Un intervento

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Una notte, Drago si svegliò di soprassalto perché il telefono squillava. Si trascinò a rispondere, intontito. Era Luna, che, a quanto ne sapeva, si trovava a una festa a Forest Hills.

- Lo sai che ore sono? – brontolò lui.

- Ehm, sì -. Luna sembrava agitata. – Lo so che è tardi. Mi dispiace. Ma volevo chiederti...Non è che potresti venirmi a prendere?

Drago aggrottò la fronte al telefono. – Credevo ti riaccompagnassero.

-Sì. Il fatto è che...Ecco...C'è stato un problema e...insomma...vorrei venire via prima.

Improvvisamente, Drago era sveglissimo. – Che tipo di problema?

Luna borbottò qualcosa a proposito di un ragazzo più grande che aveva allungato un po' troppo le mani.

Drago dimenticò momentaneamente che ogni aggressione a Luna era a rischio e pericolo dell'aggressore e pensò: Lo ammazzo. Afferrò le chiavi della macchina. – Dammi l'indirizzo.

Drago era riuscito a comprarsi una macchina nuova, adatta alle sue dimensioni. Un pick-up. Aveva preso la decisione dopo che il clacson della macchina di Louisa si era rotto, rendendo impossibile usare l'auto senza farlo sapere a tutta Boston.

Dieci minuti più tardi, parcheggiava in mezzo a un caos di macchine quasi accatastate l'una sull'altra di fronte a una grande casa e attraversava il giardino come un carro armato, facendo volare via adolescenti ubriachi al suo passaggio.

Luna lo aspettava sulla soglia, nervosa e rigida. Parve sollevata di vederlo.

Drago fece un passo verso di lei. I presenti furono sorpresi nel notare che Luna non si spostava. - Gde on? Lui dov'è? – latrò.

- L'ho già sistemato io – assicurò Luna. – Non c'è bisogno che tu gli dia il resto. Andiamo via e basta.

Qualcuno dietro di lei urlò: - Ehi, Russell! Non dovresti prenderla così male, se uno cerca di infilarti le mani sotto la gonna -. Era un ragazzo di circa diciotto, diciannove anni. Indossava una giacca di cuoio e un paio di jeans e aveva in mano una bottiglia di whisky. - Dovresti ringraziare, piuttosto. Scommetto che non ti era mai successo!

Drago fissò Luna, che era arrossita violentemente e si era coperta la faccia con le mani. – Lo conosci?

- Io...Sì, no, lui...È Danforth Tupper, quello che...

- Non mi ricordavo che eri una ragazza – urlò Danforth Tupper - e volevo accertarmene prima di...! -. E fece un gesto eloquente su quello che avrebbe voluto fare con Luna, se solo lei gliel'avesse permesso.

Drago capì che era lui il ragazzo più grande che aveva allungato le mani, perché, dalle condizioni della sua faccia, era evidente che Luna aveva tentato di cambiargli i connotati.

Lei si girò, ma Drago fu più veloce. Spinse via Luna, afferrò Danforth per la maglia, lo sollevò di peso e lo appese al muro. Quelli dietro di lui avevano la visuale completamente ostruita dall'ampia schiena di Drago e si spostarono.

-Oh, mio Dio, è quello psicopatico – mormorò qualcuno.

Danforth smise di colpo di fare lo spiritoso non appena riconobbe il gigante russo. – Per favore, non uccidermi!

- Chiedile scusa – ringhiò Drago. Il suo accento era pesante e rabbioso.

- Ma io...

- Chiedile scusa, o dovrai scegliere se vuoi prenderle da me o da lei, e francamente non so cosa consigliarti.

- Va bene, va bene! Scusa!

- Non a me, imbecille. A lei!

- D'accordo! Scusa, Luna! Mi dispiace! Perdonami!

Drago lo lasciò di colpo, facendolo cadere da più di due metri d'altezza. Danforth rovinò a terra e rimase lì a rantolare. Drago lo ignorò e tornò da Luna. I presenti si affrettarono a levarsi di mezzo per farlo passare.

-In macchina, tu – ordinò Drago a Luna. – Forza, muoviti.

Luna obbedì. Sorrideva.


-Grazie – disse a Drago, mentre lui guidava così arrabbiato che Luna avrebbe giurato di vedere del fumo uscirgli dalle narici.

-Stai bene? – le chiese lui, bruscamente.

-Sì, sto bene. Non è la prima volta che mi succede. Molti maschi non rispettano tanto le ragazze che invadono il loro...Mondo.

- Vuol dire che tutto questo è successo perché sei un pugile? – s'infuriò Drago.

- Sì, e perché non sono minacciosa come Willow Clark, quindi lasciano in pace lei, ma non me -. Luna alzò le spalle. – Non ho molte amiche femmine perché mi considerano un maschio mancato. E non riesco a tenermi un fidanzato perché...non mi percepiscono come una ragazza, non so se mi spiego. Pensavo che Danforth fosse diverso e così quando mi ha invitato a questa festa...Ma mi sbagliavo -. Si lisciò la gonna e fece una smorfia. – Mi spiace solo di aver sprecato così il vestito che avevo preso due mesi fa per il ballo.

- Però gli hai dato una bella lezione. Consideralo un allenamento.

- Grazie. Neanche tu sei stato male.

Drago si vergognava un po' del fatto che anche lui aveva avuto forti dubbi sui pugili donna, prima di mettersi ad allenarne tre e iniziare a uscire con una di loro. Mise la freccia per svoltare. – Sai, ieri Jonathan mi ha chiesto se hai un fidanzato.

Luna si raddrizzò. – Veramente?

- Da, da. Alice dice che gli piaci.

- Oh! -. Luna si appoggiò allo schienale. – Perché dovrei piacere a Jonathan?

Drago fece una pausa. – Non lo so.

- Fantastico. Grazie. Ma allora perché non mi ha invitato al ballo, il mese scorso?

- Forse si vergognava.

- Be', è un peccato – considerò Luna. – Gli avrei detto di sì.

Continuò a sorridere per tutto il tragitto fino a casa.

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