Vy mozhete

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Nei giorni seguenti, Luna parve costantemente in preda a una brutta influenza. La trovavano negli angoli più strani della casa con addosso una maglia di flanella e i pantaloni del pigiama e i capelli sporchi. Guardava un sacco di TV ma non sembrava vedere nulla. Non voleva lavorare, non voleva andare a scuola, nemmeno dato che aveva le lezioni per prendere la patente: era Drago a costringerla.

All'inizio non voleva nemmeno mangiare e non si presentava ai pasti, sperando che sua madre e Drago si dimenticassero di lei. Poi ricominciò, ma in modo disordinato, senza far caso a cosa le capitasse in mano: ciambelle, gelato, merendine, ignorando del tutto la dieta che il suo allenatore le faceva seguire. Drago non faceva in tempo a nascondere le schifezze che lei le trovava.

Louisa cercava di convincerla ad andare in ospedale a trovare suo padre, ma lei non voleva. Alzava il volume della TV quando sua madre provava a parlarle. Si stava preparando al distacco, ma Drago sapeva che non sarebbe mai stata pronta. Non si è mai pronti per cose del genere. Nel frattempo, però, continuava ad allenarsi, in un tentativo disperato di costringere l'Universo a rispettare il patto che loro due avevano sancito. Era l'unica cosa che faceva, a parte dormire.

Drago aspettò inutilmente che Luna rinsavisse da sé. Poi che la facesse rinsavire Louisa. Quando fu chiaro che nessuna delle due cose sarebbe successa, intervenne lui, mettendosi letteralmente tra Luna e la TV.

- Vattene - disse lei.

- No. Non stai bene, krapivnik.

Era così raro sentire la sua voce, e soprattutto quel tono gentile, che Luna lo guardò sorpresa, ma non rispose.

- Per favore, di' qualcosa – mormorò Drago.

- Cosa vuoi che dica?

- Qualunque cosa. Devi...-. Drago fece un gesto, cercando le parole. – Far uscire quello che c'è dentro di te, che ti fa stare così male.

Lei alzò gli occhi e vide che lui la guardava preoccupato. - Sono a posto – tagliò corto. – Ti prego, vattene -. Alzò il volume.

Drago le sottrasse il telecomando e spense la TV.

- Ehi! -. Luna cercò di riprenderselo, ma Drago lo tenne fuori portata.

- Luna, mi fai paura -. Era vero. A Drago sembrava di vedere se stesso, i primi tempi dopo la sua sconfitta. Sapeva quanto fosse poco sano.

- Non voglio parlare – piagnucolò Luna. Non riusciva a guardare Drago.

Lui la raggiunse, le circondò le spalle con un braccio e le diede un bacio sulla testa, in uno dei rarissimi gesti d'affetto che si lasciava sfuggire. – Devi vederlo.

- Non posso -. Luna tremava.

Drago le strofinò le braccia per scaldarla. - Vy mozhete. Puoi. Vai.

E Luna andò. 

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