Parte 5 Camilla - Sei al centro di me

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È tornato, non posso crederci. È venuto direttamente a Roma, solo per me.

Corro sotto la doccia, sono in tuta e in condizioni improponibili, fortunatamente per raggiungere casa mia da Fiumicino ci impiegherà quasi un'ora.
Sono un fascio di nervi, non so cosa aspettarmi da questo incontro, non mi ha fatto preparare psicologicamente, ma questa sorpresa non può che rendermi euforica.
I miei sono a cena fuori, quindi mi posso concedere una doccia con la musica a tutto volume
"Alexa, riproduci Guè" la sua voce mi avvolge mentre mi preparo, decido di indossare dei leggings neri in ecopelle, con un maglioncino oversize che mi lascia una spalla scoperta, mi faccio una leggera linea di eye-liner e indosso il mio rossetto nude preferito che mi mette in risalto le labbra.

Dopo poco più di mezz'ora mi squilla il telefono, incredibile. Ma cosa ha fatto? Volato?
Fortunatamente sono già pronta, la semplicità mi contraddistingue sicuramente da quei culi e tette che ha davanti tutti i giorni (si, le sue storie a Miami mi hanno fatto un po' girare le palle)
Gli apro il cancello, raggiungo l'ingresso e mentre scendo gli scalini dell'ingresso indosso un maxi cappotto teddy, con il cuore in gola.
Siamo stati in contatto sette giorni su sette, vedevo più lui tramite FaceTime, che i miei nella stessa casa.
Devo ammettere che ho un po' trascurato le mie amiche, ma avevo anche un esame da preparare e Cosimo ha assorbito tutte le mie energie rimanenti.
Tira il freno a mano con la macchina ancora in movimento e scatta fuori dalla macchina.
Un brivido mi attraversa la schiena, mi prende tra le braccia, mi sento così piccola vicino a lui.
Ci baciamo, un bacio lungo, intenso, travolgente. Posso sentire il suo cuore, che quasi sovrasta il mio, sembrano andare a ritmo con le nostre emozioni.

Ci stacchiamo dal lungo bacio, mi prende il viso tra le mani, mi guarda intensamente
"Sembra che solo ora riesca a respirare" me lo dice sussurrando, quasi credo di immaginarmelo perchè in fondo non posso crederci nemmeno io, Guè, nel cortile di casa mia, che mi stringe come se fossi la cosa più preziosa al mondo.

"Mi sei mancato, Cosimo" mi bacia di nuovo, vediamo dei fari arrivare in lontananza, cazzo, i miei.
Non penso sappiano chi sia, però mi sento persa, cosa gli dico? Ci guardiamo e lui mi fa "non pensavo di fare anche le presentazioni ufficiali stasera" mi metto a ridere nervosamente, i miei scendono dall'auto con un fare parecchio incuriosito, più che altro perchè non hanno mai visto Cosimo e praticamente conoscono quasi tutti i miei amici, almeno quelli che sono così intimi da frequentare casa mia.

"Buonasera" dice mia madre titubante, guardandomi di soppiatto
"Ciao mamma, ciao papà, lui è... Cosimo, è venuto a salutarmi dopo essere tornato da un lungo viaggio"
Mio padre lo scruta, guardando soprattutto i tatuaggi che sbucano dal collo e soffermandosi sulle mani, ugualmente tatuate.
"Buonasera, piacere di conoscervi. Vi rubo vostra figlia per un paio d'ore" lo guardo scioccata, ma che cosa ha in mente?

Mio padre gli stringe la mano e mi guarda storto. Li ignoro salutandoli come se niente fosse ed entro in auto, penserò a loro domani.
Quando sale anche lui tiro un sospiro di sollievo e lui scoppia a ridere
"Che cazzo ti ridi?"
"Dovresti vedere la tua faccia! Cosa devo dire io, che non ho mai incontrato i genitori di nessuna"
"Wow, mi sento lusingata. Comunque dove andiamo?"
"Ovunque, basta che sono con te."

Passiamo la serata a girare per Roma, in auto. Mi racconta del nuovo disco in uscita, anche se ne abbiamo parlato anche al telefono, riascolto tutto con interesse.
Dopo i miei genitori, ci mancherebbe anche qualche paparazzo quindi apprezzo questa intimità che si crea.
Ci sfioriamo le mani, ogni tocco è una scintilla, anche Roma mi sembra più bella stasera, ho paura di farmi male, molto male.
Ma me ne frego, mi fa intendere con qualche frecciatina che vorrebbe dormire con me, si, dormire.
Visto però l'incontro con i miei gli dico che è fuori discussione e poi non mi sento pronta.

La mattina dopo i miei a colazione sono silenziosi, è mia madre Sara, a parlare per prima
"Io quel ragazzo lo conosco.. è venuto qualche altra volta qui?"
La guardo, ancora assonnata. Odio parlare a prima mattina, mio padre è nero di rabbia, anzi piuttosto lo definirei preoccupato, anche se fa finta di niente, ho 26 anni e non può farmi di certo la ramanzina per il tatuato che ho fatto trovare nel cortile di casa.  Mettendomi nei loro panni capisco che da Carlo, biondino, faccia pulita, figlio di papà a rapper tutt'altro che bravo ragazzo, è difficile da digerire. Eppure non si dovrebbe mai giudicare il libro dalla copertina, di angelico Carlo aveva solo il viso.
"No mamma, non credo" decido di risponderle evasiva
"Eppure mi sembra di conoscerlo..." aridaje, devo fuggire da questa inquisizione spagnola.
Mi salva il mio iPhone che squilla, è Cosimo
"Tra 20 minuti sono da te, ti aspetto fuori" il mio cuore inizia a battere forte, mi alzo dalla sedia di scatto.
"Devo andare a preparami" e do un bacio ad entrambi, come se servisse a qualcosa.

Mi preparo più in fretta che posso, faccio giusto in tempo e corro da lui.
Mi guarda uscire, indossa gli occhiali da sole e mi fa quel sorriso sbilenco che un po' lo contraddistingue.

"Oggi ti porto in un posto speciale"
Gli prendo io il viso tra le mani questa volta e lo bacio.
Arriviamo ad una pista di atterraggio per elicotteri, un uomo ci aspetta accanto ad uno di questi ultimi e non capisco proprio cosa abbia in mente.

Saliamo su uno degli elicotteri, indossiamo le cuffie e agganciamo le cinture, dopo aver ascoltato le indicazioni del pilota, lui mi prende la mano e iniziamo a salire.

Non ero mai stata su un elicottero, Roma, anzi il Lazio, diventa sempre più piccolo sotto di noi, oltre le emozioni che mi regala ogni volta che mi è vicino, si aggiungono le emozioni di questa nuova esperienza.

Non volevo il mondo, mi bastavi tu.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora