Dopo quarantadue giorni in ospedale a Louis vennero tolte le ingessature. Il suo corpo si era aggiustato, finalmente.
Purtroppo, però, le canzoni nuove di zecca da ascoltare iniziarono a scarseggiare. Per questo una notte Harry cercò nella soffitta di casa sua delle vecchie musicassette e ne scoprì alcune interessanti. Dovevano essere del periodo in cui sua madre non era sposata e lui ancora non era nato. Una in particolare catturò la sua attenzione. Si leggeva ben poco delle tracce che conteneva, doveva averla fatta suo nonno per Anne. Spesso raccontava quando lui era piccolo di quante volte, durante la pausa pranzo dal lavoro, le avesse registrato delle canzoni su cassetta per poi fargliele ascoltare una volta a casa.
Scrutò attentamente la superficie e soffiò con foga per far volare via la polvere che la ricopriva. L’unica traccia che sembrava ancora comprensibile recitava : Careless Whisper.
Tornò in ospedale diretto da Louis, dopo aver trovato quel nome, senza fare alcuna ricerca su internet. Il fato aveva voluto che leggesse quel titolo e doveva esserci un perché.
Non appena arrivò nella stanza notò che le tende erano state chiuse. A Louis sarebbe piaciuto vedere il cielo di Londra, così le riaprì come sempre e si sedette su quella che ormai era la sua poltroncina.
Sbloccò lo smartphone ed andò su YouTube. Inserì il titolo che aveva trovato sulla musicassetta e ne uscirono una quantità spropositata di video. La canzone risultò essere di George Michael, cantante di cui Harry sapeva poco o niente, ma comunque non disprezzabile senza nemmeno essere ascoltato.
Selezionò uno dei video con il testo in scorrimento e premette play.
Interruppe a metà l’avanzamento del filmato ed alzò la testa verso Louis. I suoi occhi si posarono sulla sua mano in bilico sul bordo del letto e gliela sistemò più vicina alla gamba.
Una lacrima cadde sullo schermo del cellulare facendo ripartire il video, come per uno scherzo del destino.
«Questa canzone parla di noi, eh Lou?» La vista gli si annebbiò e il suo vano tentativo di non scoppiare in lacrime fallì miseramente.
-FLASHBACK-
«Tomlinson, smettila di importunarmi! Io non ballo!»
La falsa voce risoluta di Harry fece scoppiare a ridere Louis che lo osservò da capo a piedi, prima di dargli uno spintone amichevole.
«Ti prego», insistette sporgendo il labbro inferiore, «solo questa canzone.»
Si trovavano nella stanza di Louis, come accadeva sempre più spesso, e stavano ascoltando musica al pc, quando il caso volle che s'imbatterono la canzone preferita del ragazzo.
«Non se ne parla», Harry incrociò le braccia al petto alzando contemporaneamente il mento verso l’alto.
«Vuoi rifiutarmi così?» Gli occhioni azzurri di Louis entrarono in collisione con le verdi iridi di Harry quando il primo gli si avvicinò fino a cingerlo con le braccia.
«Okay, okay, solo questa!» Harry si lasciò convincere e Louis corse a premere play.
Tornò tra le braccia dell’altro e si strinse al suo petto.
«Total eclipse of the heart? Fai sul serio?»
Ad Harry sfuggì una risatina e l’altro gli lanciò un’occhiata di rimprovero.
«Se fossi un po’ più attento, Styles, ricorderesti di aver cantato questa canzone due anni fa. Ad una festa di Halloween. Se la memoria non m’inganna eri travestito da vampiro. No?»
«Non sono rincoglionito, me lo ricordo! Ero un vampiro molto sexy, per tua informazione.» Affermò Harry fingendo superiorità.
«E’ la mia canzone preferita da quel giorno», sussurrò Louis contro il suo petto, ignorando la risposta sarcastica dell’altro, «e tu sei un pessimo ballerino.»