Parte 13 Camilla - Se non ci sei tu

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Io, Ramona e Lavinia, ci avviamo ai bagni, improvvisamente sento che qualcuno mi sta trattenendo il braccio e mi giro, con me si fermano anche loro, visto che ci stavamo tenendo la mano, è Carlo, ha gli occhi rossi, avrà bevuto
"Cami.. mi manchi" mi tira verso di lui io mi divincolo urlando "Lasciami in pace! Che cazzo vuoi ancora da me?"
"Non posso rinunciare a te, sei l'amore della mia vita"
"Non dire stronzate! Non sai nemmeno cos'è l'amore! Non hai aspettato un minuto a parlare dei cazzi miei a giornaletti di quattro soldi!"

Non mi lascia il braccio, continua a muoversi verso di me, io indietreggio, non sembra in sé, Cosimo arriva all'improvviso, si mette tra di noi e lo spinge.
La situazione per fortuna non degenera, ma mi scoppia la testa, voglio andarmene da qui.
Appena il suo braccio mi cinge, mi sento al sicuro, recuperiamo le nostre cose e facciamo per andare via tra gli sguardi incuriositi della gente.
Ramona e Lavinia si scusano con me, anche se non ce ne sarebbe bisogno. Le abbraccio e io e Cosimo raggiungiamo in fretta l'uscita.

"Se ti si avvicina di nuovo, lo ammazzo quello" siamo appena entrati in macchina, Cosimo è davvero nervoso, gli prendo la mano e giro il suo viso verso di me "Mi fai sentire sempre al sicuro, grazie"
"Sei la persona più importante che abbia mai avuto al mio fianco Cami" questo momento viene interrotto dal mio telefono che inizia a squillare, lo prendo, è di nuovo lui.
"È Carlo... che faccio?" Cosimo mi prende il telefono dalle mani, pensavo rispondesse, invece, forse facendo affidamento a tutto il suo autocontrollo, blocca il numero
"Se cerca di contattarti ancora, dimmelo e ci penso io"

"Io non so che gli è preso, prima di conoscere te non mi ha mai cercata"
Vedo che serra i pugni intorno al volante, quindi cerco di distrarlo parlando d'altro.

Quando arriviamo all'albergo, mi butta sul letto e mi sussurra
"Per tutta la sera non ho pensato ad altro che al momento in cui ti avrei sfilato il vestito di dosso" ho un brivido, lo desidero, pensiamo solo a noi, i nostri corpi che si incontrano, le nostre mani che si intrecciano, i nostri respiri che si fondono. Mi dimentico di tutto e di tutti, delle mie paure, di quello stronzo di Carlo, quando ci siamo io e lui, sembra tornare tutto in ordine, come l'allineamento dei pianeti.

Sono su un fianco, lui tiene il suo braccio appoggiato su di me, lo sfioro con le unghie e gli bacio io collo lui si gira e mi fa
"Non ci vanno molto bene queste serate, sarà un segno, sto invecchiando e non ci devo andare più" mentre lo dice fa quel suo sorriso sbilenco e mi viene da ridere "quanto sei scemo!"

Il mattino seguente ha la tappa a Napoli, quindi torno a casa mia a preparare i bagagli, mia madre fa capolino vicino la porta
"Come va?" La guardo, le sorrido, mentre continuo a piegare vestiti
"Bene mamy... la serata di ieri è stata un po' movimentata" incuriosita, si siede sul letto per saperne di più
"Che è successo?"
"Carlo, era al Seven, mentre andavo in bagno mi ha fermata e strattonata, Cosimo penso mi stesse tenendo d'occhio dal tavolo e si è intromesso, non so cosa voleva, ma faceva paura"
"Contro ogni aspettativa, Cosimo ti sta salvando"
La guardo con gratitudine "Sono contenta che gli vogliate dare una possibilità." Lei si alza e mi abbraccia
"Se ti serve qualcosa chiamami, comunque cerca di evitare Carlo. Le persone che reagiscono così ad una rottura sono pericolose."
"Lo so, è quello che ho pensato anch'io, stai tranquilla" annuisce e lascia la stanza.
La giornata passa lenta, quando aspetti ardentemente qualcosa è sempre così, stasera torno a Lugano con Cosimo e non potrei essere più felice.

Per far passare più in fretta il tempo non c'è niente di meglio che fare un po' di shopping, quindi prendo la macchina e raggiungo il centro commerciale.
Voglio comprarmi qualcosa di carino e anche qualcosa di sexy per Cosimo, mentre provo dei completini arrossisco da sola come una scema, pensando a quando me li sfilerà di dosso.

Quando finisco il mio shopping, succede quello che non avrei mai voluto. Trovo la mia macchina sbarrata da un'altra, una mini cooper che conosco fin troppo bene, è Carlo. Non so che fare, sono sola, il parcheggio non è nemmeno troppo affollato, quando mi vede scende dalla macchina e mi viene incontro, io mi fermo, indecisa su cosa fare
"Cami, possiamo parlare? Scusa per ieri" sembra gentile, ma so bene che è solo una maschera
"Carlo, non ho niente da dirti, cortesemente sposta la macchina che vado di fretta" cerco di rimanere più calma possibile, anche se è difficile
"Ti voglio solo chiedere di ripensarci, noi siamo fatti per stare insieme, i nostri padri sono soci in affari, ci terrebbero particolarmente ad una nostra riconciliazione"
Gli rido in faccia, non può seriamente averlo detto, come se fossimo un contratto favorevole da stipulare, sono davvero disgustata
"Ma ti senti quando parli? Non so con quale coraggio dici una cosa del genere, dovessi rimanere solo tu al mondo, preferirei morire sola, piuttosto che con uno sporco bugiardo vicino"
Alzò la voce e la sua farsa da persona ferita lascia spazio alla sua vera indole e con sguardo incattivito mi dice
"Certo che sei coerente, hai lasciato uno come me, con una posizione, per metterti con un puttaniere, per di più vecchio e drogato. Forse è quello che ti meriti"

Non ci vedo più dalla rabbia, lui non ha alcun diritto a parlare così di Cosimo, alzo ancora di più la voce, è la prima volta che seriamente vorrei strangolarlo
"Sposta quella macchina o giuro che te la sfondo" probabilmente diamo nell'occhio, visto che si avvicina una macchina della sorveglianza del centro commerciale
"Tutto bene qui?"
Mentre Carlo con il suo fare da sornione, sta per dire si io lo precedo
"In realtà no, non posso uscire visto che il ragazzo qui me lo impedisce."

Lui mi guarda, gli occhi ridotti a due fessure, mi mette quasi i brividi "Me ne vado. Stammi bene Cami" entro in macchina senza salutarlo e faccio un sospiro di sollievo.
Lui sembra andare via, ma poco dopo mentre sono in tangenziale, vedo la sua auto dallo specchietto retrovisore, sono spaventata, non fa che tampinarmi, non riesco a capire che intenzioni abbia.
È una frazione di secondo, da lì in poi non ricordo più niente, mi urta, perdo il controllo dell'auto, sento un forte boato.

Dopodiché il vuoto.

Non volevo il mondo, mi bastavi tu.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora