I need You

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Mai avrebbe immaginato che sotto il Monastero potessero trovarsi altre innumerevoli stanze.
In fondo ad una breve scala scavata nella roccia fredda, umida, il terreno, il soffitto e le pareti erano state rivestite di legno, per trattenere il calore. Non c'erano finestre che davano sull'esterno, la luce presente era completamente artificiale. Ma non era quell'artificiale che, dopo un po'annoia, anzi. Rendeva l'atmosfera rilassante e, in qualche modo, Kailash si sentiva leggero e più distante. Per i corridoi si propagava un leggero profumo di incenso e resina.
"Mio padre dov'è?" Kailash teneva le dita intrecciate a quelle di Lloyd. Il ragazzo dai capelli biondi non rispose. Lo condusse lungo un corridoio. Alle pareti erano appesi delle sottospecie di arazzi, rappresentanti avvenimenti di antiche battaglie che avevano coinvolto Ninjago. "Wow..." Il ragazzo dagli occhi eterocromi si avvicinò alla rappresentazione di una battaglia. Passò le mani sulla trama dell'arazzo, gli occhi che luccicavano per l'emozione. Aveva sempre amato la storia e quella battaglia era una delle sue preferite. "Che cos'è?" Lloyd rivolse l'attenzione all'arazzo. Non aveva idea di che cosa rappresentasse. "La battaglia di Shiroyama.- Spiegò il ragazzo accanto a lui, senza distogliere lo sguardo -Una battaglia che si combatté in Giappone, nel 1877. 30.000 truppe imperiali, massacrarono gli ultimi 500 Samurai rimasti."

"Uno scontro tra passato e futuro?"
"Sì, in un certo senso è stato così."
"Una guerra brutale."
"Terrificante, se pensi al numero di persone morte. Incredibile e magnifica, una volta che ti rendi conto che i Samurai non caddero subito, anzi. Diedero filo da torcere alle forze imperiali."
"In che modo? I Samurai combattono con solo con delle katana, le truppe Imperiali avranno senz'altro avuto dei moschetti, no? Era più semplice per loro. Bastava un colpo, dritto nel volto dei loro nemici."

Kailash sorrise. "Li caricarono.- Spiegò - Le truppe imperiali non erano abituate ad uno scontro ravvicinato e furono colte impreparate. Ma non bastò perché i Samurai vincessero. Erano comunque in netta inferiorità numerica." 
Distolse lo sguardo dall'arazzo, tornando a concentrarsi sul luogo dove si trovavano. "Dai, vieni."
Kailash seguì il biondo. Alla fine del corridoio, c'erano tre gradini, appena prima di una stanza.
La porta era accostata e una flebile luce arancione, filtrava come uno spiraglio di sole, nel corridoio. 
Lloyd si fermò e lasciò la mano del ragazzo che accompagnava. "Tu non entri?" Il Maestro dal gi verde scosse il capo. "No, è più giusto così.- Disse -E poi, non credo che Krux sarebbe felice di vedermi. Ti aspetto di sopra." Gli schioccò un bacio sulla guancia e lo lasciò da solo. 
Il ragazzo attese che Lloyd salisse al piano superiore, poi si avvicinò alla porta. "Papà?" La porta si aprì silenziosamente, senza emettere il più piccolo scricchiolio o cigolio, ruotando sui cardini. Acronix era inginocchiato sul pavimento di legno, accanto al fratello. Il più anziano era disteso su una stuoia, direttamente sopra le assi. 
Le labbra socchiuse, violacee, risaltavano sul volto pallido. Gli occhi, socchiusi, saettavano dal fratello al nipote, alle spalle di quest'ultimo.
"Chi...è..?" La sua voce era come un sussurro. Acronix gli sorrise. "Kailash.- Rispose a bassa voce, come se temesse di dargli fastidio -Tuo nipote." 
Fu come se una luce di vitalità avesse attraversato il corpo del Maestro del Tempo più anziano. Cercò di mettersi a sedere, ma i suoi muscoli, le sue ossa e tutto il suo corpo non avevano la forza di sostenere il suo peso e sforzo. "Ragazzo mio..." Mormorò. Il nipote si inginocchiò accanto a lui e sforzò un sorriso. "Come...come stai?" Domandò il ragazzo. Ma solo poi si rese conto che era una domanda stupida,. Si morse immediatamente il labbro e abbassò lo sguardo. "Scusa, lo so che è una domanda idiota. Non dovevo." Ma Krux lo rassicurò con una flebile risata. "N...non devi preoccuparti....per questo..." Sforzò un sorriso. Recuperò fiato per qualche minuto. Poi rispose alla domanda: "Sto...bene. Mai...stato meglio..." Un brivido gelido gli corse lungo la schiena. L'uomo chiuse gli occhi, restando immobile, il petto si alzava e abbassava lentamente.
"Tu come stai?" Domandò Acronix, rivolto al figlio, posandogli una mano sulla spalla. Il ragazzo sforzò un sorriso. "Sto bene..." Mormorò.

"Sei sicuro? Hai il viso rosso. Cosa ti ha fatto Balho?!"
"Assolutamente niente. Davvero. Non preoccuparti."
"Perchè mi dici di non preoccuparmi? Sei mio figlio, ti voglio bene."
"Acronix...papà, sto bene. Veramente, non voglio che ti preoccupi. Abbiamo cose più gravi a cui pensare."
"Balho non ha riportato in vita gli Incubi, siamo al sicuro."

Il figlio scosse il capo. "Non siamo al sicuro.- Disse cupo -C'è un altro modo, che potrebbe usare. E dobbiamo impedirgli di usarlo."
Saltò in piedi. "Saliamo, ne parlo anche con gli altri."
Ma il padre non si mosse. Rivolse uno sguardo afflitto al fratello, posandogli una mano sulla spalla.
"Lo facciamo per lui." Acronix serrò gli occhi e rafforzò la presa su Krux.
"Papà, lo so che hai paura per lui. Che gli accada qualcos'altro, che gli venga fatto del male. Lo hai perso e ritrovato dopo quarant'anni e mi rendo conto che lasciarlo, ora più che mai, è difficile. Ma abbiamo bisogno del tuo aiuto...io ho bisogno del tuo aiuto. Per favore."
Il Maestro del Tempo si arrese e annuì. Lasciare Krux fu la cosa più difficile, per lui.
Era suo fratello.
L'unico che per lui c'era sempre stato ed ora, rischiava di morire.
"È...colpa mia."
Kailash si bloccò, a metà della scala che li avrebbe riportati nel Monastero.
Il padre era fermo in fondo al primo gradino. La testa bassa e i pugni chiusi, come se si vergognasse di qualcosa.
"Cosa stai dicendo? Perchè dici che è colpa tua?"
Il ragazzo discese la scala, restando un paio di gradini sopra Acronix.
"È colpa mia, se lui sta così.- Ripetè -Se io...se io non avessi accecato Balho, anni fa...lui non gli avrebbe fatto niente."

"Credi davvero che sia colpa tua? Credi che non avrebbe cercato di uccidervi, in un tempo successivo? Se avesse raggiunto il suo scopo anni fa, avrebbe riportato in vita gli Incubi e vi avrebbe uccisi entrambi, perchè avreste cercato di fermarlo. Non è accaduto...e probabilmente è solo grazie a voi due. Non possiamo vincere da soli, Ninjago ha bisogno di te!"

L'uomo scosse il capo. "È stato un sacco di anni fa, Kailash. Ninjago non vuole avere niente a che fare con qualcuno che l'ha quasi distrutta e buttata nel caos."
Il figlio sorrise. "E chi non lo ha fatto? Papà, lo so che hai paura. Anche io ne ho. Ho paura di Balho, ho paura che potremmo perdere questa volta. Ho paure che mi abbandonerai di nuovo, ma non lo faccio vedere. Se lo facessi vedere, vorrebbe dire che mi faccio controllare da essa."

"Devo eliminarla?"
"No. Se la eliminassi sarebbe una condanna a morte. Devi imparare ad equilibrarla. A conviverci. Se le lasci prendere il controllo, allora sarai incapace di fare qualsiasi cosa. Perchè ti spingerà ad evitare tutto. Ma se la sopprimi completamente, allora lei non ci sarà più, nemmeno per dirti che ciò che stai per fare è troppo pericoloso. E tu non avrai più freni, andrai incontro a qualcosa che non puoi contrastare e che potrebbe ucciderti. La paura che Balho ti provoca, devi cercare di controllarla, ridurla in qualche modo. Capisci cosa voglio dire?"

Acronix annuì e sorrise.
"Sei più maturo di quelli della tua età."
Commentò risalendo assieme al figlio.
"Questo perchè Su Xian è un ottimo insegnante."
Kailash rivolse un sorriso al padre, aprendo la porta e permettendogli di entrare nel Monastero.

Revenge Of A Past Enemy ~ A Ninjago FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora