Darkness and secret passages

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Kailash spalancò, con la grazia di un orso bruno, la porta di legno di un bar. Questa cigolò rumorosamente sui cardini e sbattè contro la parete interna.
Ma, nonostante il trambusto, nessuno li considerò.
Avrebbero potuto entrare, bestemmiare e nessuno avrebbe battuto ciglio.
"Statemi a sentire.- Sibilò voltandosi verso i due Elementali -Bisogna separarsi, per il momento. Girate fate quello che vi pare, ma non appena vi farò un cenno, avvicinatevi a me. Va bene? Non attaccare briga con nessuno, intesi?"
Quando ebbe la certezza che i due ebbero capito si voltò e, a passi lenti, si avvicinò al bancone, appoggiandosi con le braccia alla superficie di legno, marcio e roso dai tarli.
"Che ti porto?" La barista era una ragazza giovane, dai capelli biondo ossigenato, gettati da un lato della testa.
Le punte erano tinte di viola e rosso sangue. In effetti quello poteva davvero essere sangue secco. Masticava una gomma da masticare, ostentando un po'troppo il movimento della mandibola. Kailash aggrottò la fronte, cercando di assumere un'espressione più truce e aggressiva. "Quello che ti pare. Birra ne hai?" La ragazza bionda sollevò un sopracciglio, senza smettere di masticare. "Birra è generico.- Gracchiò la bionda -Ce ne sono parecchie marche, carino!"
Kailash storse il naso a quell'epiteto, ma fece finta di nulla. "Scegli quella che ti pare!" Dopodiché, si voltò ad osservare l'interno del locale. Il soffitto era attraversato da delle architravi che attraversavano l'intero locale, da una parte all'altra. Il pavimento, costituito da assi marce e lerce, era quasi completamente nascosto dai tavolini e dall'accozzaglia di brutta gente che frequentava quel luogo. C'era un gruppetto di ragazzi che giocava a freccette. Il più grosso di loro indossava una giacca di pelle, scamosciata marrone, macchiata di sangue, dei blue jeans. Gli stivali erano nascosti, a causa della quantità di gente presente in quel luogo. Kailash lo osservò scagliare la freccetta contro il bersaglio. Uno dei componenti del gruppo gli urtò il braccio, facendogli sbagliare traiettoria. "Merda!" L'uomo colpì con forza la superficie del tavolino accanto a sé, facendo tintinnare i bicchierini da shot vuoti. Il ragazzo che lo aveva fatto sbagliare, iniziò a ridere al suo errore, senza però preoccuparsi di nascondere la sua reazione, tanto sapeva che, secondo la legge di quel luogo, non avrebbe potuto fargli nulla. "Vaffanculo, Daniel!" Il più grosso si voltò verso il ragazzo che lo aveva fatto sbagliare e alzò il pugno su di lui ma non lo colpì.
Kailash spostò lo sguardo.
Cole e Zane erano in disparte, appoggiati alla parete. Nonostante ciò che il giovane aveva consigliato loro di fare, non si sentivano per niente a loro agio in quell'ambiente. "Tieni, bello." La bionda sbattè davanti al ragazzo un boccale, traboccante birra. Un piccolo grumo di schiuma stava scivolando lungo il corpo in vetro del boccale, facendosi assorbire dal bancone.
"Non sei di qui, vero?" Kailash sollevò le sopracciglia e deglutì un sorso di birra, prima di voltarsi nella direzione della bionda e scuotere il capo. "Non proprio, no.- Ammise, a bassa voce, in modo da non farsi udire da orecchie indiscrete -Vengo da...un po'più fuori."
La bionda continuava a masticare a la gomma a bocca aperta. Poi, prima di parlare ancora, la estrasse da sotto la lingua, con le dita e l'appicciccò sotto al bancone. "E di dove sei, allora?"
Il giovane impallidì. Non aveva tenuto conto dei rapporti che quella zona aveva con la Città. Non aveva assolutamente idea se fossero in buoni rapporti o meno.
"Da fuori." Ripetè semplicemente e, prima che la ragazza potesse dire altro, raggiunse Cole e Zane, tenendo ben saldo il boccale di birra, quasi vuoto. "Kailash, santo Dio!- Sibilò il moro, afferrandogli il braccio e strattonandolo verso di sé -Quanto tempo dobbiamo stare qui dentro, ancora?" Il ragazzo sollevò le sopracciglia e si portò il boccale alle labbra, senza rispondere. Non disse nulla, ma il suo sguardo rideva della preoccupazione di Cole.
Entrambi i Maestri gli tenevano gli occhi puntati addosso, attendendo una risposta.
Il ragazzo dagli occhi eterocromi terminò di bere, ritornò al bancone e sbatté il bicchiere sulla superficie di legno.
Poi, tornò indietro. "Non decido io quando quelli decidono di muoversi!" Ringhiò a denti stretti. Squadrò entrambi, gli occhi ridotti a due fessure.
Zane non aveva proferito parola, limitandosi a guardare la sala attorno a loro. "Kailash, abbiamo un problema..." Alzò la mano e indicò il lato opposto del locale.
Due ragazzi avanzarono verso di loro. Erano estremamente fuori luogo, i loro abiti più che altro. Camicia bianca, immacolata e un paio di blue jeans.
Si fermarono davanti al trio, osservandoli storto. "Hai lasciato questo al bancone." Tuonò il più basso, sollevando il portafoglio di Kailash e porgendoglielo, con un sorriso tiratissimo, sforzato. Falso.
Kailash afferrò l'oggetto, stretto fra le dita dell'altro. La pelle era bianca, come il gesso, per entrambi i due. Le unghie erano violacee, ma non smaltate. Era come se sulla pelle, al di sotto di quello strato trasparente, si fosse allargato un livido. Uno per ogni dito.
Kailash aggrottò la fronte e osservò il volto marmoreo del ragazzo davanti a lui. Gli occhi azzurri, molto più dei suoi, quasi trasparenti. Le labbra nere, sulla parte esterna e rosso sangue, scarlatte verso l'interno della bocca.
"Grazie..." Sibilò il ragazzo, prendendo il portafogli e infilandolo nella tasca.
I due "Bianchi" sorrisero e si allontanarono lentamente, con una calma snervante. "Cazzo...- Sibilò il moro -Credevo ci avrebbero rotto il culo. Eh, Kailash?" Ridacchiò, nervoso ma il più giovane lo ignorò. "Andiamo."
Il gruppo che aveva puntato aveva iniziato a muoversi. Capitanati dall'uomo che aveva sbagliato il tiro a freccette, varcarono la porta sul retro, sbattendola alle loro spalle.
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Era quasi un'ora che correvano. Ormai erano usciti dalla zona abitata.
La strada ciottolata era ora sostituita da una distesa arida, di sabbia rossa, desertica.
La temperatura si era abbassata drasticamente, facendo calare un gelo polare su di loro. In più, aveva iniziato a soffiare un vento leggero, ma tagliente. Si infiltrava nella trama degli abiti, arrivando a contatto con la pelle.

I tre ragazzi correvano senza sosta, mirando il gruppo che procedeva rapido ad un centinaio di metri da loro e forse più.
Li vedevano distintamente. Le sagome scure erano ben definite, in controluce alla luna piena, era impossibile che li perdessero di vista.
O almeno quello era ciò che pensavano.
Il gruppo era lì. Davanti ai loro occhi e pareva non dovesse andare da nessuna parte. Sembrava, già. Perchè non appena il gruppo voltò dietro una roccia, scomparve.
Le impronte si interrompevano senza una logica.
Il manto di sabbia si estendeva intaccato davanti ai loro occhi.
"MERDA!" Kailash afferrò  una pietra da terra e la scagliò dietro di sé, soffocando una bestemmia. "Dove sono andati?- Cole era sorpreso. Si guardava attorno, senza capire. -Non può averli inghiottiti il terreno! No?"
Zane congelò sul posto. "Non è scontato." Esordì il Maestro, avvicinandosi alla roccia dietro alla quale il gruppo che seguivano era sparito.
Esaminò, con lo sguardo, la parete rocciosa. Di un innaturale blu scuro.
La sua mano scivolava lenta tra le scanalature sulla superficie. Sentiva gli occhi degli altri due puntati sulla sua nuca e schiena.
Poi, fermò il suo 'esame' sopra una roccia sporgente. Aggrottò la fronte ed esercitò una maggiore pressione su di essa. Non vide ciò che accadde poi.
Si sentì cadere. Attorno a lui udiva solo le urla dei suo compagni.
Le sue braccia grattavano contro le pareti di roccia e piccole scintille dorate schizzano dappertutto.
Non vedeva nulla. Solo nero e scintille.


Madò, ho pubblicato. Evento più unico che raro.

Revenge Of A Past Enemy ~ A Ninjago FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora