Ottobre

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Ottobre

Drago dovette arrendersi: era fisicamente impossibile che Luna vincesse con la forza. Perciò, entrambi convennero che, da quel momento la ragazza avrebbe dovuto sempre adottare la tattica che l'aveva fatta vincere contro Nettie, puntando su una guerra di logoramento fatta di velocità, agilità, riflessi e precisione piuttosto che sulla forza.

Siccome tutte le avversarie che Luna si ritrovava davanti la caricavano a testa bassa, sprecando immediatamente un sacco di energie, la tattica risultò vincente. Luna si lasciava attaccare, schivava e si teneva fuori tiro. Appena l'avversaria si fermava un attimo, scattava con un unico colpo mirato, che andava immancabilmente a segno, e poi saltava indietro. Era molto veloce e molto agile. La tirava più in lungo che poteva e, quando l'avversaria iniziava a dare segni di cedimento, lei l'assaliva dando sfogo a tutta l'energia che aveva conservato fino ad allora. A quel punto l'altra non riusciva più a sopraffarla e finiva al tappeto, per rimanerci, in tempi piuttosto rapidi.

Luna affrontò altri tre incontri dopo Nettie Cuttleback e li vinse tutti e tre, uscendone anche tutto sommato incolume. Era di ottimo umore e la sua allegria contagiò anche Louisa, che cucinava e dipingeva a tutto spiano.

Un pomeriggio, Drago fece il solito giro di corsa, poi si recò in palestra, in attesa che lo raggiungessero Luna ed Eveline dopo la scuola. Gli altri erano già lì.

Eveline arrivò, ma Luna no.

- Dov'è la tua compagna di avventure? – le chiese Drago.

- Non lo so – rispose Eveline. – L'ho aspettata fuori da scuola, ma non è uscita. Ho pensato che fosse tornata a casa prima per qualche motivo.

-Avrebbe chiamato per avvertire – disse Drago, perplesso.

Aspettarono un altro po', ma Luna non si palesò e alla fine cominciarono senza di lei. Drago era irritato per quel ritardo. Quando Luna fosse arrivata, le avrebbe dato una strigliata magistrale.

Alle cinque e un quarto, Luna non era ancora comparsa. Drago continuava a scoccare occhiate all'orologio. Dov'era finita? Non era mai arrivata neppure un minuto in ritardo agli allenamenti.

Alle sei, Drago iniziò a sentirsi davvero a disagio. Contava sul fatto che Luna gli ronzasse intorno in ogni ora della giornata. Certo, all'inizio gli dava fastidio, ma era diverso, ora.

Si era dimenticata? Impossibile. Era rimasta bloccata a scuola, magari in punizione?

Quando finì l'allenamento, un'ora dopo, Drago andò subito a casa a controllare. Non c'erano né Luna, né Louisa, ma trovò un biglietto attaccato con un magnete sul frigorifero.

Lesse il messaggio e si sentì gelare. Uscì, risalì in macchina e puntò verso l'ospedale.

Nell'atrio, trovò subito Louisa che stava prendendo un caffè alle macchinette. Le sbucò di fronte. – Louisa.

Lei fece un sorriso spettrale e lui provò un tuffo al cuore.

-Ho trovato il messaggio. Va...mmm...tutto bene? Dov'è Luna?

Louisa si sedette. Drago rimase in piedi. Studiò il suo volto segnato dalla fatica. Aveva gli occhi arrossati, le labbra tirate. – È rimasta di sopra, con lui. Ivan, non so quanto tu sappia della situazione di mio marito. So che Luna non ne parla.

Drago scosse la testa, stordito. Louisa cercò di catturare il suo sguardo, ma lui, per qualche motivo, non voleva che lo guardasse in faccia.

Louisa si lasciò sfuggire un sospiro esausto. – È peggiorato improvvisamente. Ci hanno chiamato oggi. Qualunque cosa facciamo...-. Parve avere un cedimento, ma si controllò a fatica. – Non c'è più niente da tentare -. Batté qualche volta le palpebre per ricacciare indietro le lacrime e disse con voce stridula: – Non sappiamo che fare. Abbiamo molta paura.

-Hanno detto...? -. La voce di Drago gli uscì un po' più alta e tagliente del necessario.

-Hanno detto che è solo questione di tempo.

Drago rimase in silenzio, immobile.

-Luna ti adora – disse Louisa, cogliendolo alla sprovvista. La sua bocca tremò. – Non riesco neanche a immaginare come avrebbe vissuto quest'anno, senza di te. Poteva essere terribile e tu l'hai reso il più speciale della sua vita. Le hai dato uno scopo. L'hai spinta a lottare. Le hai insegnato a vincere. Suo padre e io apprezziamo davvero quello che stai facendo.

Drago annuì. Si alzò. Provava un'improvvisa urgenza di uscire da lì. Ma doveva dire qualcosa. – Tuo marito dev'essere un uomo straordinario, se ha cresciuto una ragazza come Luna.

-Lo è.

Drago si allontanò in fretta, prima che le lacrime negli occhi di Louisa traboccassero.

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