Parte 1 - l'incontro

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Dopo secoli, mi sveglio riposata.
Controllo il telefono e trovo un messaggio di mio padre in cui mi avvisa che ci saremo incontrati direttamente quella sera.

Decido di non fare fare colazione in hotel e mi preparo per raggiungere direttamente il bar del giorno prima.
Dopo essermi preparata ed aver sistemato tutto ciò che mi serve per studiare, raggiungo l'ascensore per uscire dall'hotel.

C'è un tempo bellissimo, l'autunno è da sempre la mia stagione preferita. 
Il sole limpido mi batte sul viso e il freddo pungente, di quelli che ti fanno congelare la punta del naso, mi fa strizzare un po' gli occhi. Qui fa più freddo rispetto a Roma, mi stringo nel mio cappotto e attraverso la strada, raggiungendo il bar.
Con grande piacere noto dall'esterno che il bar è mezzo vuoto, già avevo puntato un tavolino all'angolo della veranda dove oltre alla vista sul lago, c'è una bella stufa.

Aspetto il mio turno per ordinare, il ragazzo alla cassa mi guarda incuriosito, non capisco se ho attaccato qualcosa sulla faccia e non me ne sono accorta oppure è semplicemente incuriosito da una faccia nuova.
Ordino un caffè e un muffin red velvet e scavo nella mia borsa alla ricerca del portafogli, mi danno nel mentre di essere così goffa e non trovare mai nulla in quest'ultima, il cassiere aspetta pazientemente e nel frattempo prende la comanda di chi è dopo di me

"Un caffè lungo e una fetta della vostra torta speciale" questa voce mi è stranamente familiare, ho trovato il portafogli e lascio la mia banconota sul bancone, mi giro incuriosita e non posso credere ai miei occhi, davanti a me c'è Guè, si proprio lui. Sono incredula.
Mi viene spontaneo, così da sembrare ancora più cretina dopo il siparietto del portafogli di esclamare "Ma sei Guè!" Devo letteralmente alzare il viso in sù per guardarlo, è davvero molto alto e... imponente. A discapito del mio metro e sessanta o poco più, lui è proprio un gigante.
Mi guarda attraverso i suoi occhiali scuri e mi sorride, mi sento in imbarazzo.
Gli sorrido di rimando e senza aggiungere altro, prendo il mio ordine e raggiungo il tavolino che avevo scelto.

Ho il cuore a mille, che ci fa a Lugano? Quante possibilità c'erano di incontrarlo?

Mi si accende una lampadina, ho letto da qualche parte che vive qui, ma non ci avevo pensato.
Mentre caccio i libri, l'iPad e tutto ciò che mi occorre sento una voce alle mie spalle
"Posso sedermi?"
È lui, ok, è sicuramente uno scherzo.
"Prego, accomodati." Non so cosa dire, cosa fare. Ci pensa lui a rompere il ghiaccio
"Non sei di queste parti vero?"
"No, ma vengo spesso a Lugano. L'ho sempre ritenuta la mia seconda casa"
"Non riesco a decifrare il tuo accento e non conosco il tuo nome, io sono Cosimo, ma questo suppongo tu lo sappia già" sorride, Dio quanto è figo quando sorride

Abbasso lo sguardo leggermente a disagio, cerco di tornare in me e rispondo
"Io sono Camilla, comunque vivo a Roma, ma sono originaria di Napoli, quindi il mio accento è un po' così" ho un accento romano abbastanza marcato, non sopporto chi si vergogna delle proprie origini. L'inflessione ad un leggero accento napoletano proviene dalle lunghe estati passate dai miei nonni materni e a volte quando parlo convivialmente, va a crearsi questo strano mix. Lui mi guarda incuriosito ed aggiunge
"E cosa ti porta a Lugano?"

Prendo un sorso di caffè e mi accendo una heets, lui sembra seguire ogni mio movimento
"Mio padre ci viene ogni tanto per lavoro, avevo bisogno di staccare la spina e sono venuta qui con lui"
Annuisce e mi dice "sembra che io ti stia facendo un interrogatorio, non vuoi chiedermi niente?"
Penso che le mie guance stiano andando in fiamme, cosa potrei chiedergli per non sembrare una fan imbambolata? Cerco di essere il più neutra possibile, ma non sono mai stata brava a nascondere i miei stati d'animo
"Guarda, non so esattamente cosa potrei chiederti. Prima ti ha infastidito che ti ho riconosciuto?"
"Figurati, ci sono abituato, ma non qui, sono conosciuto anche in Svizzera ma le persone sono piuttosto riservate, il tuo entusiasmo mi ha subito fatto capire che non sei di queste parti e mi hai incuriosito"
"Certo, per la mia goffaggine!" Dico ridendo.

Inizio a sbocconcellare il mio muffin e lui continua a seguire ogni mio movimento. Si sofferma sulle mie labbra. Forse è solo una mia impressione ma mi mette un pò a disagio, non riesco a capire dove esattamente stia guardando, visti gli occhiali con le lenti completamente nere.

I libri rimangono accantonati in un angolo, lui cerca sempre di tener viva la conversazione e a me fa piacere, gli racconto della mia vita a Roma, lui mi racconta di alcuni suoi progetti.
Parliamo di tutto, mi sembra di conoscerlo da sempre, pian piano ai miei occhi svanisce 'Guè' e appare 'Cosimo'
Riesco a sciogliermi e continuando a parlare si fa ora di pranzo

"Ti ho riempito la testa di chiacchiere, scusami. Probabilmente hai di meglio da fare" dico guardando l'ora
Mi guarda divertito "Secondo te, se mi stessi annoiando, avrei passato tutto questo tempo a parlare con te?''
"Non pensavo di poter essere così interessante.."
"Probabilmente sei stata con le persone sbagliate." Forse aveva ragione.

"Ti va di sgranchirci un po' le gambe?" Dice alzandosi senza aspettare una mia risposta
"Si, va bene" mentre sistemo le mie cose in borsa, vedo che torna alla cassa a prendere qualcosa. Mi raggiunge con un sacchetto in mano

"Muoio di fame, ho scelto io per te" anche premuroso, sorprendente.
Ci incamminiamo per il lungolago, fermandoci a delle panchine più appartate, noto gli sguardi incuriositi dei passanti e gli sguardi ammiccanti di alcune ragazze, lui sembra non farci caso, continua a guardare solo me, anche se rispetto ai suoi standard non credo di esser niente di eccezionale.

"Quando torni a Roma?" Questo ritorno alla realtà mi fa salire il magone
"Domani." Annuisce debolmente e si sfila gli occhiali, guardandomi negli occhi. Ho sempre pensato che ha degli occhi davvero espressivi ed anche questa volta mi sento le guance in fiamme.

"Ti va di venire a cena con me stasera? Tra poco devo andare" dice guardando il telefono
Vorrei tanto accettare, ma una vocina mi dice di andarci piano. Poi se perderà interesse vorrà dire che avrò fatto bene a desistere. Non sono proprio la tipa da una botta e via, non perché voglia essere la santarellina della situazione ma perché il mio essere estremamente romantica mi porterebbe irrimediabilmente a tenerci e non ho bisogno di altro male nella mia vita.

"Non posso, ho già appuntamento con mio padre"
Non dice niente per un pò, poi aggiunge "allora se ti va vorrei che rimanessimo in contatto."
Io continuo a pensare di avere una lunga allucinazione, forse sto sognando, tra poco mi sveglio e sarà tutto finito. Per non sembrare ancora più rincoglionita cerco di rispondere rimanendo impassibile, ma ho il brutto difetto di essere molto espressiva, quindi dal suo sorriso capisco che ho fatto percepire sia il mio entusiasmo che la mia incredulità.
"Si, mi farebbe piacere, dimmi il tuo numero che ti scrivo." Me lo detta e gli mando un messaggio con scritto 'Cami'
"Mi piace Cami" dice lui, salvando il numero sotto questo nome.
Gli sorrido "solo le persone a me più vicine mi chiamano così, ma ho questa strana sensazione con te, come se già ti conoscessi. Quindi mi farebbe piacere se mi chiamassi così"
Lui mi guarda e prende la mia mano, è il primo contatto che abbiamo e sento delle scintille, gliela stringo di rimando.
"Anche io ho provato lo stesso, Cami"
Ho l'impressione che neanche lui volesse andare via, ma ha ricevuto delle chiamate parecchio insistenti dal suo agente e quindi ci congediamo.
Torno all'hotel in uno stato di trance, non riesco ancora a credere che sia successo davvero.

Ciao ragazzi! Questa storia mi è balenata nella mente mentre ascoltavo le sue canzoni, così, all'improvviso. Di getto ho iniziato a scriverla e ho deciso di iniziare a condividerla qui, come sto facendo con il mio primo racconto.
Fatemi sapere il vostro parere.
Inutile dire che ogni riferimento sarà puramente casuale, oltre al personaggio di Guè, sarà tutto frutto della mia immaginazione, spero comunque nel meglio per Cami, staremo a vedere:)

Non volevo il mondo, mi bastavi tu.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora