30. Epilogo

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<ho capito, quindi è questo che hai fatto a Jasmine e a Bridgette>
Cat mi guarda dispiaciuta e io annuisco.
Abbiamo pranzato tutti insieme e ora sono con lei nella mia camera, mentre Clark, Peter e Marie sono in salotto.
Avevo fatto rimanere tutti qui nel palazzo, eccetto Cam, Francis e Pierre, fino a ieri, poi ho cancellato anche la memoria di Bridgette, mentre Marie rimarrà qui finché non troverà un'altra sistemazione qui ad Alfagor.
Ho spiegato ora a Catherine quello che ho fatto, dato che non potevo ancora farglielo sapere prima di cancellare la memoria della nostra amica. È stata dura per lei dirle addio.
<cambiando discorso, non mi hai ancora detto perché hai fatto arrestare comunque Erik. Perché non l'hai lasciato libero? Dopotutto diventerà tuo marito!>
La guardo sorpresa.
<e chi ha detto che diventerà mio marito?>
Incrocio le braccia, alzando un sopracciglio e sedendomi sul materasso accanto a lei.
<mi hai detto che lo ami ancora, che lui ama te e che tuo figlio è anche suo figlio. A me sembra chiaro che vi sposiate!>
La guardo divertita, poi rido leggermente.
<questo è vero, ma non ho ancora la certezza che lui mi ami davvero. Potrebbe ancora fingere e potrebbe volere lui il potere al posto mio. Devo stare comunque attenta a cercare marito, nel caso in cui lo volessi. Ora come ora preferisco governare il mio regno da sola>
Annuisce.
<ma perché l'hai mandato nelle prigioni?>
Mi chiede, quasi dispiaciuta.
<avrei dovuto lasciarlo libero come se niente fosse successo? Solo perché lo amo?>
Mi alzo dal letto e prendo la bottiglia di acqua che si trova sul comodino, per berne un po'.
<si!>
Mi dice lei, come se fosse ovvio, ma io scuoto la testa sorridendo.
<dovevo fargliela pagare in qualche modo, per essersi messo contro il regno. Non potevo in ogni caso fare altrimenti, volevano addirittura ucciderlo! Almeno in questo modo rimarrà in vita. Sono consapevole del fatto che un bambino abbia bisogno di una figura paterna al suo fianco, infatti Erik, se vorrà, mi aiuterà, ma non posso permettermi in un momento come questo di condividere il trono>
La vedo annuire, mentre io cammino verso l'armadio, per poi aprirlo e pensare a cosa mettere.
<cosa intendi con "in un momento come questo"?>
<tra non molto diventerò regina, ma sono incinta, il che significa che sono debole fisicamente e non posso lasciare che un'altra persona se ne approfitti. Potrebbe essere Erik, come qualcun altro che vuole il potere, come Martha. Non posso permettere, ora come ora, che ci sia un'altra persona accanto a me a governare>
Dico, mentre indosso una maglia a maniche corte e un paio di pantaloncini. Clark mi sta facendo abituare a indossare una gonna lunga, come dovrei fare quando verrò vista in pubblico, ma non è molto comoda.
<ho capito>
Mi guarda, mentre io litigo con questa gonna per toglierla.
<però non è meglio se al tuo fianco hai qualcuno che ti aiuti? A maggior ragione perché sei debole fisicamente ora>
<non preoccuparti, so quello che faccio>
Le sorrido e, finalmente, metto la gonna nell'armadio, abbandonandola insieme agli altri vestiti da principessa.
<ora vado da Erik, tu puoi anche rimanere qui in camera, se vuoi, altrimenti sai la strada per tornare in salotto dagli altri>
Mi annuisce sorridente e io faccio lo stesso.
Esco dalla mia camera e salgo le scale, fino ad arrivare all'ultimo piano, dove si trova la cella di Erik.
Ripenso a Silver. Spero che sia riuscito a trovare la sua famiglia. Dopo aver saputo della sua morte, causata da una scossa elettrica sul tetto del palazzo, Clark, Pierre e tutti quelli che lo conoscevano meglio tra di noi hanno voluto organizzare un funerale come si deve, seppellendo entrambi i corpi di William e Silver accanto a quello di Lara.
Ho pianto per altri due giorni.
Credo che non riuscirò mai a superare la morte del mio migliore amico, ma non posso piangere sul latte versato, ormai.
Davanti alla porta della prigione, tra i due soldati che hanno il turno di guardia, mi fermo per chiedere di entrare a salutare Erik.
I due aprono la porta e mi lasciano passare.
Una volta entrata, vedo quattro grandi celle separate da un corridoio tramite delle sbarre verticali. Dei soldati controllano il prigioniero, è presente solo Erik.
<principessa, che ci fa qui?>
Mi chiede uno di loro, per poi inchinarsi davanti a me, come fanno tutti.
<lasciatemi sola con il prigioniero>
Ordino.
<principessa, non è possibile. Non possiamo rischiare che le venga fatto del male, sarebbe nostra responsabilità>
<è del padre di mio figlio che stiamo parlando>
Basta solo un mio sguardo per farli spostare e uscire dalla stanza. Rimango sola con lui.
Mi avvicino alla sua cella, facendomi vedere, e lui si avvicina alle sbarre. Lo osservo dispiaciuta. Indossa delle manette che eliminano ogni forma di magia presente nel corpo di Erik, e i vestiti da carcerato non gli donano per niente.
<mi dispiace>
Dico soltanto. Non l'ho più visto dal giorno della battaglia, vale a dire una settimana fa.
<perché mi hai arrestato?>
Mi chiede triste, con le mani tra una sbarra e l'altra.
<non posso ancora modificare la legge, è già tanto che non ti abbiano ucciso davvero>
Annuisce guardando poi in basso.
Mi avvicino di più a lui e lo guardo, quasi mi dispiace per averlo buttato qui dentro, ma in un certo senso se lo merita.
<posso farti una domanda?>
Lo vedo annuire.
<voglio che mi rispondi sinceramente>
Appoggio una mano sul suo petto, mentre lo guardo negli occhi e lui non smette di fare lo stesso.
<i tuoi sentimenti per me erano veri o era davvero tutto una farsa per guadagnarti la mia fiducia?>
Finché non ne avrò la certezza, non potrò permettergli di essere il futuro re di Alfagor.
<sinceramente, all'inizio lo facevo solo per indebolirti mentalmente. Qualsiasi mago innamorato è debole. Dopo un po' di tempo, però, ho iniziato a provare qualcosa di forte per te, davvero. Ho cercato di trattenermi e di far capire al mio cuore che tutto quello che facevo, doveva rimanere finzione perché prima o poi tu mi avresti odiato, e infatti è successo proprio questo. Non riuscivo più a trattenermi e così ti ho baciato per la prima volta in quella casa, ma pensavo che a te io non piacessi ancora e che avrei potuto rovinare il piano di Martha, così ho provato a cancellarti la memoria, ma come sai non è servito a nulla>
Fa una piccola pausa, mentre noto i suoi occhi diventare sempre più lucidi.
<quando Martha ti ha detto tutte quelle cose, per me è stata davvero dura. Non volevo che lo venissi a sapere in quel modo, ma prima o poi qualcuno ti avrebbe comunque avvertito. Sono stato un deficiente, non avrei mai dovuto accettare la proposta di quella brutta strega. È tutta colpa sua se sono diventato un mostro e se mi sono schierato contro la famiglia reale. Non sai quanto mi dispiace. Io ti amo, Rachel>
Ormai è inutile dire che sta piangendo a dirotto. Potrebbero essere benissimo lacrime finte.
Ho seriamente paura di abbassare lo sguardo in questo momento, non riuscirei a sopportare altre menzogne da parte sua. Sto sperando con tutto il cuore che le parole che mi ha appena detto siano la verità.
La sua fronte si appoggia alle sbarre, mentre altre lacrime escono dai suoi occhi.
Lentamente stacco la mia mano dal suo petto e giro il palmo verso di me, per poi fare un respiro profondo e guardare in quel punto.
Un sorriso compare sul mio volto, insieme a delle lacrime, il cristallo emana luce bianca. Ora sono certa al cento per cento che lui mi stia dicendo la verità. Non potrei essere più felice di così.
È solo colpa di Martha se lui ha dovuto sopportare certe cose, adesso mi dispiace per lui.
Senza dire nulla, mi allontano da lui ed esco dalla stanza delle prigioni, scendendo poi le scale dopo aver detto ai soldati di fare una pausa. Ubbidiscono e se ne vanno anche loro da quella torre.
Io torno nella mia stanza e prendo una decisione che avrei dovuto prendere un bel po' di tempo fa.
Faccio un respiro profondo e chiudo gli occhi.
Mamma, papà, vorrei tanto abbracciarvi in questo momento...

Salgo un'altra volta le scale e, nonostante io sia stanca, non mi fermo.
<non dovresti stancarti tanto durante la gravidanza, sai?>
Sorrido.
<non preoccuparti per me>
Continuiamo a salire le scale, fino ad arrivare davanti a quella porta.
<è qui dentro?>
Annuisco.
<non preoccuparti, ti ho già spiegato come andrà a finire>
Sento la voce di Pierre dall'altra parte della porta, come previsto si trova qui anche lui.
<potete entrare>
Mi abbraccia, facendomi sorridere.
<grazie>
Dice solamente, prima di fare un bel respiro e girare la maniglia della porta.
Io rimarrò qui fuori.
Vorrei vedere davvero la faccia di quei due in questo momento, spero ne siano felici.
<mamma... Thomas...>
I miei occhi si inumidiscono non appena pronuncia quelle due parole. Con la mente, immagino che la cella di Erik sia aperta e subito dopo sento un rumore metallico. In questo momento si staranno abbracciando.
<Cristina, cosa è successo? Non eravate entrambi...>
Pierre, a quanto pare, non riesce ad ammettere quello che era successo, quando sua moglie e il suo figlio più piccolo sono stati entrambi uccisi da mia sorella.
Riportarli in vita era il minimo che io potessi fare per lui. Nonostante mi abbia mentito, in parte, e si sia schierato contro di me, è stato costretto e quindi si può dire che lui non ha tutte le colpe. In parte sono anche io responsabile della loro morte, chissà a cosa pensava Martha quando li ha uccisi. Conoscendola, molto probabilmente l'ha fatto apposta per trovare un alleato che le sarebbe tornato utile in futuro.
<è grazie alla principessa se siamo qui>
Dice solamente, per poi venire interrotta, se così si può dire, dal figlio più piccolo.
<quindi ora avrò un fratellino anch'io?>
La sua voce infantile mi fa sorridere e appoggiare una mano sulla mia pancia, mentre le lacrime continuano a scendere.
Avrei voluto tanto abbracciare i miei genitori ancora una volta, avrei voluto recuperare il rapporto con mia madre, avrei voluto conoscerla di persona, come hanno potuto fare tutti, tranne me.
Avrei voluto giocare insieme a mio figlio e ai suoi nonni materni, avrei tanto voluto vivere il resto della mia vita con la possibilità di conoscere davvero le due persone che mi hanno messo al mondo, ma non sarà così.
Riflettendoci bene, io ero abituata a vivere i miei giorni senza una figura materna al mio fianco, ma Erik no. Erik aveva davvero bisogno di sua madre, e anche Pierre ha ancora bisogno di lei. Perdere un fratello è davvero dura, anche io ho sperimentato questa sensazione e non è per niente una passeggiata. Nel mio caso, sono stata proprio io a porre fine alla sua vita, sono stata costretta per il bene del mio intero regno, ma è comunque stata dura per me.
<Rachel, ti prego, entra anche tu>
Mi giro e vedo Cristina, che mi sorride prendendo la mia mano.
Asciugo velocemente le poche lacrime che stavano abbandonando i miei occhi e mi faccio accompagnare nella stanza.
Erik corre verso di me e mi abbraccia forte, facendomi ricambiare immediatamente.
<ti amo>
Sussurra nel mio orecchio e io sorrido semplicemente, ancora con la testa tra il suo petto e le sue braccia.
<grazie, principessa. Le sarò riconoscente per tutta la vita>
Pierre si inchina davanti a me, facendo staccare leggermente Erik da me, per permettermi di vedere il suo gesto.
<anche io non riuscirò mai a ringraziarti come si deve per quello che hai fatto>
Anche sua madre si inchina.
<mi basta solo che ci aiutate durante la gravidanza e che vogliate bene a nostro figlio. Alzatevi>
Entrambi mi sorridono, tra le lacrime, per poi avvicinare a loro Thomas.
<noi andiamo a casa ora. Erik, comportati bene>
Dice suo padre, prima di uscire dalla prigione.
<hai davvero usato l'anello della foresta dei cristalli per riportare in vita mia madre e mio fratello?>
Mi chiede con gli occhi fissi sui miei.
Annuisco sorridendo, ma poi lo spingo leggermente nella sua cella.
<non vorrei che tornassero le guardie>
Dico semplicemente, per poi chiudere le sbarre, come erano prima.
<potrò mai uscire un giorno da qui?>
Mi chiede.
<deciderò io quando. Ho saputo che il minimo è un mese>
Deglutisce.
<non preoccuparti, farò in modo che ti trattino bene almeno. Verrò a trovarti tutti i giorni insieme a lui>
Indico la mia pancia e lui sorride, per poi guardare in basso, mentre tiene le mani sulle sbarre.
Mi avvicino sempre di più a lui e senza aspettare altro tempo, appoggio la mano dietro la sua testa e avvicino le nostre labbra, tenendole unite per un bel po' di tempo.
<ti perdono, Erik>


//THE END//

La storia è ufficialmente finita. Spero vi sia piaciuta :)
Fatemi sapere che cosa ne pensate nei commenti.
Non ci sarà un altro libro dedicato a questa storia, ma presto verranno pubblicate nuove storie sul mio profilo.
Ringrazio tutti quelli che hanno seguito questa storia fino alla fine e che mi hanno spronato a portarla avanti.
<3

La Regina di Alfagor// Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora