-Louis-
Erano trascorsi già sei giorni da quando Liz aveva distrutto il suo angolo di paradiso con Harry a causa di uno sconosciuto che si era infiltrato a casa sua e l'aveva picchiata. Da allora, Louis non aveva fatto altro che elemosinare attenzioni dal suo ragazzo, che passava metà delle sue giornate libere ad accudirla. Non era un fatto di gelosia, ciò che lo spingeva a non poter sopportare una cosa del genere, era più paura di perdere una persona straordinaria. Si rendeva conto che tutto ciò che Harry stava facendo per la ragazza, aveva il solo scopo di farla sentir meglio e di non farle avere paure per un possibile ritorno dell'aggressore, ma non sapeva quanto ancora avrebbe retto ad una situazione così attorcigliata.
Alle dieci del mattino si ritrovò seduto sul bordo del proprio letto, smartphone tra le mani e attesa estenuante di un segno di vita da parte di qualcuno che evidentemente, nemmeno stavolta, lo stava pensando. Harry era andato a dormire da Liz per la sesta notte di seguito e non si era degnato nemmeno di un sms per la buonanotte, al contrario delle altre volte. Non era da Louis lamentarsi per queste piccole cose, ma se l'ignorarlo per ore ed ore, stava iniziando a diventare una triste abitudine, avrebbe cercato di fare qualunque qualcosa in suo potere per evitarlo.
Da Louis:
Se ancora ricordi chi sono, vorrei sapere che fine hai fatto. Grazie.
L'aveva inviato davvero? Sì.
Pur sapendo quanto Harry adorasse il suo lato permaloso, questa volta lui stava rasentando lo sfinimento a causa sua.
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Due ore dopo, ancora nessuna risposta al suo messaggio. Louis aveva passato in rassegna ogni singolo canale televisivo, tutte le stazioni radio ed anche i DVD che aveva in camera. Senza speranza di riuscire a concentrarsi, aveva sfoderato la sua vecchia Playstation2 fornita del suo gioco di calcio preferito ed aveva iniziato una partita. Avrebbe potuto sembrare il passatempo perfetto, prima che il personaggio di fronte a lui passasse sullo schermo indossando una maglia con scritto "Styles". A quel punto i ricordi si erano fatti fin troppo intensi nella sua mente.
Quando ancora tra loro c'era una naturale ed innocente amicizia e le giornate perfette erano composte da partite alla Playstation e sacchetti pieni di patatine divorati in poche ore. Trascorrevano interi pomeriggi sul pavimento della sua stanza seduti scomodi su quel tappeto logoro, spesso insieme a Dan, ma mai in compagnia di Liz, che declassava quel tipo di giornate ad "un totale spreco di tempo".
Louis posò il controller a terra e premette il pulsante di spegnimento della consolle. Si alzò in piedi strofinandosi leggermente le ginocchia impolverate.
«Ovviamente, nessuna risposta. Dio mio», la frase gli uscì spontaneamente di bocca quando, osservando lo schermo illuminato del suo smartphone, non vide nuovi sms o chiamate.
Non sapeva quanto ancora avrebbe combattuto alla voglia di fare irruzione a casa dell'amica, quindi scese in cucina per prendersi qualcosa da mangiare.
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«Louis, non pranzi?»
Sua madre ai fornelli lo impietrì non appena accennò ad uscire dalla cucina con la scatola dei Cheerios sotto il braccio. Scosse la testa per farle intuire che la situazione non era delle migliori.
«Non c'è nessun'altro oggi, sono andati tutti dai nonni. Ti andrebbe di parlare un po'?»
Louis alzò gli occhi dal pavimento e squadrò sua madre con sospetto. Lei sapeva. Come ogni benedetta volta, lei sapeva già che qualcosa non andava ed era certa che questo qualcosa fosse un problema tra lui ed Harry. I suoi occhi zampillavano domande; così decise di sedersi a tavola senza dire nulla.