05. Non puoi capire

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Nirvana - Gazirovka

Mai un weekend le era sembrato così interminabile

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Mai un weekend le era sembrato così interminabile.

Iole, venerdì sera, aveva provato di nuovo a chiamare l'amica, ma l'unica risposta era stata quella della segreteria telefonica. Era andata a dormire con il cuore in gola, la sensazione di aver fatto un errore tremendo a chiuderle lo stomaco e impedirle di prendere sonno, ed era riuscita ad assopirsi solo verso le tre del mattino, cullata dall'idea che, forse, Noemi aveva solo il cellulare scarico e non c'era nulla di cui preoccuparsi.

Eppure, durante tutta la giornata successiva non era ancora riuscita a contattare la sua amica, vivendo le ore da dedicare allo studio in compagnia di un'ansia spaventosa, che la portava a distrarsi ogni due minuti, costringendola ad abbandonare i libri e gli appunti per afferrare il cellulare per vedere se, nel mentre, era comparsa una chiamata o un messaggio. Col cuore ormai rassegnato all'idea che fosse successo qualcosa di grave e per lei incomprensibile, visto che Noemi non aveva mai tenuto in simile silenzio stampa nei suoi confronti, aveva deciso di aspettare fino a lunedì mattina per parlarle in università o, al massimo, per raggiungerla a casa sua dopo le lezioni.

Quel tardo pomeriggio domenicale, però, il telefono squillò all'improvviso.

Ripresasi da un primo momento di stupore, rispose subito, il pensiero che avrebbe chiarito tutto a darle una sicurezza capace di calmarle l'animo. Il "Ciao" che rispose al suo saluto, però, le gelò il sangue nelle vene, facendole tremare le mani e impastandole la bocca.

"Ventisette chiamate in quasi quarantott'ore" disse Juri in tono canzonatorio. "E poi sarei io la persona gelosa."

Iole rimase per un attimo ferma a ingoiare aria, nel tentativo di fare uscire una qualsiasi frase dalle sue labbra; non le era mai accaduto prima di trovarsi davanti a un silenzio così pesante, nonostante ne avesse sperimentati parecchi. Solo il pensiero che quello stronzo avesse fatto qualcosa di male a Noemi l'aiutò a buttarsi alle spalle il panico, sbrigliandole i pensieri e infondendole briciole di coraggio.

"Sono cose diverse" sputò fuori in un sibilo. "Come mai hai il suo cellulare?"

"Stai calma, bimba." Il ragazzo rise all'altro capo della cornetta in un modo che la fece rabbrividire. "Se l'è dimenticato a casa mia e l'ho appena messo in carica. Può capitare di scordarsi qualcosa dopo una scopata particolarmente soddisfacente, sai?"

Iole strinse i denti, trattenendosi dal mettersi a urlare per chiedergli per quale assurdo motivo, allora, Noemi l'avesse chiamata ben cinque volte venerdì pomeriggio. Oltretutto, l'amica era una di quelle ragazze che, piuttosto che lasciare il telefono in giro, si sarebbe tagliata volentieri un braccio; l'aveva vista più di una volta andare in panico perché il cellulare non era nel posto dove pensava di averlo lasciato, iniziando a balbettare che lì dentro c'era tutta la sua vita. Non era possibile l'avesse lasciato lì di sua spontanea volontà per l'intero weekend.

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