Senza Di Me - Gemitaiz (feat. Venerus & Franco126)
"Ripetimi per quale motivo ti piace, che ancora non riesco a capirlo."
Iole si voltò verso Marco, seduto alla sua sinistra su uno dei divanetti color crema lasciati al centro della prima sala della mostra Impressionismo e Avanguardie, e inclinò la testa alzando gli occhi al cielo con un sorrisetto divertito. Al momento le sembrava così ovvio che non riuscisse a capirlo, ma decise di provare di nuovo. Tutta quella giornata, in fondo, era un provare di nuovo, giusto per lanciarsi in un ultimo, disperato e inutile tentativo.
"Mi piace l'incompletezza" rispose, muovendo l'indice per seguire i contorni del cielo di un azzurro spezzato, una nuvola d'acquarello nel bianco. "È quasi uno squarcio nella tela, come se Cezanne avesse tenuto gli occhi chiusi troppo a lungo e, nell'aprirli, fosse rimasto abbagliato dal sole invernale."
Marco strinse le labbra in una smorfia, per poi alzarsi in piedi con uno scatto e avvicinarsi con passi lenti e misurati al quadro, mentre altre persone nella sala erano ferme a osservare i dipinti invernali di Monet e Pissarro, dal bianco sfumato in infinite tonalità, borbottando qualcosa sottovoce. C'era un silenzio ovattato, quasi l'ambiente si trovasse immerso nella neve e nella nebbia, lontano da tutto e da tutti, tanto che Iole si trovò a rallentare i suoi respiri, il terrore di rompere la quiete che la portava a trattenerli, mentre il ragazzo, ora davanti all'acquarello, si inclinava in avanti, alzandosi in punta dei piedi, e stringeva gli occhi chiari, aggrottando le sopracciglia con fare perplesso. Iole riuscì a scorgere le sue labbra muoversi per seguire i contorni di una frase che le sembrò essere un altro "Non capisco", accompagnate dallo scuotersi della testa con fare rassegnato, i riccioli scuri scompigliati da un gesto nervoso della mano. Ma, come colto da un'illuminazione, si voltò verso di lei chiudendo gli occhi con forza, piegando così i muscoli del volto in una smorfia buffa che la fece ridere.
"Ma quanto sei pirla" pensò Iole, scuotendo il capo, mentre Marco li apriva all'improvviso, trovandosi subito a sbattere le palpebre a causa dell'illuminazione della sala e a stropicciarli con la mano destra.
"Potrei aver capito" mugugnò il ragazzo, tornando di nuovo a sedersi al suo fianco.
Iole si girò verso di lui, l'espressione sorpresa. "Sul serio?"
"Forse" rettificò subito l'altro, piegando le labbra in una smorfia. "Non molto. Andiamo avanti, cosa ne dici?"
"Andiamo avanti."
Si alzò con uno scatto, iniziando a camminare svelta verso la sala successiva, piena di nuovi quadri davanti a cui incantarsi e pannelli da leggere che catturarono subito la sua attenzione, mentre Marco passeggiava con aria perplessa davanti alle tele, aspettandola.
Iole si rendeva conto di aver fatto una proposta strana, forse azzardata, visto che il ragazzo e l'arte scorrevano sue due rette parallele, inconciliabili per definizione euclidea, ma aveva comunque scelto quel luogo perché voleva sentirsi protetta, lontano da altri posti che l'avrebbero solo caricata d'ansia. Oltretutto, non aveva ancora avuto modo di vedere la mostra, quindi perché non approfittarne?
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Milquetoast
General Fiction"Naturas expelles furca" recita un verso di Orazio. "Potrai scacciare la natura con la forca." Iole, purtroppo, sa bene che in queste poche parole si può riassumere tutta la sua vita: sempre la stessa ansia di vivere o di lasciarsi morire, sempre le...