Camouflage

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"Dove stiamo andando, esattamente?" Cole e Zane seguivano  rapidamente Kailash, restando a qualche passo di distanza da lui. Avevano esaminato in lungo e in largo mappe e radar sulle quali erano evidenziate le zone più frequentate dai membri dei Demon's Skull. Le avevano esaminate assieme, ma Kailash aveva insistito per averne una copia, da poter esaminare da solo, per studiare un eventuale piano per introdursi nel loro territorio, in un modo o nell'altro. Kailash era solito studiare tattiche e strategie completamente da solo, nel completo silenzio. "Kailash?" Chiamò il Nindroide, attirando finalmente l'attenzione del ragazzo. "Che vuoi?" Sibilò, voltando impercettibilmente la testa verso di lui. In realtà si era voltato, perchè la voce metallica, secca di Zane, lo aveva destabilizzato mentre pensava e rifletteva. "Puoi rispondere alla mia domanda?" Il giovane dagli occhi eterocromi tornò a guardare davanti a sé. "Fidati di me." Si limitò a dire. 
Stavano attraversando rapidamente la piazzetta posta davanti al Museo di Storia di Ninjago. Le luci all'interno erano spente e le porte erano chiuse con una spessa catena di ferro e un lucchetto mezzo arrugginito e macchiato di una sinistra macchia rossa. 
Appena dall'altro lato della strada, si snodava un vicolo. Solo se si era a conoscenza della sua presenza era possibile attraversarlo. E non che si trattasse di qualcosa di magico o qualche altra cazzata. Era semplicemente una spaccatura nella parete di una struttura, vecchia e cadente, coperta da una trave di legno. Lo squarcio si apriva subito di fianco ad un portone, color catrame, divisa da barre di ferro battuto, fissato da chiodi, la cui testa aveva la circonferenza di una grossa noce. 
Lo spacco nelle mura, portava all'interno della struttura. Kailash si assicurò che nessuno stesse guardando verso di loro. Era notte tardi e in quella zona, non si sarebbe avvicinato nemmeno un cane randagio. Con un gesto brusco, il più giovane, scostò la trave dal passaggio. L'asse franò sul marciapiede dismesso, producendo un tonfo secco. "Entrate, muovetevi." Intimò questo, senza smettere di sorvegliare la zona. Poi, quando vide che i due Maestri Elementali lo stavano osservando, iniziò a scaldarsi e ad innervosirsi. "Oh, vi muovete?!- Ringhiò, facendoli sobbalzare entrambi -Non possiamo stare qui tutta la notte, dai!" Zane attraversò la spaccatura, seguito immediatamente da Cole e, dopo qualche secondo, da Kailash. Mentre questo rimetteva al suo posto la trave, il Maestro della Terra si guardò attorno. 
Sopra la loro testa era stata fissata un'impalcatura rudimentale, a sostegno di una vecchia balconata di legno e marmo.
Poco più in là, una scala completamente di legno, saliva al piano superiore. "Che razza di posto è questo?" Il Maestro della Terra iniziò a salire la scalinata.
Man mano che saliva, le sue dita scivolavano sul corrimano, le cui schegge di legno pungevano la sua mano, spezzandosi al passaggio e alla pressione delle dita del ragazzo.
I suoi passi facevano cigolare i  gradini di legno vecchio e il suo respiro spostava le particelle di polvere presenti nell'aria.
Zane osservava il piano sottostante, dove erano sbucati, scannerizzando ogni centimetro.
"Sembra molto antico.- La voce piatta di Zane rimbombò fra le pareti dell'edificio -La datazione risale a quarant'anni prima che scoppiassero le Guerre delle Serpentine e che Krux e Acronix tradissero Wu e gli altri Maestri Elemntali."
Sebbene fosse un Nindroide, il suo tono di voce era emozionato, esaltato. Eccitato come un bambino al parco giochi. "Sembra abbandonato da anni!" Aggiunse Cole, osservandolo dal balcone, entrambe le mani appoggiate alla balaustra.
"Mettete questi!" La voce dura di Kailash attirò la loro attenzione. Zane fu il primo a voltarsi e la sola cosa che vide fu il buio più assoluto.
Non che fosse andato in black out o che altro, no! Semplicemente, Kailash aveva mirato e, di conseguenza, centrato la sua faccia con un giacchetto di pelle nera e un paio di jeans, ai quali era collegata una catenella. "Cosa dovrei farci?" Chiese il Maestro in titanio, scoprendosi la vista da quegli indumenti. "Mettili.- Ripetè nuovamente il più giovane -Poi vi spiego tutto." Mentre parlava, si stava cambiando d'abito. Sostituì la parte superiore del kimono con una felpa nera come il catrame, taglia XXL. Aveva arrotolato le maniche, fin sopra i gomiti. Sollevò il cappuccio a copertura della testa e abbassò a mezza vita, i pantaloni, come se avesse il cavallo basso. "Senti, Arciduca d'Austria, devi cambiarti anche tu!" Così dicendo, lanciò un fagotto di abiti, ugualmente scuri, a Cole che, non avendo colto la frase lanciatagli dal ragazzo, era ancora intento a riflettere, quando i vestiti lo centrarono perfettamente nel naso. "Grazie..." Si limitò a bofonchiare il Maestro della Terra, iniziando a cambiarsi. Non era chissà che abbigliamento complicato; un paio di anfibi, rovinati sulla punta, pantaloni lunghi, neri e una t-shirt di un gruppo musicale. Gli Slayer. Il nome della band era scritto, come se fosse stato squarciato da una lametta. Indossò un berretto di lana nero, con la parola Slayer ricamata in rosso sul davanti. "Ascolti gli Slayer?" Domandò il Maestro della Terra, sollevando un sopracciglio e rivolgendo lo sguardo a Kailash. "Strano che tu lo chieda.- Ridacchiò il giovane -Li metto sempre a tutto volume, quando mi annoio o ho bisogno di allenarmi." Mentre parlava, mise gli abiti che si era cambiato, nello zaino che portava sulle spalle. Anch'esso portava ricamato su di sé, il logo di una band, ma non gli Slayer , come gli abiti che indossava Cole. Il logo impresso sullo zaino era una "R" squadrata, messa al alto di una croce, anch'essa squadrata, come quella nella bandiera della Svizzera. Quella era la "R", la lettera iniziale, del gruppo prediletto da Kailash: i Rammstein. 
Il tono del ragazzo tornò immediatamente cupo. Richiuse le cinghie dello zaino, con un 'click'  e si alzò in piedi. "Muoviamoci.- Ordinò secco -Non abbiamo troppo tempo, non sono l'unico a conoscere questo posto." 
Cole scavalcò la balaustra del balcone e si lasciò cadere sul marmo del pavimento sotto di lui, atterrando perfettamente tra Zane e Kailash. I due applaudirono lentamente. Un applauso moscio, sarcastico. "Sì, dopo l'atterraggio da supereroe, andiamo?" Cole roteò gli occhi e, assieme al Maestro del Ghiaccio, seguì il ragazzo fuori dall'edificio, attraverso una spaccatura nella parete opposta a quella dalla quale erano entrati. 
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"Vedi di levarti dai coglioni!" "Levarmi io? Ma sparisci, buffone!" Una bestemmia, un frastuono di vetri rotti e il rumore di corpi che cadevano a terra. Un uomo dalla barba nera, folta si era scagliato di testa contro un ragazzo, più giovane di lui di quasi quindici anni, dai capelli corti, rossi, buttandolo a terra e iniziando a prenderlo a pugni in faccia. Il sangue schizzava dappertutto, dal naso spezzato, macchiando le mani del barbuto e la sua canottiera, bianca. La cosa che saltava subito agli occhi, era il fatto che nessuno aveva intenzione di intervenire. I presenti si limitavano a guardarli, con espressione annoiata, interrompendo i loro affari o conversazioni. 
Il ragazzo più giovane rimase disteso a terra, sulla strada, immobile, incapace di reagire all'aggressione. Il barbuto si alzò in piedi e, dopo avergli sputato addosso, centrando perfettamente il volto del giovane, se ne andò, maledicendo tutto e tutti. 
In quel esatto momento, tutti in strada ripresero a pensare agli affari propri. Tutti tornarono a parlare tra loro e a farsi gli affari propri. 
Gli unici toccati dalla piega di quella situazione, erano Cole e Zane. Durante tutti gli anni trascorsi, anche loro si erano trovati a dover alzare le mani, ma mai, mai era accaduto che qualcuno venisse ridotto in quelle condizioni.  Gli occhi di entrambi i Maestri Elementali vomitavano turbamento e disagio. Il Maestro dai capelli più lunghi mosse un passo verso il giovane, agonizzante, riverso sulla strada di porfido. Le sue mani tremavano, la sua bocca era socchiusa e gli occhi strabuzzati. Annaspava, alla disperata ricerca di una particella di ossigeno in più. Il denso liquido scarlatto, sparso sotto di lui, si impastavano con i capelli rossi, scurendoli appena. Cole si avvicinò e si accucciò al suo fianco. "Tutto bene?" Gli posò la mano sulla spalla, con il preciso intento di aiutarlo.
"Cole,  sta' fermo!" Ordinò Kailash, facendo sobbalzare il moro. "Qui non funziona come da noi.- Spiegò, a voce bassa, pregando che nessuno lo ascoltasse e facesse saltare la loro copertura -Qui se uno viene pestato, non lo si aiuta, se uno viene ammazzato non si da la caccia all'assassino. Qui esistono poche regole, regole che tutti rispettano." Gli afferrò il braccio, facendolo alzare in piedi. Tutti li stavano osservando, storto e, qualcuno, aveva anche estratto i coltelli a serramanico, mostrando i denti. Kailash abbassò ancora di più la voce. "Qui le sole regole che valgono è che non si aggredisce senza un motivo valido e non esiste che una ragazza venga violentata."
"E per quali motivi si può aggredire una persona?" Il più giovane ebbe appena il tempo di socchiudere la bocca per rispondere, poi un uomo gli si avvicinò, seguito da un gruppetto di ragazzetti. Era più giovane del barbuto che se n'era andato e più vecchio del rosso svenuto a terra. Brandiva una mazza da baseball in ferro. La vernice era scrostata e, in cima, era macchiata di sangue. Tra i denti teneva un chiodo arrugginito, come fosse stato uno stuzzicadenti. "Chi cazzo siete?- Ringhiò -Non siete di queste parti, vero?!" Ringhiò. La sua voce sembrava il ruggito di un orso. Kailash deglutì e prese un profondo respiro. "Loro stanno con me.- Disse rivolto all'uomo -Conosciamo le regole, ma non abbiamo visto la scena. Davvero, le conosciamo le regole. Ci siamo resi conto che un motivo per lo scontro ci dev'essere stato e ne abbiamo avuto conferma quando nessuno è intervenuto. Non lo abbiamo aiutato, quindi non abbiamo infranto le regole. Davvero, amico, non è successo nulla." L'uomo con la mazza da Baseball si avvicinò a Kailash. Per la strada regnava il silenzio, nessuno parlava. Tutti si erano voltati ad osservare la scena, questa volta, con molto più interesse di prima. L'uomo avvicinò il volto a quello del ragazzo, socchiudendo gli occhi allo spessore di una fessura. "Ti ho mai visto, amico?" Domandò. Era una domanda semplice. L'uomo era calmo, tranquillo, ma era la sua mole che spaventava la gente. "TI HO FATTO UNA DOMANDA! RISPONDI!" Un brivido gelido corse lungo la schiena del ragazzo dagli occhi eterocromi, ma non si scompose. "Non credo ci sia bisogno di urlare.- Disse calmo, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni -E no, non credo che ci siamo mai visti. Cosa vuoi sapere, esattamente, oltre a questo?" 
L'uomo grugnì e si tirò indietro, tirando su col naso e sputando a terra. "Come vi chiamate?" Domandò, iniziando a far roteare la mazza. "Kevin.- Rispose prontamente il ragazzo davanti a lui. Poi indicò Zane e Cole -Loro sono Pavel e Damian." Disse. L'uomo scansò bruscamente "Kevin" e si avvicinò al Nindroide. "Tu sei Pavel?" Il Maestro annuì e osservò l'uomo rivolgersi verso il moro. "Tu sei Damian?" Il Maestro della Terra deglutì. "S...sì." 
"Avete proprio una gran faccia tosta a venire qui e fare quel cazzo che vi pare! Lo sapete chi sono io?! LO SAPETE, VERMI!?"
Urlava e sbraitava come un politico che vuole darsi arie...o come Darreth, quando deve necessariamente comunicare all'universo che lui è il ninja marrone e puttanate simili. Tutti nella zona, parevano sottomettersi a quell'uomo, guardavano altrove, quando i suoi occhi si posavano su qualcuno. Parevano spaventati. "Senti, Est Europa, non ti stiamo dando fastidio, per quale motivo allora ci devi insultare? Noi non ti abbiamo fatto nulla e, cosa più importante, non vogliamo alcun tipo di problema!" Il tempo si congelò e l'aria parve farsi ancora più fredda. L'uomo, quasi si mise a correre, verso il ragazzo. "Come mi hai chiamato?" Sollevò la mano destra, quella libera. Gli mancava un dito. Come una morsa, afferrò e strinse il collo del ragazzo, sollevandolo sopra la testa. "Tu non mi piaci per niente.- Tuonò, mentre il volto della sua vittima, assumeva una sfumatura bordeaux e la lingua si gonfiava, come era accaduto ad Acronix. -Tuttavia hai ragione. Rispettate le regole, hai risposto alle mie domande...e non ti posso uccidere." Sbuffò, schifato e lasciò la presa. Kailash colpì il suolo con la schiena. Un tonfo forte, che gli mozzò il fiato. Ma almeno era libero. Le vene sul suo collo si erano gonfiate, ma almeno il suo colorito stava tornando normale. "L'orso" superò il corpo di Kailash, e se ne andò, facendo cenno al gruppo di seguirlo. "Kailash! Hey, stai bene?" Cole stava sopra di lui. Lo guardava preoccupato. Gli aveva afferrato le spalle e lo scuoteva, temendo che fosse svenuto. "Sì, sto bene...sto bene." Scacciò le mani del moro, con un gesto brusco e si rimise in piedi. Tutti lo stavano guardando. Qualcuno si era avvicinato, per assicurarsi che stesse bene. 
Perché tutti avevano visto la scena e tuti avevano visto che solo l' "Orso" aveva infranto le regole di quel luogo. 
"Muoviamoci, il locale in cui dobbiamo essere è qui dietro." Senza più dire una parole, guidò i due Maestri Elementali, lungo un vicoletto buio, che puzzava di piscio e marijuana, lasciandosi alle spalle la strada principale. 

Revenge Of A Past Enemy ~ A Ninjago FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora