Parte 6 Gué - Il mio equilibrio

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Quando vedo Camilla in lontananza, percorrendo il viale della sua Villa in campagna, ho un tuffo al cuore. Cazzo, sono cotto. Viste le dimensioni di quest'ultima, capisco che Cami è molto più benestante di quello che vuole far credere. La sua umiltà e semplicità me la fanno apprezzare ancora di più, non pensavo esistessero ancora persone così. Viviamo in un'era in cui tutto deve essere in vetrina, una gara a chi piscia più lontano.

Lei sembra di un altro tempo e di un altro spazio. Una rarità.

La stringo forte tra le braccia, le narici vengono invase dal suo inconfondibile profumo di lavanda. Ci baciamo con passione, la prenderei e la porterei in casa spogliandola ad ogni passo, ma mi trattengo.
Siamo ancora affannati quando dei fari ci illuminano, sono i suoi genitori. Di certo non posso scappare, di certo Camilla non è una delle tante troie che mi sono fatto nella vita, quindi faccio un sospiro e li guardo arrivare verso di noi.

Suo padre è un uomo ben curato, poco più basso di me, sguardo deciso che forse ad un ragazzo dell'età di Cami con molta meno vita di strada alla spalle come me potrebbe intimidire ma io sono abituato a peggio.
I capelli brizzolati sono tagliati corti e porta un completo di alta sartoria blu, come a rimarcare il suo posto nella scala sociale, appassionato come sono di orologi, noto subito l'Audemars Piguet che porta al polso, ha gusto il tipo.
Mi soffermo poi su sua madre, i miei fans scherzerebbero sul fatto che mi farei anche lei, ormai sono abituato a queste battute, ma in questo caso pensare a questa cosa mi mette a disagio e cancello subito il pensiero dalla mia mente. È l'esatta copia di Cami, i capelli a differenza della sua lunga chioma nero corvino sono a caschetto e più chiari, ma il viso è praticamente identico, forse grazie anche a qualche ritocchino ma senza esagerazione. Sono entrambi molto eleganti, mi scrutano mandando occhiate a Cami, che finge di non accorgersene, quanto mi piace questa ragazza.

Sono abituato agli sguardi contrariati dei cummenda in giacca e cravatta, ma in questa situazione mi sento stranamente teso, per una volta preoccupato del giudizio altrui. Vorrei non essere preceduto dalla mia fama.

Questa ragazza mi sta rammollendo.

Passiamo la serata in giro per Roma, pur non facendo niente di speciale stiamo benissimo. Non sono mai stato molto bravo ad aprirmi con le donne, mi è sempre stato più facile sedurle per un unico scopo ma io e Cami riusciamo a parlare di tutto e quasi mi sembra assurdo. Mi sembra di non passare una serata così, come un ragazzo normale da un'eternità. Lei capisce che voglio tenerla lontana da occhi indiscreti e sembra piacerle quanto me questa intimità che si è andata a creare.
Avrei voluto passare la notte con lei, ma ha declinato. Un po' me lo aspettavo ma non resisterò ancora a lungo, la desidero troppo. Probabilmente anche lei.

Ho già organizzato tutto per domani, la porterò in costiera amalfitana, con l'elicottero. Non ho mai fatto niente del genere con nessuna, ma il mio istinto mi dice che sto percorrendo la strada giusta, per una buona volta.

La osservo mentre guarda fuori dal finestrino, l'ho lasciata senza parole.
Quando capisce dove siamo diretti le si illuminano gli occhi, per questo mi piace, non da nulla per scontato, non ha l'aria delle tipe che vogliono far credere che niente le sorprende e che soprattutto le sia tutto dovuto. Per lei era bellissimo girare semplicemente in auto ieri e trova bellissimo ciò che ho fatto per lei oggi.

Atterriamo all'eliporto di un albergo a Positano. Rimango per un po' ad osservarla sotto i miei occhiali scuri, il suo viso illuminato dal sole limpido e avvolgente di questa mattinata di Novembre che sembra assomigliare ad una giornata primaverile, come se il tempo fosse stato mio complice per rendere questa giornata perfetta. Il vento che le scompiglia quei lunghi capelli neri in cui ieri sera ho passato le mie dita mentre la baciavo. Forse ha sentito i miei occhi su di lei e si gira a guardarmi, mi sorride e per un attimo rimango imbambolato. Cerco di riprendermi in fretta e stringo la sua mano nella mia, assumendo il mio consueto atteggiamento sicuro e un po' scostante
"Che dici se pranziamo qui e poi andiamo a fare un giro?" Si perde ancora per un attimo ad ammirare il panorama e io mi prendo qualche altro minuto per osservarla, quando si gira verso di me poggia le sue morbide labbra sulle mie ed entusiasta aggiunge
"Va benissimo, grazie davvero per questa giornata" le sorrido e dico "ringraziami quando sarà finita, se faccio qualche cazzata e ti faccio incazzare?"
Mi da' una spintarella con la spalla "dovresti farla proprio grossa per riuscire a farmi incazzare oggi!"

Pranziamo con una vista pazzesca, nel ristorante dell'hotel, siamo all'interno ma le vetrate ci permettono una bella vista: il blu del mare sembra tutt'uno col il cielo
La cosa che mi sorprende di Cami è che parliamo senza davvero senza sosta, abbiamo molte cose in comune e rimango sempre più piacevolmente colpito.

Dopo il pranzo giriamo per Positano, mano nella mano, come due ragazzini alla prima cotta, non mi interessa di chi ci scatta foto, non mi interessa dei fan che ci guardano incuriositi e sembra che nemmeno lei ci dia tanto peso.
È come se uscire allo scoperto, dopo così poco tempo, mi faccia convincere che quello che sto nutrendo nei confronti di Cami è qualcosa che non ho mai conosciuto, un sentimento del tutto nuovo pronto ad uscire prepotentemente dai meandri del mio carattere, un drago stato troppo tempo rinchiuso in una grotta, pronto a spiccare il volo.

La giornata passa in fretta, troppo in fretta. Riprendiamo l'elicottero, Camilla continua a tenermi la mano, come se avesse paura che svanissi e si accoccola sulla mia spalla.
"Adesso posso dirlo, grazie di questa splendida giornata" e mi bacia, un bacio dolce, così dolce da volerne ancora, sempre di più.

Quando atterriamo a Roma e raggiungiamo la macchina, non le dico nulla, imbocco direttamente la strada che ci porterà al mio hotel, voglio anche capire, proprio come mi ha detto Fabio, se questo interesse è davvero scaturito dal forte desiderio.

Capisco che anche Camilla ha voglia di me, è una donna, ha ventisei anni, ormai ci conosciamo da più di un mese, forse anche lei vuole capirci di più, non mi dice niente e mi stringe la mano, ci baciamo praticamente da quando entriamo in ascensore a quando arriviamo fuori la porta della suite, non ce ne frega niente di nessuno, esistiamo solo noi.

La spoglio piano, bacio ogni centimetro di pelle che mi si para davanti, lei fa lo stesso, più timorosa di me, quando ci uniamo in una cosa sola, sento delle emozioni forti, non legate al puro piacere carnale a cui sono molto abituato, capisco che con Cami ci sto facendo l'amore.
Quello intenso, forte che ti sconquassa le viscere. Ogni suo sospiro è un piacere, ogni mio suono gutturale fa si che ne voglia sempre di più.

Dormiamo ben poco, la voglia di lei non si placa un attimo.
La mattina quando mi sveglio, la guardo e per la prima volta dopo secoli mi sento felice, la voglio ancora, voglio che ci sia nel mio oggi e nel mio domani.
Il pensiero che domani tornerò a Lugano mi riempie di malinconia, ma ho impegni di lavoro improrogabili
"Buongiorno" dice Cami stropicciandosi gli occhi, è così sexy, i lunghi capelli scuri che le ricadono sui seni nudi, le labbra imbronciate, i fianchi generosi e quel culo che è una poesia..
"Buongiorno Cami, hai fame?"
"Tantissima"
Facciamo colazione in camera, ad un certo punto mi fissa con quei suoi grandi occhi in cui mi perdo e dice con un filo di voce
"Devo rettificare, grazie per quello che mi trasmetti. Sei pura emozione."

La guardo intensamente, mentre mi alzo per baciarla aggiungo
"Sembra che sei entrata nella mia testa, perchè è quello che penso io"

Non volevo il mondo, mi bastavi tu.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora