Drago fu svegliato dal fastidiosissimo telefono della sua camera d'albergo. Alzò la testa dal cuscino. Aveva un'emicrania terribile. Cercò a tentoni l'orologio e scoprì che era mezzogiorno. Aveva dormito tutta la mattina? Perché stava così male?
Gli ci volle un po' per ricordare gli eventi della giornata precedente. Di pessimo umore già appena sveglio, afferrò il telefono.
- Che c'è? – ringhiò.
- Mi dispiace disturbarla, signor Drago – disse timidamente il receptionist – ma qui c'è una ragazza che chiede di lei.
Drago aggrottò la fronte. – Ludmilla?
- No, signore. Dice di chiamarsi Luna. Luna? Dice che la conosce.
- Non conosco nessuna Luna.
- Non ha idea di chi tu sia. Credi di essere la prima persona a cercare di fregarmi per venire a infastidire una celebrità? -. Drago sentì il receptionist rimproverare la ragazza, Luna. – Adesso devi andartene...-. Pausa. Poi: - Signor Drago?
Drago sospirò, esasperato. – Sì.
-Dice che ha il suo portafoglio.
Drago si raddrizzò. – La faccia salire!
Poco dopo, Drago apriva la porta e si ritrovava davanti la ragazzina del bar. E dunque si chiamava Luna. Non che la cosa gli interessasse. Gli interessava di più che tenesse il suo portafogli davanti a sé come un'offerta di pace.
-Ha dimenticato il portafogli sul bancone – disse. – L'ho ritrovato stamattina quand'ho aperto. Wow, questa stanza è grande come casa mia.
Drago le strappò il portafogli di mano e contò i soldi. -Per me c'erano più di venti dollari, dentro – la aggredì.
- Sì, prima che li spendesse in vodka – ribatté lei.
- O che li prendessi tu.
Luna strabuzzò gli occhi. - Sta scherzando? Perché dovrei prenderle i soldi e poi riportarle il portafoglio?
Drago la squadrò sospettoso.
-Ascolti, le devo chiedere una cosa. Probabilmente mi caccerà via a calci quando gliel'avrò chiesto. Ma io devo chiederglielo comunque. Posso entrare?
Drago era sul punto di sbatterle la porta in faccia, ma lei s'infilò sotto il suo braccio alzato e a Drago non rimase che chiudere la porta dietro di lei. Si girò: Luna si era seduta a gambe incrociate sul suo letto. Drago per un attimo immaginò che Ludmilla tornasse all'improvviso e trovasse una minorenne in jeans e felpa nella sua camera d'albergo. Sperò che si trattasse di una cosa veloce.
-Allora? – la spronò, impaziente.
Luna esitò, evidentemente domandandosi da dove iniziare. Poi disse: - Mi stavo chiedendo...Sarebbe disposto ad allenarmi?
Drago la guardò sbigottito. Poi afferrò la maniglia, aprì la porta e le intimò: - Fuori!
Luna si alzò, ma non si mosse. – Ma...
Drago l'agguantò per la collottola, come un cucciolo riottoso, e la trascinò verso la porta mentre lei cercava invano di opporre resistenza. – Io ho chiuso col pugilato – disse a denti stretti. – Trovati qualcun altro a cui far perdere tempo -. E la sbatté fuori prima che Luna avesse il tempo di protestare.
Luna non demorse. Quando, parecchie ore più tardi, Drago uscì dalla sua stanza per procacciarsi la cena e la trovò seduta contro il muro nel corridoio, capì che aveva deciso di prenderlo per sfinimento.
Si fermò a contemplarla diffidente per qualche istante. Lei lo guardò di sotto in su.
- I tuoi genitori sanno dove sei? – chiese Drago.
- Mia madre sa esattamente dove sono – rispose lei.
- Dovresti tornare da lei.
- Non mi aspetta.
- Non avevi un lavoro?
- Ho il giorno libero.
- Scuola?
- È sabato.
- D'accordo. Allora ti dispiace andartene, prima che qualcuno s'insospettisca di vederti ronzare intorno alla mia porta e si faccia delle strane idee?
-Per favore, signor Drago, farò qualunque cosa. Ho davvero bisogno del suo aiuto.
-Se sei un pugile, avrai certamente un allenatore. Che fine ha fatto?
Lei strinse le labbra senza rispondere.
-Be', non importa. Adesso vado a mangiare e quando torno non voglio più vederti. Mai più. Capito? Fila via.
Entrò nell'ascensore senza voltarsi indietro.
Adesso che non doveva più stare a dieta, perché a nessuno importava più se lui aveva gli addominali oppure no, poteva gustare le eccellenze della cucina americana. Mentre tornava con un sacchetto di McDonald's, si ritrovò a pensare alla ragazzina. Era stato quasi quasi tentato di dirle di sì. Non prevedeva di tornare in Russia a breve termine. Non era come se avesse qualcosa di meglio da fare. Ma l'idea di riprendere i guantoni gli dava la nausea. Però non doveva metterli lui, giusto?
Quando uscì dall'ascensore, era sicuro che se avesse incontrato Luna avrebbe finito col cedere. Ma Luna se n'era andata. Drago per un attimo si sentì dispiaciuto, poi sollevato. Questione chiusa. Archiviata. Rientrò nella stanza.
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Gatekeeper
FanfictionDopo la sconfitta contro Rocky Balboa, Ivan Drago torna in Russia. Dove non resiste neanche un minuto. Sopraffatto dal senso di sconfitta, abbandonato da tutti, compresa sua moglie Ludmilla, torna in aeroporto e prende un aereo qualunque, verso una...