⏸️ Let Me Love You

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Driin drinn drinn.

È la sveglia. Segna le 5.30. Cavolo, potevano scegliere un aereo ad un orario un po' più decente. Alle 6.00 devo essere in aeroporto.

Mi alzo velocemente, non voglio assolutamente arrivare in ritardo.
Mi pettino e faccio una coda come viene, e prendo i primi vestiti che mi capitano, tanto sicuramente mi cambierò di nuovo.

Scendo e trovo i miei già pronti, guardo l'orologio al polso e segna 5.40, beh dai sono stata veloce.

"allora? Ho un aereo che mi aspetta!" dico tutta agitata ai miei.

Mia mamma mi prende e porta la valigia in macchina mentre mio papà entra.
Quando partiamo io sto ascoltando con le mie solite cuffie "Let me love you" ho una Playlist pronta da ascoltare in aereo.

Quando arriviamo in aeroporto, vedo dei ragazzi salire nel mio stesso aereo.

Saluto i miei, nessuno dei due piange ma so che mancherò a entrambi e loro mancheranno a me.
Entro e mi siedo accanto ad un signore sulla mezza età, credo proprio che non sia su questo aereo per andare anche lui al collegio.

Come previsto mi metto le cuffie e ascolto varie canzoni. Stavo per addormentarmi quando vedo tutta la gente alzarsi e capisco che siamo arrivati. C'è un ragazzo, che penso sia quello che gestisce la vacanza-studio, che sta facendo l'appello.
Sono arrivata giusto in tempo, sento il mio nome.
"Nicole Bianchi" urla il ragazzo, corro per andare davanti lui facendo spazio tra la folla di ragazzi che ci sono, e dico "eccomi! Sono qua".
Wow è davvero bello, non l'avevo notato. Rimaniamo a fissarci per circa 2 secondi, quando lui si ricompone e continua l'appello.

Appena ha finito, siamo usciti e c'erano due enormi autobus.
"forza, salite, gli autobus ci porteranno al collegio".

Emma aveva ragione. Tutti sono già amici. Magari in autobus riuscirò a fare amicizia con qualcuno.

Entro e i posti sono già quasi pieni, però vedo una ragazza sola e le chiedo se il posto è occupato.

"scusa, posso sedermi?" mi fa cenno di sì. Tutto il viaggio è stato silenzioso. Ogni tanto tentavo di parlare con quella ragazza, ma rispondeva al massimo con un "mhmh". È più difficile di quanto immaginassi.

Siamo arrivati. Cavolo che ansia. Ho sognato questo momento per tanto tempo, e finalmente si avvererà.

Usciamo un po' in disordine dagli autobus, e tutti si dividono in gruppetti, si sono già formati i gruppi?!

Io rimango la davanti alla scuola ad ammirarla, è davvero bella. E poi c'è un giardino enorme.

"sei in mezzo" sento da dietro. Mi giro per vedere chi è ed è una ragazza bionda con dietro delle sue amiche presumo, sembrano statuine di porcellana.

"oh scusa, non me ne ero accorta. Bella la scuola, vero?!" rispondo cercando di attaccare bottone.

"se mio padre non mi obblighasse la eviterei molto tranquillamente" dice lei e se ne va spostandomi con la spalla violentemente.

"è Veronica, fa così con tutti" dice una voce maschile alle mie spalle, perché tutti si mettono sempre dietro di me?!

"oh ehm grazie" rispondo un po' imbarazzata.

"Andrea piacere, e tu sei...?" mi chiede dandomi la mano.

"Nicole" gliela stringo.

"non ti avevo mai vista, è il primo anno che vieni?" mi chiede mentre iniziamo ad entrare in quella fantastica scuola.

"si, e sono molto emozionata"

"beh se vuoi ti aiuto io a capire come funziona, innanzi tutto ora abbiamo un po' di tempo libero per fare conoscenza mentre a mezzo giorno e mezzo c'è l'assemblea in cui spiegheranno come sono programmate queste due settimane"

"grazie mille, non vedo l'ora" concludo io. Sono felice, in fondo mi sono già fatta un amico.

quel maledetto giorno Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora