Louisa crolla

85 3 6
                                    

L'appartamento era immerso nel silenzio. Louisa era scomparsa dal divano. Drago la chiamò a voce alta, ma non ottenne risposta. Probabilmente si era chiusa in camera sua ed era meglio lasciarla lì finché non fosse uscita da sola. Si sentiva esausto. Portò Luna in cucina, la costrinse a sedersi e le preparò una tazza di tè nero bello forte.

Si diresse verso il bagno per prendere un asciugamano e scoprì che la porta della camera di Louisa era aperta. Sbirciò dentro: il letto era vuoto e sfatto. Doveva esserci lei, in bagno.

Drago deviò verso quello minuscolo degli ospiti. Tornò in cucina e tese l'asciugamano a Luna. Lei lo guardò come se non sapesse cosa dovesse farci. Drago sospirò e si mise a frizionarle lui i capelli.

Luna non piangeva più; adesso sembrava solo in stato confusionale. Drago avrebbe preferito che continuasse a piangere e urlare. Quel silenzio era terrificante.

Dopo la tazza di tè, Luna era di nuovo abbastanza lucida da prendere l'iniziativa di andare in bagno e mettersi dei vestiti asciutti. Un minuto dopo, tornò in cucina, dove Drago si stava facendo un caffè doppio. I suoi occhi erano scurissimi ed enormi nella faccia bianca. – Ivan, puoi venire un attimo? Credo ci sia qualcosa che non va con mia madre.

Lui alzò lo sguardo. – Che vuoi dire?

-Penso sia in bagno, ma non risponde.

Drago la seguì fino alla porta del bagno. Accostò l'orecchio per sentire se Louisa fosse sotto la doccia. Non sentì nulla. Bussò. – Louisa? -. Niente. Si rivolse a Luna. – Forse non è in bagno.

-Ma l'ho cercata dappertutto – disse Luna. Dalla sua voce, Drago capì che stava lottando per soffocare un terrore crescente. – Nell'altro bagno, in camera tua. Non c'è. Non ci sono biglietti. E le sue scarpe sono accanto alla porta. È in casa, per forza.

Anche Drago iniziò a sentirsi inquieto. Scosse la maniglia: la porta del bagno era chiusa a chiave dall'interno. – Louisa. Louisa? Rispondi, maledizione! -. Quando Louisa non rispose, spostò Luna di peso e abbatté la porta con un paio di spallate.

Sapeva cos'avrebbe visto ancora prima di entrare, ma supplicò lo stesso: Ti prego, ti prego, fa' che non sia successo, che non l'abbia fatto, fa' che Luna non debba vederlo..., prima di abbassare lo sguardo sul pavimento.

Louisa era riversa sul pavimento, troppo pallida. Il cassetto dei medicinali era aperto e c'era un flacone vuoto accanto a lei.

Drago imprecò in russo. Afferrò Louisa per le spalle e la scosse. – Louisa, mi senti? Louisa!

Louisa aprì gli occhi di uno spiraglio e mugolò, contorcendosi sul pavimento. Era ancora viva. Drago la tirò verso il water e ordinò a Luna, che assisteva alla scena impietrita: - Chiama il 911 e portami un bicchiere di acqua e sale.

Luna si precipitò fuori. Tornò dopo tre secondi col bicchiere in una mano e nell'altra il telefono. Passò il bicchiere a Drago. – Pronto? Sì, è mia madre...Ha mandato giù un intero flacone di pillole...-. Mentre leggeva l'etichetta all'operatore e dava l'indirizzo, Drago costrinse Louisa a inghiottire il contenuto del bicchiere e le spinse la testa sul water proprio prima che lei ci desse di stomaco dentro.

L'ambulanza arrivò a sirene spiegate cinque minuti dopo.

GatekeeperDove le storie prendono vita. Scoprilo ora