. Spalancò la porta e continuando a baciarlo, si scaraventano entrambi sul letto. Le sue dita s’insinuarono sotto la maglia di Harry e la fecero scivolare lentamente su per il busto ed oltre la testa.
«E’ enorme», mormorò osservando la farfalla tatuata sullo stomaco del ragazzo.
«Sì, mi piacciono le cose grandi», disse l’altro ammiccando malizioso.
«Harry!»
Louis lo spintonò leggermente allontanando i loro corpi, indignato. Con grande lentezza Harry gli strinse una mano attorno al collo e portò di nuovo le loro labbra a contatto. Un contatto meno sfrontato del precedente, qualcosa di molto più gentile e sensuale. Le sue labbra si spostarono gradualmente verso il collo, succhiando con veemenza. Il corpo di Louis reagì velocemente a tale gesto, ed iniziò ad agitarsi sotto il suo tocco caldo.
Senza troppe cerimonie Harry interruppe il contatto lasciandogli un leggero alone scuro sulla pelle. Afferrò delicatamente la maglia dell’altro facendogliela scorrere dalla testa e la gettò lontano.
I suoi occhi si persero e, per qualche istante, vagarono intontiti sul torso nudo del ragazzo davanti a lui. Nulla avrebbe mai potuto essere paragonato a tanta perfezione. Allungò l’indice per sfiorargli l’addome piatto; lo fece correre leggero fino alle clavicole ed al collo sul segno violaceo lasciato poco prima, poi lo portò in basso, rasentando il bordo dei jeans.
«Non devi sentirti costretto», ripeté Harry ad entrambi.
Il viso di Louis avvampò, quasi fosse stato colto in fallo ed abbassò immediatamente lo sguardo.
«Se non vuoi, va bene», la voce rassicurante di Harry lo tranquillizzò e gli consentì di recuperare le proprie capacità intellettive.
«Tu lo vuoi?» La sua voce uscì come poco più che un sussurro.
Non ricevette risposta, quindi si sentì costretto ad alzare gli occhi. Due iridi verdi piombarono immediatamente nelle sue e non gli consentirono di scostare lo sguardo. Harry prese la sua mano e lo strinse tra le braccia, regalandogli un bacio appassionato. Louis a sua volta lo strinse, intuendo la risposta alla sua domanda precedente. Gli accarezzò gentilmente i capelli ed accostò la sua fronte a quella dell’altro.
«Desidero farti stare bene, Lou. Non sai quanto», in un dolce bisbiglio, le parole si allontanarono dalle labbra di Harry, che lasciò un ultimo tenero bacio sulla guancia dell’altro. Posando le mani sulle spalle di Louis, lo fece indietreggiare fino ad urtare il materasso, poi ve lo adagiò con cura e delicatezza, assicurandosi di avere lo spazio sufficiente per stendersi accanto a lui.
«Dimmi una cosa», Harry fece una pausa inspirando e lasciando alcuni baci sulla spalla nuda dell’altro.
«Questo ti è mai capitato prima? Con u-una ragazza, intendo.»
La voce lo abbandonò mentre pronunciava le ultime lettere. Si spezzò senza un motivo apparente, ma Harry sapeva qual era il suo problema.
«No», sussurrò Louis interrompendo i suoi pensieri oscuri, che vennero velocemente riposti nell’angolo più nascosto della sua mente.