Millie's pov
Mi svegliai e notai una mano poggiata sul mio fianco. La sua mano.
In un attimo i ricordi di ieri si fecero spazio nella mia mente e mi scappò un sorriso.
Lasciai un lieve bacio sul naso al ricciolo accanto a me che aprì subito gli occhi.
"Non sto sognando vero?" Disse e io ridacchiai per poi scuotere la testa.
Mi accarezzò i capelli e spostò una ciocca di essi dietro il mio orecchio.
"Millie, non posso assicurarti che sarò perfetto, ma voglio crescere quel bambino. Ho fatto un sacco di cazzate nella vita, non sono stato il ragazzo perfetto, ma sono pronto a cambiare per questo bambino. È la cosa più bella che tu potessi darmi." Disse accarezzandomi le guance e io abbassai lo sguardo.
"È una grande responsabilità Finn. Io ho rinunciato a tutto per essere genitore. Ho rinunciato al diploma, all'università, alle serate in discoteca. Devi mettere tutto da parte per essere un genitore." Dissi e lui annuì.
"Io sono pronto a farlo Millie. E voglio farlo." Disse e io sorrisi.
"Vabene allora. Dammi solo un po' di tempo per spiegargli le cose." Dissi e luì sussurrò un 'okay'.
"Comunque, come sei stata tutto questo tempo?" Disse mettendosi seduto, appoggiò la schiena alla spalliera del letto e io misi la testa sul suo petto.
"Sono stata qui con Noah dal giorno che mia madre mi ha cacciata via. Lui e Jacob mi hanno aiutato molto. Sono stata bene ma ti ho pensato ogni secondo." Dissi e lui sospirò.
"Jacob, lo sapevo. Sapevo che quel figlio di puttana si sarebbe preso cura di te." Disse ed entrambi ridacchiammo.
"È guarito." Dissi poi io e lui sorrise.
"Tu invece?" Chiesi poi.
"Sono stato a New York da un amico, Jack. Sono stato bene e ho anche trovato un lavoro da dio. Jack aveva la casa dei sogni, in uno degli hotel più lussuosi di Manhattan. Avevo la vita perfetta, eppure ho continuato a pensarti ogni fottuto minuto della mia vita." Disse lui e io alzai la testa per guardarlo negli occhi.
"Non te ne andare mai più." Dissi e lui scosse la testa.
"Da oggi in poi, qualsiasi cosa succeda l'affronteremo insieme. Io e te." Dissi e lui mi accarezzò la mano.
"E Michael." Aggiunse lui con un sorriso a trentadue denti e io ridacchiai.
"L'idea di essere padre ti sta facendo impazzire." Dissi poi.
"Sono innamorato di quel bambino." Disse per poi accarezzarmi i capelli.
"Mamma." Michael entrò in camera e io e Finn ci allontanammo imbarazzati.
"Michael, quante volte ti ho detto che non devi entrare senza bussare?" Dissi e lui alzò le spalle per poi sedersi sul letto accanto a noi.
"Volevo assicurarmi che Finn fosse ancora qui, mi sono divertito molto con lui ieri." Disse e Finn sorrise.
"Sono qui e non me ne vado." Disse facendo sorridere il piccolo.
"Voi due.. avete dormito insieme." Disse poi e noi abbassammo lo sguardo imbarazzato.
"Michael, in camera tua." Dissi io e lui annuì per poi uscire e chiudere la porta.
"Sveglio il bimbo." Disse Finn abbracciandomi.
"Non voglio uscire da questo letto mai più." Dissi facendomi sempre più vicina a lui.
"Anche a me piacerebbe stare qui per sempre, ma abbiamo un bambino a cui pensare quindi muovi il culo." Disse per poi darmi un bacio in testa e alzarsi dal letto.
Si mise i boxer, un pantaloncino e una maglietta e scese di sotto.
Non l'avevo mai visto così.. così. Forse alla fine, Finn era abbastanza responsabile.
".. E poi il pilota perde il controllo e bum, l'aereo cade." Scesi di sotto e trovai Finn seduto al tavolo con Michael, stavano giocando.
"E, i pancakes sono pronti!" Disse poi girandosi verso i fornelli.
"Ehi, che succese qui?" Chiesi sedendomi accanto a mio figlio.
"Finn ed io stavamo giocando, e lui ha preparato la colazione." Disse Michael per poi darmi un bacio sulla guancia come ogni mattina.
"Allora questo Finn qualcosa sa farla." Dissi instigandolo e lui alzò un sopracciglio.
"Mamma! Non si dice!" Disse Michael ridendo.
"Già mamma, non si dice." Sussurrò Finn al mio orecchio per poi sedersi e dare i pancakes a Michael.
Iniziammo a parlare di qualsiasi cosa, come una vera famiglia. Finn chiedeva a Michael della scuola e lui chiedeve al più grande cosa faceva. Sorrisi, erano sei anni che aspettavo questo momento.
"E ora, a lavare le mani. E l'ultimo che arriva perde!" Urlò Finn e iniziammo a correre tutti e tre, ma ci bloccammo quando vedemmo Noah sulla soglia della porta che ci guardava stupidi. Spostava lo sguardò da me a Finn.
"Che cazzo succede qui?" Chiese ancora paralizzato.
"Michael vai a lavare le mani." Dissi e il bambino così fece.
"Ehi Noah." Disse Finn abbassando lo sguardo e Noah lo abbracciò sorridendo.
"Finalmente ti sei deciso a tornare figlio di puttana!" Disse poi dandogli una pacca sulla spalla e Finn sorrise.
"L'ho sempre saputo." Disse e io sorrisi.
"Ma da quanto sei qui?" Chiese dopo qualche secondo
"Ieri sera." Disse e Noah annuì.
Ci sedemmo sul divano e iniziammo a parlare di questi anni, di come erano stati duri ma alla fine ci eravamo ritrovati. Ora c'eravamo io e Finn, e nostro figlio, e il mio migliore amico Noah. E non potevo chiedere di più.
***
Vorrei pubblicare una nuova storia ma boh, non saprei :((

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PIANETI (FILLIE)
FanfictionChe ero a un passo da perdere te, Ma tu eri a un passo da perdere che, Per tutte quelle sere in cui ti ho persa e neanche so il perché Che ero a un passo da perdere te E tu eri a un passo da perdere me Io che non ho avuto mai niente di vero a parte...