16. Dolore

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Non riesco a crederci, speravo nel suo arrivo, anche se non pensavo tornasse a quest'ora della notte.
Non appena mi vede, si alza in piedi quasi come se fosse un riflesso incondizionato e sgrana gli occhi. Può essere sorpreso anche lui di vedermi? Sa per certo che vivo qui, quindi non ne vedo il motivo.
Senza dire nulla cammino verso di lui e lo stringo in un abbraccio bisognoso, chiudo i miei occhi e rimango immobile mentre anche lui avvolge le braccia intorno a me.
Credevo fosse morto, ormai stavo cominciando a perdere la speranza di rivederlo. Non ci posso credere, adesso è di nuovo qui con me. Non lo lascerò più andare, lo terrò d'occhio finché posso.
<Erik, che ci fai qui?>Jill, ancora davanti alla porta, fa questa domanda al mio ragazzo. Non capisco, come mai questo tono?
Riapro gli occhi e guardo il ragazzo negli occhi, avvicina il suo viso al mio e mi bacia. Quanto mi sono mancate le sue labbra! Non lo vedo da tre giorni interi e non credo di essere mai stata più sollevata come ora.
<non sei contenta di rivederci, sorellina?>Questa volta è Lux a parlare. Le nostre labbra si staccano ed Erik mi sorride.
<scusami se ti ho fatto preoccupare>
<dove sei stato? Sono passati ben tre giorni, avresti potuto avvertirmi!>
<mi dispiace, ma non potevo>Aspetto che risponda alla mia domanda, ma non dice altro. Non vuole dirmelo?
<Rachel, andiamo a dormire>
Jill mi fa interrompere il contatto visivo tra me ed Erik, volando alla mia destra dopo aver parlato insieme a Lux.
<si, ti raggiungo subito. Tu vai pure se sei stanca>
Le sorrido e lei non si muove.
<non ti lascio da sola con lui>
Sono sorpresa dalle sue parole, perché non dovrei rimanere sola con lui? Siamo sempre rimasti soli anche nella vecchia casa e non è successo nulla, perché ora dovrebbe essere diverso?<perché?>
Le chiedo mentre lei continua a guardare male Erik. Non capisco, cosa le è preso?
<Jill, va tutto bene?>
<no, Rachel. Non posso più nasconderti la verità>
Di che cosa sta parlando? Quale verità? Mi stava nascondendo qualcosa? Significa che ora non posso più nemmeno fidarmi di lei?
Il mio cuore sta battendo più forte del solito e deglutisco senza accorgermene. Che sta succedendo?
<Rachel, devi sapere che->
<adesso che ci penso ho sonno anche io, andiamo a dormire?>Mi chiede Erik interrompendo Jill.
<va bene. Jill, mi hai tenuto nascosto qualcosa per tutto questo tempo, puoi anche aspettare domani mattina, no? Sono davvero stanca ora>
Il mio sguardo è deluso e credo che lei l'abbia capito, ora mi osserva dispiaciuta.
Cammino verso le scale senza aspettare che qualcuno dica qualcosa, arrivo nella mia camera ed entro nel letto ancora con i vestiti addosso, copro il mio corpo con il lenzuolo. Consapevole del fatto che verranno tutti qui, mi nascondo per evitare che qualcuno mi parli. Ho davvero sonno e con Jill per ora non voglio parlare.
Chiudo gli occhi e riesco ad addormentarmi quasi subito.

Apro gli occhi a causa di un rumore forte, mi ci vuole un po' di tempo per capire che non mi trovo in camera mia. Strofino le mani sugli occhi e sbadiglio per poi guardarmi intorno: sono in una stanza piccola e quasi vuota, c'è solamente un divano sul quale io sono sdraiata con una coperta leggera sulle gambe. C'è un tavolo vicino al camino sulla parete di fronte a me e qualche mensola appesa al muro con degli oggetti strani posati sopra, non riesco a vederli bene da qui. Perché mi trovo qui? Cosa sta succedendo? Devo preoccuparmi o posso stare tranquilla? Chi mi ha portata qui?
Sento un rumore provenire dalla porta d'entrata e mi giro immediatamente in quella direzione, vedo Erik e sospiro sollevata. Non sono in pericolo e ne sono contenta, ma che ci faccio qui?<sei sveglia>
Annuisco, nonostante non fosse una domanda, e lui si siede accanto a me.
