-Harry-
Dopo aver bussato e suonato il campanello svariate volte, la sua unica possibilità rimase quella più teatrale.
«Johannah? Lottie? Fizzy? Non c’è nessuno in questa dannata casa?» Le sue urla echeggiarono per la via deserta. Una vocina sembrò rispondere dall’interno ed il ragazzo rimase appeso alla possibilità che qualcuno gli aprisse la porta, non accorgendosi dell’arrivo di qualcun'altro.
«Che succede?» La voce di Jay lo fece trasalire. Gli arrivò alle spalle, parcheggiando l’auto di fronte all’abitazione. Evidentemente stava tornando in quel momento dal lavoro.
«Jay», Harry le cadde tra le braccia, colpevole.
Lei lo risollevò, visibilmente contrariata.
«Se stai per piangere tu, vuol dire che entrando troverò mio figlio nelle stesse condizioni.»
«Lo spero», sospirò Harry cercando di darsi un tono.
«Scusami? Ma che razza di risposta è?»
«Spero che sia in casa, nessuno mi ha risposto finora», affermò inquieto.
«Spero tu voglia spiegarmi.»
La donna innervosita dall’atteggiamento di Harry, aprì la porta, chiamando a gran voce i tre figli. Le due ragazzine si precipitarono per le scale dopo qualche secondo, gridando in coro un entusiasta “mamma”, mentre di Louis non sembrava esserci traccia. Jay domandò alle figlie se avessero visto passare di lì il ragazzo, mentre Harry, seduto nella stanza a fianco, si tormentava le mani. Consapevole dei proprio errori.
«Qui non c’è. Posso sapere che diavolo sta succedendo in casa mia?»
La voce della donna si alzò di diverse ottave quando tornò nella stanza dove Harry aveva atteso. Lui non ebbe il coraggio di alzare lo sguardo, continuando ad osservarsi le dita e ad intrecciarle fra loro.
«Per l’amor del cielo! Dimmi perché mio figlio è scomparso!» La sua voce fece trasalire il ragazzo che, alzando lo sguardo, notò le sorelle correre al piano superiore preoccupate.
«Credo abbia saputo qualcosa che non avrebbe dov-»
«Non avrebbe dovuto sapere, cosa? Che hai fatto la doccia con la vostra amica?»
Lo interruppe. Il suo tono era mutato da angosciato a severo. Sembrava volesse rimproverarlo e, probabilmente, era proprio ciò che desiderava fare. Harry si sentì sprofondare a quelle parole e istintivamente sollevò la testa, incrociando lo sguardo di una madre ferita.
«Doccia? Jay, no!» Si sentì quasi sollevato. La donna aveva delle informazioni totalmente sbagliate e distanti dalla realtà.
«Chi te lo ha detto?» il suo sguardo si abbassò nuovamente sulle mani, e rifletté sui propri errori, in attesa di una risposta.
Jay si avvicinò a lui e gli si parò davanti.
«Me lo ha detto lei. Ti ho telefonato dal cellulare di Louis quando eri a casa sua e mi ha risposto che eri ancora sotto la doccia ad insaponarti e l’avevi mandata al tuo posto», un sospiro sconsolato lasciò le sue labbra non appena gli ebbe riversato addosso le informazioni.
«No, no. Jay, ti giuro sulla mia stessa vita che non è mai accaduto!»
Harry si alzò dal suo posto andandole incontro, incatenò i loro sguardi, cercando di convincerla delle proprie parole. Se solo avesse potuto leggergli dentro, però, avrebbe scoperto di peggio.
«Siediti e spiegami, dobbiamo capire dov’è andato Louis. Voglio sapere tutto, Harold. Ogni particolare, qualsiasi cosa lui abbia detto o fatto. Arrivati a questo punto, devo sapere cosa diamine hai combinato per farlo fuggire. Va bene?»