Parte 19 Camilla - E anche se scappi sai che mi ritroverai

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"Hey che succede? Sembra che tu abbia visto un fantasma!" Mentre parlo con Elodie, noto lo sguardo torvo di Cosimo, sembra aver ricevuto una brutta notizia, posa il telefono velocemente "Niente Cami, ci vediamo dopo" mi da un bacio frettoloso e raggiunge Fabio alle funivie.

Mi guardo l'anulare sinistro, l'anello brilla tra il bianco della neve e riflette il sole splendente che mi scalda il viso, io ed Elodie ci rilassiamo sulle sdraio dello chalet, sorseggiando del Pinot grigio.
"Come ti senti? Emozionata?" Io ed Elodie siamo entrate subito in sintonia, siamo simili su molte cose anche se abbiamo vissuto due vite completamente differenti.
Con lei sento di aver trovato una buona amica "Sono incredula, felice sicuramente, ma incredula. È stato tutto così veloce con Cosimo. Ho sempre il terrore che questa felicità possa svanire in un attimo"
Elodie posa il bicchiere sul grande tronco tondo adibito a tavolino e si avvicina a me, poggiando la sua mano sulla mia "Cami, è innamorato davvero tanto, abbi sempre fiducia in lui e cerca di comprenderlo, ma questo ti riesce già bene" ci sorridiamo, complici di questi amori sbocciati improvvisamente, con uomini che non sembravano avvezzi all'amore.

La mattinata passa veloce, ma penso ancora che a Cosimo sia successo qualcosa. Quando ci raggiungono, sembra più sereno, mi prende tra le braccia e tutti i cattivi pensieri svaniscono appena mi sorride. Quel sorriso che parte dagli occhi, non mi stancherò mai di guardarlo.

Gli ultimi due giorni passano fin troppo velocemente, decidiamo di tornare a Lugano, quando arriviamo, mi sembra assurdo quanto io mi senta a casa.

"Devo risolvere un paio di cose, ci vediamo più tardi" Cosimo sembrava essere tornato normale, ma durante il ritorno era parecchio nervoso, ho cercato di far finta di niente, ma adesso sono nervosa anch'io, sento che mi sta nascondendo qualcosa e questa cosa non mi piace.
Decido di tenermi impegnata sistemando sul mio Mac gli appunti da studiare e preparando il planning degli esami che dovrei dare, ma la testa proprio non c'è.

Mi accendo stizzita una iqos e giro per casa nervosa, pensando a quanto sia grande per due persone, figuriamoci per una.
'Se rimango ancora qui impazzisco' prendo le chiavi dell'Audi che Cosimo mi ha lasciato a disposizione e decido di uscire, un giro per il lungolago mi farà sicuramente bene, tra pochi giorni ho la tac, spero tanto che sia tutto ok.

Sono quasi arrivata al centro, quando noto l'auto di Cosimo, un Range completamente nero è difficile da far passare inosservato, rallento piano, la sua macchina è nel senso di marcia opposto al mio, quindi vedo chiaramente la scena dal parabrezza, unico vetro non oscurato.
È con una donna, il caschetto rosso non mi lascia dubbi: è Ginevra.
Stanno discutendo animatamente, Cosimo gira lo sguardo verso la mia auto, sento già le lacrime scendere calde sulle guance, accelero subito e vago senza meta, l'iPhone comincia a squillare ininterrottamente, ho bisogno di stare sola.
Penso passino delle ore, decido di spegnere il telefono e prendere una camera nell'albergo in cui ho alloggiato con mio padre qualche mese fa, quando ci siamo conosciuti.

Mi butto sul letto e non smetto di piangere, perché era con lei? Perché mi fa questo? Dopo avermi chiesto di sposarci. Perché prendermi in giro così?

Forse sono stata infantile, forse dovevo farmi spiegare, ma incontrarsi furtivamente sul ciglio di una strada non è che lasci tanto spazio all'immaginazione. Mi addormento tra le lacrime, finché nel cuore della notte, sento il telefono della camera squillare
"Pronto?"
"Signorina Castoldi, mi scusi per l'ora....Dammi sto telefono" quando sento la voce di Cosimo mi siedo di scatto "Cami, fammi salire ti prego"
"Cosimo, ho bisogno di stare sola, sto bene. Ci vediamo domani mattina"
"Cami, cazzo, fammi salire o spacco tutto"
"Lasciami stare, ho bisogno di riposare, sono arrabbiata, ci vediamo domani e non fare ulteriori stronzate" metto giù e lascio il telefono fuori posto, ma da quel momento non riesco più a chiudere occhio.

All'alba mi alzo e faccio una doccia, prendo le mie cose e lascio la camera.
Quando entro in casa trovo Cosimo sul divano, le mie narici invase dall'odore del tabacco.
Si alza di scatto "Cazzo Cami, mi hai fatto impazzire" cerca di abbracciarmi ma mi divincolo e lui si blocca
"Come hai fatto a trovarmi?" È la prima cosa che mi viene in mente, anche se dovrebbe darmi ben altre spiegazioni
"Ho la macchina localizzata, per fortuna. O penso sarei impazzito"
"Ah tu saresti impazzito, ok."

Abbassa lo sguardo poi continua "Adesso sediamoci e ti spiego tutto"
"Voglio rimanere in piedi. Parla" fa un sospiro ed inizia a raccontare
"Qualche giorno fa ho ricevuto dei messaggi da Ginevra, in cui mi diceva una cosa assurda e improbabile" prende una pausa, vedendomi spazientita continua "una foto con un test di gravidanza, ma sapevo benissimo che voleva attirare solo la mia attenzione, sarò anche un coglione, ma lo faccio sempre protetto, soprattutto con tipe come lei"

A questo punto mi siedo di mia spontanea volontà, mi si sta gelando il sangue nelle vene, mi porto una mano alla fronte, lui si accovaccia di fronte a me "Cami, non è mio, secondo me non è nemmeno incinta, è solo pazza"
"Come cazzo fai a parlare così? Complimenti Cosimo! Una proposta di matrimonio e un bambino in un colpo solo!"
"Cami non fare così! Non c'è nessun cazzo di bambino!"
"Come posso vivere con questo dubbio? Io non posso accettare una cosa del genere, ti avviso. Ma poi stiamo insieme! Perché non me ne hai parlato? Perché tenermi tutto nascosto?"
"Non volevo stressarti", rido stizzita "Beh, mi sembra proprio che non ci sia riuscito!"
Mi alzo di scatto, mi gira la testa
"Mi vado a stendere un po', non mi sento bene"
Mi lascia andare e mi chiudo la porta alle spalle. Come può essere vero? Perché proprio ora? Segretamente sono contenta che non si sia visto con lei per altre cose, ma il fatto che mi abbia nascosto tutto, ha tradito la mia fiducia.

La nostra partenza per Roma era prevista tra due giorni, ma decido di radunare il necessario per andarmene, quando esco con il borsone in mano, Cosimo mi guarda interrogativo
"Dove vai?" Cerco di non guardarlo negli occhi, è tutto così difficile "Torno a casa, ho bisogno di riposarmi"
"Ti accompagno io a casa, da sola non vai da nessuna parte"
"Cosimo ho bisogno di stare sola, non rendere tutto più difficile, ho già prenotato un autista"
Mi prende le mani "Ti prego, rimani qui"
"Non ce la faccio adesso. Risolvi prima questa cosa e ne riparliamo" si gira di scatto, scaraventa contro il muro un vaso

Salto dallo spavento, non l'ho mai visto così, decido di prenderlo per le spalle, lui sembra rilassarle grazie a questo contatto e si gira, ancora affannoso
"Cosimo, sei la persona più importante che abbia mai avuto nella mia vita, non ho mai provato niente di così forte per nessuno. Ma ho bisogno davvero di stare sola qualche giorno, ho la tac, cerca di risolvere questa questione quanto prima e cerchiamo di tornare a dove eravamo rimasti."

Mi guarda negli occhi, quasi non riesco a reggere questo contatto senza crollare "Io ti amo, quella stronza si è inventata tutto, seppure fosse incinta, chissà di quale coglione è. Ci vediamo tra due giorni, io non posso rimanere qui mentre sei a fare la tac"
"Ok.."
Mi chiudo la porta alle spalle, i wayfarer che coprono gli occhi pieni di lacrime.

Quando arrivo a casa, dovrei sentirmi meglio, invece mi sento solo vuota.
"Cami! Sei tornata prima! Che bella sorpresa!" Mia madre mi raggiunge all'ingresso e mi abbraccia "Ciao Mamy" mi scruta, ha già capito tutto "Entriamo, un the caldo ti farà bene" capisce che non ho voglia di parlare, prepara il the in silenzio, le sono grata per questo, ma quando ci sediamo al tavolo in cucina, mentre stringo la tazza fumante tra le mani, non può non notare il diamante di fin troppi carati che ho al dito, guarda la mano, poi me
"Penso che tu debba dirmi qualcosa" improvvisamente sento il bisogno di raccontarle tutto, inizio come un fiume in piena, raccontandole anche della parentesi Ginevra

Mia madre rimane per un po' in silenzio, poi mi dice "Cami, capisco che tu sia stata sopraffatta dalle emozioni, ma Cosimo è un uomo adulto e su questo argomento non mi sembra uno sprovveduto, probabilmente la ragazza voleva in tutti i modi destabilizzare il vostro equilibrio e attirare attenzioni su di lei, persone come questa sono pericolose" annuisco piano, ancora assorta dai pensieri
"Avevo lo stesso bisogno di stare un po' sola, io lo amo tanto mamma, spero davvero che tu abbia ragione"

Passo i due giorni successivi a letto, con la vitalità di uno zombie, Cosimo si fa sentire spesso e sento tanto la sua mancanza, quando arriva finalmente la mattina della tac, ho il cuore in gola, sia per l'ansia dell'esito di quest'ultima, sia perché lo rivedo, ho pensato molto in questi due giorni, mi ha fatto bene stare sola, voglio affrontare questa cosa con lui, quando sapremo la verità, deciderò cosa fare.

Mi affaccio alla finestra quando sento il cancello aprirsi, è lui.
Nonostante tutto, non riesco a trattenermi, corro giù per la scale, per rifugiarmi tra le sue braccia. E mi sento di nuovo a casa.

Non volevo il mondo, mi bastavi tu.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora