Ludmilla aveva prenotato da Blades and Boards. Un cameriere impettito, così indaffarato che probabilmente non li avrebbe riconosciuti nemmeno se fossero stati il re e la regina d'Inghilterra, li accompagnò a un séparé e diede loro i menu.
Drago mormorò: - Vy ochen' khorosho. Stai molto bene.
-Lo so -. Al di sopra del suo menu, Ludmilla squadrò Drago. – Sei ingrassato?
Lui fece segno di "così così" con la mano.
-Confido che ti sforzerai presto di tornare in forma -. Poi annunciò che avrebbe preso l'aragosta. Drago la imitò.
Parlarono più di quanto Drago si aspettasse. Ludmilla non disse molto di sé, in realtà, ma ascoltò Drago quando lui le raccontò cos'era successo in quei mesi. Gli chiese se pensava che sarebbe tornato a combattere. Lui disse di no. Ludmilla scrollò le spalle, come se fosse sicura che Drago avrebbe finito per cambiare idea.
Dopo cena, lui la riaccompagnò all'albergo.
-Spero davvero che ci ripenserai, Ivan – disse Ludmilla. – Una sconfitta può capitare a tutti, in fin dei conti.
Drago le scoccò uno sguardo stupito. Era la stessa donna che gli aveva dato del buono a nulla cinque mesi prima? – Ne dlya menya. Non a me.
-Non è detto che tu abbia perso il tuo talento. Se rientrassi nel giro, diventeremmo...Cioè, diventeresti ricco in men che non si dica. E soprattutto potresti andartene da quel tugurio.
Drago non si era reso conto di essersi affezionato al tugurio, finché non si sentì urtato dal fatto che Ludmilla lo chiamasse così. – Non è poi tanto male.
Ludmilla sgranò gli occhi.
-Comunque, se Luna vince il torneo, mi darà i soldi per andarmene – si affrettò a chiarire Drago. – È per questo che lo faccio.
-Davvero? Non si direbbe.
Drago non si sentiva così confuso da quando, quattro mesi prima, era salito su un ring e si era ritrovato di colpo abbagliato da luci stroboscopiche e circondato da squinzie che ballavano in abiti succinti. – Cosa intendi?
-Quando parli della tua piccola amica, sembra tanto che t'importi di lei, oltre che dei soldi.
Drago si sentiva sempre più a disagio.
-Sei uscito con altre donne, in questi mesi? Della tua età, intendo -. Il tono di Ludmilla voleva essere scherzoso, ma a Drago sembrò accusatorio.
- Non so cosa tu voglia insinuare, Ludmilla, ma ti assicuro che Luna non cambia niente. Non è cambiato niente. Io non sono cambiato. Sono sempre Ivan Drago.
- Non sto insinuando nulla. Lo dico solo per il tuo bene. Ho parlato con Koloff...
- Hai parlato con Koloff di me?
- Sì. Siamo entrambi sicuri che presto sarai di nuovo famoso e, quando succederà e tornerai in Russia, la stampa potrebbe trovare strano che, per tutto il tempo che sei rimasto qui, ci fosse una sedicenne a ronzarti intorno di continuo.
- Non combatto per la stampa. Combatto perché voglio farlo.
- Combatti per servire il tuo Paese – replicò Ludmilla. – Sul ring, come nell'esercito.
- L'esercito non mi vuole più.
- Per ora.
-Ludmilla, è stata una tua idea venire qui, vero? Oppure te l'ha chiesto Koloff? Senza rispondere, lei chinò verso di lui e gli mise una mano sulla gamba. – Se vuoi, posso aiutarti io a trovare un altro posto dove stare. Potrei stare lì con te, finché non torni in Russia. Non ci sarà più il rischio che quella ragazza danneggi la tua immagine, in vista del tuo ritorno alla ribalta, standoti incollata ventiquattr'ore su ventiquattro.
- Ty ne ponimayesh'. Non capisci. Luna ha bisogno di me.
- Luna può badare a se stessa. E poi c'è sua madre.
- No, non c'è. Non...in quel senso. E lei non ha neanche sedici anni. Rispondi alla mia domanda, Ludmilla.
- Nessuno ti dice di piantarla in asso. Tu sei un atleta eccezionale. Porterai quella ragazza alla vittoria, lei vincerà i soldi per noi, e poi tornerai in Russia con me.
- Te l'ha chiesto Koloff – tradusse Drago.
- Koloff ha grandi progetti per te. Dice che è disposto a dimenticare cos'è successo. Tutti dimenticheranno cos'è successo, se riesci a trasformare quella ragazzina in un pugile. Non sarà difficile venderla così ai media: la vincitrice di un importante torneo americano, con in palio una posta altissima, è stata allenata dal campione russo Ivan Drago. Così non sembrerà un tradimento che tu stia allenando un'americana, che tu abbia fraternizzato con loro. Che gloria sarebbe per noi. E che smacco per loro. Resterò qui per tutto il tempo che sarà necessario, Koloff ci raggiungerà. Possiamo affiancarti Vega e Rimskij per allenare la ragazza.
All'idea che quei due si avvicinassero a Luna, a Drago si accapponò la pelle.
Ludmilla gli passò una mano tra i capelli. - Possiamo volgere il tuo colpo di testa a nostro vantaggio. Pensaci, Ivan. Se vuoi tornare in Russia da eroe, com'eri prima, è questa la strada da seguire.
Drago strinse il volante.
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Gatekeeper
FanfictionDopo la sconfitta contro Rocky Balboa, Ivan Drago torna in Russia. Dove non resiste neanche un minuto. Sopraffatto dal senso di sconfitta, abbandonato da tutti, compresa sua moglie Ludmilla, torna in aeroporto e prende un aereo qualunque, verso una...