Parte 14 Guè - Mi resti solo tu

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Cosimo, in viaggio verso il firmacopie di Napoli

La lascio a casa, ma ho una strana sensazione che mi attanaglia, durante il viaggio penso a quello che è successo ieri.
Il coglione è il classico figlio di papà non abituato ai no, questa sua ossessione verso Camilla mi preoccupa, soprattutto dopo che mi ha detto che la fissa gli è venuta dopo che ci siamo messi insieme.

Sento Camilla poco prima di entrare al firmacopie, oggi ci sono migliaia di ragazzi, ci metteremo un bel po', dal nervosismo non riesco a tenere ferma una gamba, che trema da sotto il tavolo. Quella strana sensazione non mi abbandona, cerco di essere il più impassibile che posso, ma devo sembrare stranito, perchè il mio manager mi chiede se va tutto bene
"Si Fra sto un po' fuori fase" non sembra essere molto convinto, ma poco mi frega, in fondo non è davvero successo niente, è una mia ansia infondata.

Una volta finito, chiamo Camilla, numero irraggiungibile.
Mi salta un battito, non è mai successo. Provo e riprovo ancora, niente. Do' al mio autista l'indirizzo di casa sua, ci vogliono più di due ore, cazzo.

"Vedi di fare prima che puoi, te le pago io le multe"
Sto impazzendo, sento che è successo qualcosa e non so con chi mettermi in contatto.
Dopo circa un'ora che continuo a scervellarmi su come contattarla, mi arriva una chiamata da un numero che non conosco, non faccio squillare nemmeno mezza volta e rispondo
"Pronto?"
"Pronto, Cosimo? Sono Aurelio, il padre di Camilla" se non mi viene un infarto oggi, sono Highlander
"È successo qualcosa?" Ma la voce del padre non lascia spazio all'immaginazione
"Stai guidando Cosimo?" Se non mi spiega subito cos'è successo, penso che mando affanculo le buone maniere e sbrocco di brutto
"No, ma sono in auto, mi dica cosa è successo"
Si prende una pausa con la voce spezzata mi fa "Camilla ha avuto un incidente, ha riportato un'emorragia cerebrale, la stanno operando ora" non so che dire, non riesco a metabolizzare quelle parole, mi sento svuotato, per la prima volta dopo anni, da quando ho perso mio padre, ho il terrore di perdere qualcuno.
Urlo all'autista "Corri come un pazzo o guido io, la mia ragazza è in ospedale!"

Quando finalmente arrivo, sono io a correre come un pazzo all'interno dell'ospedale, non so se perché mi riconoscono o perché sembro pazzo, ma mi guardano tutti.

Incrocio Sara, la mamma di Cami, che mi viene incontro, nello sconforto più totale mi abbraccia e piange sulla mia spalla, questa situazione è surreale.
Saliamo insieme al reparto di terapia intensiva, dove finalmente il padre mi spiega meglio la dinamica
"È ancora tutto da accertare, ma inspiegabilmente l'hanno fatta andare fuori strada"
Annuisco "Si sa chi è stato?"
Lui mi guarda, come se sapesse che immagino, quasi non me lo vuole dire
"È stato il suo ex fidanzato, ma per saperne di più dobbiamo aspettare il suo risveglio e sperare che ricordi" sono nero, spaccherei ogni centimetro di questa sala d'aspetto, mi siedo e mi poggio il volto tra le mani.

Il padre di Cami mi mette una mano sulla spalla "penso che tu voglia saperlo, è già stato fermato dalla polizia" annuisco, anche se avrei preferito prima gonfiarlo di botte.
Dopo ore arriva un medico "I genitori di Camilla Castoldi?" Sara e Aurelio si alzano, ma io mi alzo dietro di loro, il medico mi guarda interdetto, squadrandomi "Sono il suo ragazzo." Lui annuisce e finalmente pensa a fare il suo lavoro invece di chiedere generalità in giro

"Camilla è fuori pericolo, l'emorragia è stata presa in tempo e non avrà alcuna ripercussione, lo shock comunque potrebbe riportarle una temporanea perdita di memoria, quindi appena si sveglia non allarmatevi e non fatele domande, deve ricordare da sola o i suoi ultimi ricordi potrebbero essere compromessi."

Sara e Aurelio si abbracciano, io, non mi vergogno a dirlo, ma fatico a trattenere le lacrime, ho avuto seriamente paura di perdere la cosa più bella che mi sia capitata.
Aurelio mi dice che posso andare via, io non ci penso nemmeno, finché non si sveglia e non me la fanno vedere, non mi schiodo.
Mi chiama Fabio, decido di uscire fuori a fumare, ho bisogno di parlare con qualcuno
"O Frà sei con Camilla?"
"Ciao frà, è successo un casino, Camilla ha avuto un brutto incidente, causato dallo stronzo dell'ex, adesso è in terapia intensiva, sono all'ospedale"
Fabio sta per un attimo zitto "Frà non so che dire, aggiornami appena si sveglia, domani scendo a Roma"
"Ok, grazie. Ci sentiamo dopo"

La notte passa lenta, ci fanno vedere Camilla da dietro un vetro, sembra così fragile, mi sale una rabbia senza eguali, inerme, piena di fili, a causa di una merda umana.
Appoggio la mano sul vetro freddo, come se volessi farle sentire il mio calore, la mia presenza.
Sono rimasto solo io davanti al vetro, ogni tanto scorgo qualche infermiera che mi spia, avranno di che parlare nei prossimi giorni.

Sto sonnecchiando su una delle scomode sedie della sala d'aspetto, quando sento dei mormorii
"È sveglia" mi alzo di scatto, l'infermiera continua "Ripete solo 'Cosimo'" Aurelio e Sara si girano a guardarmi vorrei tanto correre da lei ma dico "Entrate prima voi, vi raggiungo" loro annuiscono, vedo la gratitudine nei loro occhi, mando un messaggio a Fabio
"È sveglia"

Raggiungo la sua stanza, gli ospedali non mi sono mai piaciuti, puzzano di tristezza e morte. Da quando è morto mio padre in clinica, non ci avevo più messo piede.
Quando mi vede sorride flebilmente, mi avvicino e le sussurro "Amore mio" mi viene spontaneo, non l'ho mai chiamata così, in realtà non ho mai chiamato nessuna così.

Gli prendo delicatamente la mano, lei dice con la voce spezzata "È stato bruttissimo..."
Arriva il dottore "Adesso dovete uscire dalla stanza, dobbiamo fare dei controlli."
Non vorrei più lasciarla andare, ma Aurelio mi fa segno di uscire con loro.
Convinco Aurelio e Sara ad andare a casa, tanto io non mi muovo da qui.
Loro mi ringraziano, probabilmente ai loro occhi risulto l'esatto contrario di quello che pensavano.
È la mia rivincita personale. La mia vincita è lei.

Non volevo il mondo, mi bastavi tu.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora