Capitolo Trentacinque

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Domenica, 29 ottobre 2017

📍Città del Messico, 🇲🇽

Quella mattina Evelyn si svegliò abbastanza presto, il suo sonno fu interrotto da una mano che le sfiorò il braccio.
"Buongiorno" la salutò Lewis, osservando ogni minimo particolare del suo viso.
Evelyn gli sorrise e si avvicinò, facendo toccare delicatamente le loro labbra.

Poi la ragazza si guardò intorno, vide la porta della loro stanza da letto aperta e con un'espressione agitata chiese: "Ma tua madre? Non ricordo di averla vista ieri sera...è qui?"
"Sì, è qui," le rispose Lewis, mentre gli occhi di Evelyn si spostarono sulla porta alla fine del piccolo corridoio, "è arrivata ieri sera, era molto tardi e tu stavi dormendo."

"Perché non mi hai svegliata?" Si alzò tutto d'un tratto, stando attenta a non fare troppi rumori. "Te l'ho detto, era tardissimo, tu stavi dormendo e non volevo svegliarti. Eri abbastanza stanca dopo...la nostra intensa attività di ieri pomeriggio." Evelyn si fermò a fissarlo per qualche istante. Scattò verso la porta, chiudendola. Poi prese uno dei tanti cuscini del letto e lo scagliò contro Lewis, mentre lui continuava a ridere.
"Ho provato a svegliarti, te lo giuro, ma..." lasciò la frase in sospeso, pentendosene subito dopo. "Ma cosa?" Evelyn prese un altro cuscino e riuscì a colpire Lewis sulla schiena. "Ma sapevo che avresti reagito come stai facendo ora."

Lei si fermò con il braccio sospeso in aria, pronto a lanciare un altro cuscino. "Stai forse dicendo che sono irascibile?"
"Non sempre, solo quando tu vuoi dormire e qualcuno ti sveglia."
Evelyn sembrò pensarci un po' su... "Può darsi, ma sai bene che avrei voluto incontrare tua mamma ieri sera!" Era pronta a continuare il suo attacco quando sentì la porta dell'altra camera da letto chiudersi.

Lewis colse l'occasione per avvinarsi alla sua ragazza e sfilarle il cuscino dalle mani. "Puoi incontrarla adesso."
"Dovrei prima farmi una doccia."
"Sei davvero così nervosa?" Lewis fece un sorrisetto divertito.
"Parli proprio tu, che stavi per avere un attacco di panico quando hai incontrato mio padre per la prima volta?" Ribatté lei, con uno sguardo di sfida.
Lewis sospirò. Nella sua mente si susseguirono le immagini di lui, seduto in macchina, con le mani sudate. "Avevo tutto il diritto di essere nervoso, visto quello che mi ha detto appena mi ha visto: 'Andrew, per gli amici Andy, ma tu puoi chiamarmi sig. Brooke.'"

Evelyn si lasciò scappare un risata, ricordando la reazione del suo ragazzo nel sentire quelle parole. "Okay, abbiamo già affrontato questo discorso. Mio padre non ti odia, anzi." Iniziò a raccogliere dal pavimento tutti i cuscini che aveva lanciato. "Ad ogni modo, tu raggiungi tua madre in cucina mentre io faccio una doccia veloce e mi vesto."
Lewis le prese il volto tra le mani e le stampò un bacio sulle labbra con una spontaneità che la lasciò un po' spiazzata. Ancora non era del tutto abituata a quella situazione, ma di sicuro non ci avrebbe messo molto.

Finì di sistemare il casino che aveva combinato e s'infilò sotto la doccia. Poi si lavò i denti, spazzolò i capelli e si vestì velocemente.
Fece un respiro profondo e varcò la porta della stanza da letto. Dal piccolo corridoio poteva sentire le voci di Lewis e di sua madre. Mantieni la calma, Eve. È sua madre, non può essere tanto diversa da lui. Con quest'ultimo pensiero entrò nella spaziosa cucina che con le tende tirate da un lato era ancora più luminosa.

"Evelyn!" Una donna con i capelli corti e biondi ed un grande sorriso si avvicinò ad Evelyn e l'abbracciò. Nonostante l'imbarazzo iniziale, Evelyn sentì tutto il nervosismo e l'ansia dei minuti precedenti scivolare via dal suo corpo.

"Salve!" Esclamò, "È un piacere incontrarla."

"Dammi del tu e chiamami Carmen, tesoro. Mi fa sentire più giovane." Lewis alzò gli occhi al cielo mentre la madre continuava a sorridere guardando Evelyn.

The interview||L.H.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora