Apro la porta d'ingresso e ci metto un attimo a mettere a fuoco la scena.
Camilla è contornata di valigie e borsoni, ha il viso coperto dai capelli, sta poggiando qualcosa sul tavolo, quando vedo l'anello lascio cadere a terra il mio borsone."Cami, ma che stai facendo?" Alza lo sguardo, ha gli occhi rossi e gonfi, di chi ha passato la notte a piangere, mi avvicino a lei, ma fa un passo indietro "Non capisco, perchè stai andando via? Cosa è successo?"
Senza parlare, tira fuori il telefono. Me lo porge facendomi vedere una foto, siamo io e la tipa di Roma, mi cade il mondo addosso.
"Cami, ti prego, fammi spiegare, avevo bevuto, avevo fumato, non ero in me" cerco di fermarla ma lei strattona il braccio e urla "Non mi toccare! Non mi devi toccare!"Indietreggio piano e lei continua "Io ci credevo davvero in noi, credevo davvero che tu volessi cambiare, ma ti è bastato poco per tornare sui tuoi passi"
Non ci sto capendo niente, vorrei essere stato sincero con lei, forse mi avrebbe capito, forse saremo riusciti a superarla. Mi dico che è ridicolo ogni volta piangere sul latte versato. Posso solo incassare il colpo."Cami ti prego, non te ne andare. Ho sbagliato, ma credimi mi sono reso conto della cazzata che stavo facendo, sono stato male e mi sento una merda"
"Tu sei stato male? TU? Io mi sento a pezzi, non avrei mai creduto che avresti fatto una cosa del genere a me. Che stupida che sono, un'illusa. Forse aveva ragione Ginevra. Ero solo il giocattolo preferito del momento. Mi sono dovuta sentire umiliata"È assurdo quanto un singolo errore, distrugga tutto ciò di buono che si era fatto in precedenza, come se passasse uno tsunami a radere tutto al suolo. Non so che dire, non so che fare, il pensiero di averla persa mi distrugge.
"Non puoi dire questo, io ti amo davvero. Lo sapevi che ero un casino, cazzo! Ho fatto un errore, lo so che è imperdonabile" la vedo mentre porta fuori le sue cose cerco di trattenerla, ma non voglio farle male.Nel vialetto è arrivata un'auto ad aspettarla, il tipo esce fuori ad aiutarla a caricare le sue cose, la fermo per le spalle, la guardo negli occhi ma ha uno sguardo glaciale
"Cami. Ti prego." Abbassa lo sguardo, velato di lacrime, come il mio.
"Non ce la faccio Cosimo. Non lo riesco ad accettare."La vedo andare via, mi sento distrutto, vorrei sapere chi ha fatto quella foto, ma ha poca importanza, quello a sbagliare sono stato io.
Ecco la differenza questa volta, eccolo il Karma che prima o poi arriva a bussare alla tua porta, ho spezzato molti cuori ma sono rimasto sempre impassibile, ora posso capire cosa si prova.Questa casa non mi è mai sembrata più vuota di così. Sono io a sentimi svuotato come lo spazio che mi circonda, mi chiudo in me stesso, Camilla non risponde alle telefonate né ai messaggi, ho annullato tutti i miei impegni, non sono mai stato così male in vita mia.
Dopo qualche giorno passato chiuso in casa a impazzire, suona il citofono, mi alzo di scatto, dal monitor vedo Fabio, lo faccio entrare e mi vado a buttare di nuovo sul divano
"Frà mi vuoi spiegare cosa è successo? E perché questa casa sembra un accampamento?" Dice guardandosi intorno, ci sono ovunque cartoni di pizza, bottiglie di vodka e sigarette.Faccio un respiro profondo e inizio a raccontargli tutto, dalla sera a Roma a quando ho trovato Camilla che stava andando via
Fabio mi prende di peso "Allora, per prima cosa ti vai a fare una doccia che puzzi come una capra" dice spingendomi verso la camera da letto, non ci entro da quando sono arrivato e si sente ancora il suo profumo "poi vediamo un po' che cazzo fare"Il getto scende bollente sulla mia schiena e posso far scendere le lacrime che si mescolano alle gocce d'acqua, appoggio le mani al muro e rimango così per un tempo che mi sembra infinito.
Non riesco ancora a capacitarmi di tutto quello che è successo, è stato tutto così improvviso, anche se dalla sera prima avevo percepito che c'era qualcosa che non andava, per questo ho preso il primo aereo disponibile da Bari.
Mi infilo una tuta e torno in salotto, Fabio è alle prese con il telefono, alza lo sguardo "Non risponde neanche a me..."
Mi siedo di nuovo sul divano, con la testa tra le mani "Io non so veramente cosa fare Fà, non mi sono mai sentito così una merda in tutta la mia vita."
Fabio ci pensa su, poi aggiunge "Lo so che ti sembrerà assurdo, ma non hai pensato di sentire suo padre? Probabilmente ti farà una merda, ma almeno potresti sapere come sta."
"Non credo sia una buona idea, io vorrei andare da lei, vorrei spiegarle.."
Fabio sembra pensarci su, poi aggiunge "Io penso che la cosa sia ancora troppo fresca, finiresti per complicare ancora di più le cose."Quando Fabio va via, provo per l'ennesima volta a telefonarla,
"Cosimo, smettila di chiamarmi!" Quando sento la sua voce mi alzo di scatto, mi gira la testa
"Cami, voglio sapere solo come stai" sento un sospiro, di chi trattiene le lacrime e butta giù.Sentirla anche solo per pochi secondi, mi sveglia da questo stato di trance, prendo una busta ed inizio a buttare via tutto lo schifo che ho fatto in giro, mi cade l'occhio sull'anello all'ingresso, me lo rigiro tra le mani, io ci credo veramente a noi.
Sono un casino, ma la amo con tutto me stesso.
Decido che devo vederla, metto l'anello in tasca, preparo velocemente il borsone e raggiungo il mio Range in garage. Mi metto in auto e mi sembra il tragitto più lungo della mia vita.Guido per sette ore di fila, senza mai fermarmi, finisco solo un intero pacchetto di sigarette.
Quando arrivo sotto casa dei suoi, provo a chiamarla, ma ovviamente non mi risponde, allora decido di bussare al citofono, mi aprono direttamente il cancello, entro piano e cerco di ricordare tutto quello che vorrei dirle, ma in testa ho il vuoto totale.
Non mi aspettavo di certo all'ingresso Camilla pronta a saltarmi addosso, ma nemmeno che di lei non ci fosse ombra e ad aspettarmi c'è solo Aurelio, parecchio incazzato.
"Ciao Aurelio, vorrei parlare con Camilla" Aurelio mi squadra, cercando di mantenere autocontrollo "Camilla non vuole vederti, io non so cosa sia successo. Ma per il momento è meglio lasciarla in pace. Sta male Cosimo" dice, come se volesse sottolineare che non sono stato in grande di mantenere ciò che avevo promesso.
"Ho fatto un errore nei suoi confronti" ammetto io, senza troppi giri di parole "Ma ho bisogno di vederla e di spiegare" mentre parliamo, Camilla apre la porta d'ingresso.Ha il viso scavato, di chi non mangia e dorme da giorni e io non posso che sentirmi peggio di come stavo.
"Cami..." mi avvicino a lei, questa volta non si scosta ma percepisco la sua freddezza "Possiamo parlare? Solo un attimo."
Lei incrocia le braccia "Sentiamo. Papà puoi lasciarci soli?" Aurelio rientra con riluttanza. La guardo dritta negli occhi e non scorgere la solita luce che ha quando mi guarda, mi spezza "Mi manchi come l'aria" lei rimane impassibile e io continuo "Ho sbagliato, sono un coglione, ma ero ubriaco e strafatto. Non è una giustificazione, ma mi sono subito reso conto della cazzata che stavo facendo"
lei mi guarda, continuando a rimanere impassibile, avrà consumato tutte le sue lacrime "Come hai già detto tu, niente giustifica il fatto di finire a letto con un'altra. Io pensavo che il nostro amore potesse reggere a tutto, che tu fossi cambiato per me, perché mi amavi davvero, ma se alle prime discussioni e appena siamo stati lontani, tu ti sei subito fiondato su un'altra, vuol dire che tra di noi non può andare."
Le sue parole sono peggio di un pugno in pieno viso "Non è così, io ti amo e non posso stare senza di te, dammi un'ultima possibilità" mi sento patetico, quasi la prego, ma veramente non posso rinunciare a lei, mi stava salvando in tutti i modi possibili."Mi dispiace Cosimo, sto male più di te, penso si veda." Dice indicandosi "Ma non riesco a passarci sopra, ci ho pensato e ripensato e non posso vivere nella paura che tu faccia questa cosa di nuovo, non potrei reggerlo."
Metto la mano in tasca, prendo l'anello "Almeno tieni questo, comunque andrà io voglio che rimanga tuo. Se vuoi buttalo, ma voglio che lo tenga tu"
Tentenna, quando decide di prenderlo le nostre mani si sfiorano e io sento un brivido "Adesso rientro, sono molto stanca." Annuisco e faccio per andare via, mentre faccio manovra vedo sua madre Sara venire incontro alla macchina e abbasso il finestrino "Ciao Cosimo, sono molto preoccupata per Camilla, non mi vuole parlare, vorrei sapere cosa è successo" abbasso lo sguardo imbarazzato, come potrei mai dirle 'Mi sono scopato un'altra e ho spezzato il cuore di tua figlia ed anche il mio'?
"Ho fatto un errore che non mi perdonerò mai mentre ero in tour e Camilla lo ha saputo, mi dispiace. Credimi Sara, io la amo." Sara annuisce, capendo a cosa mi riferisco con 'errore'
"Lasciale un po' di spazio, farà bene a lei e a te, capirai anche tu se quello che avevate cominciato lo volevi veramente, se la risposta è sì, torna a riprendertela. Se capisci che non era ciò che pensavi, lasciala andare, ha sofferto abbastanza" le sue parole mi rimbombano in testa per tutto il tragitto verso casa, io già so cosa voglio. Voglio lei. Ma seguirò il suo consiglio, anche se sarà dura.
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Non volevo il mondo, mi bastavi tu.
Fanfiction*COMPLETA* Camilla vive a Roma, 26 anni. Una storia di due anni turbolenta finita da poco e l'università da terminare. Non riesce più a trovare gli stimoli giusti per continuare. Decide quindi di staccare la spina e accompagnare suo padre a Lugano...