Penso che non mi abituerò mai alla parola postfazione, che implica in sé una serietà che non credo proprio di aver ancora guadagnato – sì, pure dopo aver scritto anche questa storia, che per le sue centosessanta cartelle potrebbe essere definita un romanzo breve di piccola taglia.Forse un po' tronco, potreste dire voi, ma quando ho steso la scaletta ho riflettuto a lungo su come chiuderlo, scrivendo pure due finali abbastanza diversi, visto che del primo non ero affatto convinta. Comunque, avrei potuto parlare di tutto quello che Iole riassume in un pensiero veloce nell'epilogo; sono però convinta che, se mi fossi andata a focalizzare sulla conclusione della sua lotta contro Juri, sarei andata a perdere quello che volevo fosse il focus della storia. Oltretutto, ammetto le mie colpe: il dovermi informare su tutta la tiritera giuridica si scontrava un bel po' con l'idea iniziale di scrivere una storia semplice e veloce.
Che poi si sia comunque risolto in tutt'altro è un altro paio di maniche.
Insomma, alla fine qui dentro c'è veramente troppo di me. Quando ho iniziato a stendere l'idea iniziale, a dire il vero, non avevo alcuna intenzione di buttarci dentro così tanto di quello che sono stata (e spesso sono ancora), così come non credevo sarei stata in grado di inserire così tante frasi, situazioni e personaggi presi dalla mia esperienza personale. Eppure, nonostante tutti i miei sforzi, alla fine non sono riuscita a separare così bene realtà e finzione letteraria; probabilmente è anche per questo che ho fatto così fatica a concludere la prima stesura e ha decidermi di pubblicarla – credetemi quando vi ripeto ancora una volta che è la cosa più personale che abbia mai scritto.
Capirete quindi che, quando ho iniziato a caricarla, ero giusto un pelo preoccupata. Capitolo dopo capitolo, però, ho iniziato a sentirmi più sicura, ragionevoli dubbi da (circa) prima stesura a parte. In questo piccolo processo siete stati fondamentali voi lettori, che siete riusciti a darmi la giusta spinta per godermi a pieno questo piccolo esperimento che credo proprio non si ripeterà mai – a meno che non decida di sfruttare un setting simile per riuscire, una volta tanto in vita mia, a scrivere una storia leggera e divertente.
Quindi, molto semplicemente, grazie.
Siete riusciti a rendere questa storia una bella storia e, se non avete mai commentato nel corso dei capitoli, vi invito a farlo adesso e a rendermi partecipe di tutto quello che pensate, pure dei Fai pena. Non ero mai riuscita ad avere un'interazione simile coi lettori prima di lanciarmi su questa, e poter avere un confronto con tutti quelli che sono rimasti più silenziosi come conclusione sarebbe meraviglioso.
Detto ciò, nello strano caso in cui siate rimasti incuriositi da come scrivo e da cosa combino, il successivo invito è quello di andare a sbirciare quel poco altro che propongo sul mio profilo; in realtà al momento Hydrus è in revisione offline, mentre 2451 tornerà bella e scintillante – si spera – per Ottobre prossimo, ma nuovi pareri sono sempre i benvenuti!
E niente, questi aggiornamenti serali mi mancheranno.
Un abbraccio e un biscotto virtuale a tutt*,
Rebecca
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Milquetoast
General Fiction"Naturas expelles furca" recita un verso di Orazio. "Potrai scacciare la natura con la forca." Iole, purtroppo, sa bene che in queste poche parole si può riassumere tutta la sua vita: sempre la stessa ansia di vivere o di lasciarsi morire, sempre le...