Una dritta

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Verso la metà di febbraio, quando Luna ormai riusciva a saltare la corda senza dover essere rianimata alla fine, Drago iniziò ad allenare la tecnica, con immensa gioia di Luna che non vedeva l'ora di mettersi all'opera.

Purtroppo la differenza di altezza e peso tra Luna e Drago non permetteva a Drago di offrirsi come avversario, perché avrebbe finito con l'ammazzarla. Luna gli arrivava con la testa appena allo stomaco. A meno di non acchiappare qualcuno per strada della stessa corporatura della ragazza, il che era escluso perché Drago non voleva che gli revocassero il visto prima dei nove mesi che ancora gli restavano, era un allenamento molto teorico, cosa che purtroppo avrebbe gravemente penalizzato Luna sul ring. Alla fine, Drago risolse a mezzo il problema dell'avversario piazzando uno specchio di fronte a Luna e facendole fare sessioni di tre minuti di combinazioni di pugni ed esercizi di trasferimento del peso ed equilibrio. Luna aveva un ottimo equilibrio. Nei momenti morti passeggiava e volteggiava tranquillamente su una trave che qualcuno aveva abbandonato nella sala e dimenticato in un angolo, sicura e leggera come una ginnasta.

Drago la controllava da vicino. La seguiva in silenzio mentre girava intorno al sacco, riprendendola se saltava per spostarsi o incrociava le gambe, spingendole i gomiti in su, se abbassava la guardia. Il sacco, purtroppo, non era esattamente un avversario imprevedibile.

La soluzione ovvia si era presentata immediatamente alla mente di Drago, ma all'inizio l'aveva scartata. Se le cose si fossero messe male, sarebbe stato lui a finire nei guai. D'altro canto, se la prima volta in cui Luna si fosse trovata davanti un avversario fosse stata alla sua prima gara, sarebbero finiti tutti e due in guai ancora peggiori.

Così, un lunedì, mentre Luna era a scuola, Drago andò in palestra e si affacciò alla sala dove si teneva un corso di kickboxing. La maestra era una donna. Doveva avere l'età di Drago. Aveva le guance rosse, gli occhi tondi, le labbra piene. I capelli erano ricci e scuri, anche se non corvini come quelli di Luna, era alta e aveva un corpo piacevole, tornito. Drago si ritrovò a pensare involontariamente che fosse bella.

Lei si accorse della presenza sulla porta e si girò, insieme ad alcuni dei suoi allievi, che lo riconobbero e spalancarono gli occhi. Lui la fissò e lei gli fece cenno di aspettare. Chiamò un ragazzo dal gruppo di accoliti e lo stese con una naturalezza sconcertante. Suo malgrado, Drago fu costretto a riconoscerne il talento.

La ragazza uscì. Non s'irrigidì, non cercò di darsi un tono, non si tirò indietro come faceva di solito la gente quando si trovava di fronte a Drago. Lo fissò senza battere ciglio.

- Sono... - iniziò Drago.

- Lo so chi sei. "La morte dall'alto". Io sono Alice, la figlia di Max. Posso aiutarti?

Drago era vagamente innervosito. Aveva immaginato d'intimidirla e invece no. – In effetti, sì. So che questo è l'unico sport di combattimento che si pratica qui dentro, oltre a...a quello del signor Russell.

Alice accennò un sorriso. Era un sorriso molto gradevole. – Ho visto che stai allenando sua figlia. È gentile, da parte tua.

- Non lo faccio per gentilezza.

- Scusa, non volevo accusarti di non essere un mostro come sembri.

Drago incassò. – C'è un torneo a cui vuole partecipare a tutti i costi. Le ho detto che è pazza. Ma non mi ascolta.

-Ah, sì. L'ho vinto io, l'hanno scorso.

Drago ne fu debitamente impressionato.

- Volevi chiedermi qualcosa? – chiese Alice.

- Luna ha bisogno di combattere. Non può farlo con me. L'avrai presente.

Alice annuì, vagamente divertita. – Vuoi sapere se conosco un posto dove può trovare qualcuno con cui combattere?

-Esattamente.

Alice gli diede una data e un orario, poi tornò a fare lezione. Drago rimase a guardare ancora per un po'. Lei gli sorrise e gli fece cenno di unirsi a loro, ma Drago scosse la testa.

All'allenamento successivo, ben lontano dalle orecchie di Louisa, Drago disse a Luna: - Hai bisogno di esercitarti con un avversario vero.

- Già – disse Luna.

- Perciò te ne ho trovato uno. Anzi, parecchi.

- Fantastico!

- La cattiva notizia è che potrebbe essere doloroso.

Luna alzò le spalle.

-Spero che continuerai a pensarla così anche venerdì sera. Naturalmente, non è affatto necessario dire a tua madre che ti faccio partecipare a un incontro di boxe clandestino. 

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