<che ci facciamo qui? Che posto è questo?>
Forse sto sognando? I miei sogni sembrano sempre così reali, forse anche ora mi sta succedendo la stessa cosa.
In risposta, Erik mi bacia e mi dice di stare tranquilla. Non capisco, non può spiegarmi direttamente le cose come stanno?
Mi abbraccia rimanendo incollato alle mie labbra e poi si stacca completamente per alzarsi.
<vieni con me>
<dove? Non puoi spiegarmi dove siamo?>
Scuote semplicemente la testa e mi porge la sua mano, che io prendo con la mia. Mi sollevo dai cuscini del divano e comincio a camminare seguendolo. Usciamo dalla stanza e percorriamo un lungo corridoio, ad essere sincera sembra di essere in una prigione a giudicare dai mattoni grigi che formano le pareti. Dove mi sta portando? Sto cominciando ad avere un brutto presentimento, ma se mi trovo insieme a Erik significa che andrà tutto bene.
Arriviamo davanti a una porta e lui si gira verso di me facendomi fare lo stesso, avvicina velocemente le labbra alle mie e muove la sua lingua contro la mia. È un bacio veloce, ma lungo. Sembra quasi che lui ne abbia bisogno. Dopo un po' si stacca da me e appoggia la mano sulla maniglia, fa un respiro profondo e poi sussurra un "mi dispiace". Gli dispiace per cosa?
Apre la porta e prende il mio braccio, trascinandomi dentro la stanza insieme a lui, poi gira la chiave nella serratura.
Vedo una poltrona con una persona seduta su di essa, mi sta dando le spalle in questo momento. Nel sentire i nostri passi, si alza lentamente, fa qualche passo e poi si gira verso di noi, rimanendo in piedi a guardarci per qualche secondo.
Capisco che si tratta di una donna: indossa un abito nero lungo, stretto in vita e largo man mano che scende verso il pavimento; le sue scarpe non si vedono e le maniche del vestito sono corte e lasciano la pelle delle sue braccia scoperta, è bianca come il latte; i suoi capelli neri scendono lunghi sulle sue spalle e i suoi occhi verdi mi continuano a fissare, un sorriso si forma sul suo viso. Un ultimo, piccolo, dettaglio mi fa paralizzare sul posto e tremare le gambe: questa donna porta una maschera nera e rossa. È lei. Tamara Lavanda è davanti a me. Un momento… perché Erik mi ha portata da lei? Mi giro verso di lui, che ha lo sguardo basso e gli occhi chiusi, e cerco di capire cosa sta succedendo.
<bene bene, ce l'hai fatta finalmente>
La donna fa dei passi lenti verso di noi e io indietreggio.
<non ti avvicinare, lurido mostro>
Prendo la mano di Erik per evitare che faccia del male a me o a lui, ma il ragazzo cerca di allontanarla.
<va bene, non mi avvicinerò a te, ma non pensare che qui il mostro sia io>
Mi sorride ancora. Che intende dire? Sarei io il mostro allora?<chi sarebbe il mostro?>Chiedo con tono freddo.
<chiedilo al tuo fidanzato>
Il mio cuore batte all'impazzata. Che cosa vuol dire quello che ha appena detto? Perché dovrei chiederlo a lui?
<non hai ancora capito che il tuo ragazzo ti ha tradita?>
In che senso mi ha tradita?
Lavanda si avvicina ancora a me.
<Edward, avanti, dille cosa sta succedendo>
Edward? Chi è Edward?
Mi giro verso Erik e aspetto che lui dica qualcosa, ma non apre bocca. Rimane zitto e con la testa bassa.
<non vuoi parlare? Bene, lo farò io>
Lavanda si avvicina ancora e io indietreggio verso la porta per cercare di girare la chiave e uscire da qui, ma il mio corpo si paralizza. Sta sicuramente usando un incantesimo per tenermi ferma. Merda!
<vuoi sapere la verità, principessa del cavolo?!>
La donna urla e trascina il mio corpo a pochi centimetri dal suo, mentre io cerco di muovermi anche se mi sarà impossibile.
<Erik, il tuo ragazzo, si chiama Edward e ti ha mentito per tutto questo tempo. Lui->
<Tamara, non dirle niente>
Lui la interrompe e il mio cervello comincia a pensare al peggio. In questo momento ci sono delle situazioni che potrei spiegarmi, certi suoi comportamenti che avrebbero un senso e alcune sue parole che potrebbero essere smentite. Mi sta venendo un attacco d'ansia e di vomito, è peggio delle domeniche mattina.
<Ed, lascia che la tua principessina lo sappia>
Fa una piccola pausa e poi ricomincia a parlare.
<io ed Edward ci conosciamo da circa dieci anni e, in poche parole, lui è un mio alleato>Mi sento soffocare.
<lui ti ha sempre mentito, lui non ha mai voluto diventare tuo amico, lui ha sempre saputo che eri tu la principessa, lui non ti ha mai amata, lui ti ha usata, lui ti odia>
Non riesco a respirare.
<vuoi sapere cosa ti ha fatto? Ha cercato di farti innamorare di lui, così tu ti saresti fidata ciecamente di lui, avresti passato più tempo con lui e gli avresti raccontato tutti i tuoi segreti, per poi farti crollare come sto facendo io ora. Tu non sei niente per lui, mettitelo bene in testa. Sei stata solo un pezzo del piano per catturarti e ucciderti, nulla di più. Tu nella sua vita non sei nulla>
Non respiro più.
<smettila. Non aggiungere una parola>
Il ragazzo cammina fino ad arrivare accanto a me, dove si ferma per guardare male la strega che mi sta tenendo ferma.
<perché dovrei? Scommetto che muore dalla voglia di sapere cosa le hai fatto nel dettaglio>
Deve smetterla di parlare, mi sto sentendo male e provo dolore agli occhi.
<ricordi quando vi siete visti per la prima volta? Tu eri ancora nei panni di Dylan, ma il tuo clone gli ha fatto capire che quella era la principessa. È lì che è iniziato il suo gioco. Chiederti di vedervi di nascosto nella biblioteca di Gallwin, dirti una bugia per quanto riguarda il rapporto tra lui e suo padre, fingersi ubriaco per avvicinarsi a te, farsi scegliere dal Cluvano, permettere ai miei mortis di rubare un potere a palazzo, fingere di perdere la pietra Piromante per tentare di lasciarti bloccata nel passato, tenere nascosto lo specchio che mi collega con Gallwin, prendere una finta pozione d'amore, mentirti anche sul marchio che gli ho fatto usando poi la scusa dell'autolesionismo, baciarti per farti cadere ai suoi piedi, giocare con i tuoi sentimenti, fare il finto geloso, fingere di aiutarti quando in realtà stava aiutando me… Era tutto parte del piano per portarti qui e finalmente ci siamo riusciti>
Ogni singolo momento, ogni singola carezza, ogni singola parola, ogni singolo gesto di sincerità e affetto era in realtà finzione. Nella mia mente continuano a passare scene degli ultimi mesi in cui diceva di amarmi, di volermi bene, di volermi aiutare… Sono stata una stupida, come ho potuto fidarmi di lui? Anche Silver mi diceva di stare attenta a lui. Mi diceva di non lasciarlo mai da solo perché sarebbe potuto andare da Lavanda a raccontare i miei movimenti, come ha fatto qualche giorno fa quando è sparito nel nulla senza dire niente a nessuno? Silver sapeva tutto, ecco perché quando sono andata a fare la spesa con lui pensava che io fossi in pericolo. Lo sono sempre stata, e io che pensavo di essere al sicuro al suo fianco.
<devo andare avanti o può bastare?>C'è altro?
<Tamara, smettila, non vedi che è distrutta?>
Il ragazzo che ormai non riconosco più appoggia una mano sulla spalla della strega, ma lei vuole proprio farmi soffrire ancora di più.
<è distrutta per colpa tua, non credi? Io sto solo dicendo la verità, non sto mentendo spudoratamente come hai fatto tu>
<non è così! Spiegale bene come stanno le cose!>
<cosa dovrei dirle? Che hai accettato di sottometterti a me e di eseguire tutti i miei ordini solo perché volevi che io riportassi in vita tua madre e tuo fratello?><che ormai sono obbligato a farlo perché altrimenti mi fai del male con questo marchio!>
<è vero. Rachel, nel caso in cui ti stessi chiedendo il motivo dei tagli che ha Edward sul braccio, ora ti spiego una cosa. Per mascherare quel marchio deve bere una pozione, ma gli provoca dei tagli sul braccio. Se fosse stato davvero un autolesionista, non si sarebbe fatto del male su un tatuaggio, non credi?>Tutte queste informazioni entrano nella mia testa come un proiettile: veloce, doloroso e permanente. Ne ho passate tante nella mia vita, sono riuscita a superare tutto, anche le varie morti dei membri della mia famiglia, ma questo per me è troppo da sopportare. Non credo che riuscirò ad accettare tutto questo in poco tempo, sono davvero distrutta.
Credo che ormai le lacrime stiano scendendo da sole dai miei occhi, non provo nemmeno a fermarle. Tutto questo mi ha ferita, mi sento presa in giro, umiliata. Non riesco a crederci. Qualcuno mi dica che sto avendo un brutto sogno.
<sembra abbastanza scioccata, non credi?>La strega sorride ancora, mentre riesco a notare lo sguardo del ragazzo su di me. I nostri occhi si incontrano per qualche secondo, ma io li sposto subito per paura di soffrire ancora di più.
<vuoi sapere un'altra cosa, cara mia?>
Aspetto che vada avanti a parlare, tanto me la dirà in ogni caso.
La sua mano si posa sulla sua faccia, per poi allontanare la maschera da lei, finché non tocca terra. Che cosa dovrebbe significare tutto questo?
<cara mia Rachel, Melanie, e tutti gli altri nomi che hai, vuoi sapere il mio vero nome?>
Tamara Lavanda non è il suo vero nome? Era intuibile, dato che sono due nomi propri e nessuno dei due sembra essere un cognome, ma non credo si allontani tanto dal suo vero. Cosa dovrebbe interessare a me? Sento che vuole darmi il colpo di grazia, ma che cosa ha a che fare con il suo nome?
<il mio nome è Martha T. C. White Vandàla Sibidia. Ti ricorda qualcosa?>
Mi sta prendendo in giro. Non può essere lei. Sento dei brividi percorrere tutto il mio corpo. Sto tremando nonostante lei mi stia tenendo ferma con la magia.
<che significa?>Il ragazzo vicino a lei chiede spiegazioni. Non lo sapeva lui? Non ha detto che si conoscono da dieci anni?<significa, caro il mio Ed, che io sono sua sorella e dovrei essere io la futura regina di Alfagor, non questa schifosa ragazzina>
Mi guarda male e io sto cominciando a sostituire la tristezza alla rabbia, nonostante il dolore esagerato che provo a causa di tutto ciò che ha detto fino ad ora.
<non è vero, mia sorella è stata uccisa da te dopo la mia nascita>
Cerco di convincermi del fatto che mi stia prendendo in giro solo per farmi stare male.
Scoppia a ridere.
<ti hanno raccontato questo? Davvero? Credi che sia stato difficile fuggire dalla mia stanza e rubare una di queste maschere per non essere riconosciuta? Io ho ucciso nostra madre e stavo anche per uccidere te, se non fosse stato per nostro padre tu non saresti qui adesso. Ovviamente ho provveduto a farlo fuori qualche settimana fa. Per quanto riguarda Peter, lo ucciderò dopo che avrò finito con te>
<non ti credo>
Non può essere mia sorella, lei non è così. Mi hanno sempre raccontato che era una ragazza dolce e gentile, esattamente come mia madre. Non può essere la donna che ho davanti.
<non mi credi? Aspetta di vedere questo allora>
Solleva la gonna del suo abito lungo fino ad arrivare alla pancia, poi scopre anche il fianco, sul quale vedo il simbolo della famiglia reale. Non è possibile. Perché ha fatto tutto questo?
<perché?>Le chiedo con voce ormai distrutta a causa delle lacrime e delle informazioni che stanno finendo di divorarmi piano piano.
<perché io mi merito di salire al trono, non tu e non Peter. Io voglio il potere, ma per colpa tua non posso ottenerlo>
Non riesco ad aggiungere altro, il mio corpo ora sta tremando, nonostante la magia della maga me lo stia tenendo fermo.
<se vuoi un'altra prova, osserva il marchio di Edward>
La mano della donna afferra il polso del ragazzo e mette il suo braccio davanti al mio viso. Mentre il ragazzo urla di dolore, delle parti di quel serpente si illuminano con della luce blu. Quelle parti rappresentano delle lettere: sulla coda è presente una M, sotto di essa una T, la parte superiore del serpente forma una C, corrispondente alla M si può notare anche una W, la lingua del serpente è una V, e il serpente disegnato è a forma di S.
Pensandoci per qualche secondo collego le due cose: M sta per Martha, T. C. è una sigla che non conosco, W sta per White, V per Vandàla e S per Sibidia. Non ci voglio credere. Questo è davvero il colpo di grazia.
<hai già capito, vero? A Silver è servito più tempo, ma d'altronde è più vecchio di te, non potevo pretendere troppo>
Scoppia a ridere un'altra volta e io comincio a non avere più il controllo del mio corpo.
Non aspetta un secondo di più per sollevarmi in aria e lanciarmi contro la parete opposta, facendomi male alla schiena e cadere a terra.
<adesso ti lascio muovere, vediamo se riuscirai a rimanere in vita>
Riesco finalmente a sentire i miei muscoli, anche se ora come ora di muovermi non ho proprio voglia. Dalle sue mani esce una luce nera, che mi colpisce mentre io continuo a sentire dolore, a livello fisico e mentale. Si avvicina a me, stesa sul pavimento, e prende il mio collo stringendolo con le unghie, mi fa male, ma non più di quanto abbia fatto prima di questo momento.
Un pugnale compare nella sua mano che non mi sta tenendo e la sua lama sfiora la mia pelle per poi rigarla violentemente, provocandomi un taglio dalla coscia al fianco e un altro sulla guancia destra.
Dal collo mi solleva senza lasciare spazio all'ossigeno nel mio corpo, poi mi lancia nuovamente contro un'altra parete. Provo ad alzarmi, ma i muscoli delle mie braccia non reggono. Preferirei essere uccisa ora ad essere sincera, vorrei arrendermi e darle quello che vuole, non avrei niente da perdere ora. Un altro incantesimo viene scagliato contro di me e il mio stomaco ne risente, insieme alla mia schiena e alle mie gambe. La sua mano continua a manipolare il mio corpo e a spostarmi violentemente da una parte all'altra della stanza.
<basta!>
Il ragazzo, che fino ad ora ha osservato immobile, urla alla strega di smetterla.
<perché dovrei smetterla, Ed? Non dirmi che ti sei affezionato alla principessina!>
Rimane un po' in silenzio e poi apre bocca.
<perché mi hai detto che devi attaccare il palazzo ora>
Si guardano un secondo negli occhi, poi la strega mi lascia cadere sul pavimento, facendomi ancora male.
<e va bene, adesso vado. Tu porta la tua ragazza insieme a Silver e rimani qui a tenerli d'occhio>
Il ragazzo annuisce e la donna si rimette la maschera per poi andarsene da questa casa, prigione o struttura, qualsiasi cosa sia.
Rimango da sola con l'uomo che mi ha fatto più male in assoluto e non ne sono per niente contenta.
Si avvicina a me, ancora a terra, e mi porge la mano, che io ovviamente non accetto. Come potrei accettare? Per lui sono solamente un burattino da comandare.
Con le poche forze che ho, cerco di alzarmi da sola senza guardarlo in faccia nemmeno una volta, rischierei di fargli del male.
<lascia che ti aiuti>
Io non dico nulla, mi muovo solamente per rimettermi in piedi.
<Rachel, guardami>
Continuo a osservare il pavimento.
<guardami, per favore>
Non lo ascolto minimamente e mi posiziono in piedi nonostante il mio corpo continui a soffrire.
La sua mano prende il mio mento e mi costringe a incrociare i suoi occhi, i miei ancora appannati dalle lacrime.
<mi dispiace per tutto>
Non voglio ascoltarlo. Il mio palmo lo colpisce immediatamente in pieno volto, facendolo girare di novanta gradi. Questo è il minimo.
<ok, me lo sono meritato, lo ammetto, ma voglio che tu sappia che->
Lo interrompo con un altro schiaffo, sempre sulla stessa guancia. Non voglio più sentire la sua voce. Altre lacrime si impossessano dei miei occhi e dei singhiozzi quasi creano l'eco nella stanza, le mie gambe cedono e cado in ginocchio per poi sedermi affranta. Continuo a piangere finché non sento delle mani intorno a me, che mi sollevano e mi posano delicatamente sulla spalla del ragazzo.



La Regina di Alfagor// Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora