twenty-two.

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FLASHBACK, SEI ANNI PRIMA

Finn's pov

"Jack, davvero grazie per avermi fatto stare qui. E scusa per essere piombato all'improvviso." Dissi una volta che ebbi finito di sistemare le mie cose.

"Non preoccuparti, beh qui non posso assicurarti la bella vita di Los Angeles ma sono sicuro che ti divertirai." Rispose li e io ridacchiai.

Ci sedemmo a tavola e calò il silenzio.

"V-Vuoi parlarne?" Chiese Jack, guardandomi di soppiatto.

"No io-io credo di non essere pronto." Risposi guardandolo per poi puntare gli occhi sul mio pasto.

"Quando vuoi." Rispose lui e calò nuovamente il silenzio.

-

Mi svegliai finalmente in un letto comodo. C'era da dire che Jack aveva proprio una bella "casa". Viveva al Lotte New York Palace di Manhattan, nella The Champagne Suite. Era praticamente una casa a tre piani, ma in un hotel. Sinceramente, ero contento per Jack, se lo meritava. Già da piccolo studiava molto, e i risultati si sono visti.

"Buongiorno dormiglione, ti svegliavi a quest'ora anche a casa tua?" Disse Jack sorridendo quando scesi giù per fare colazione.

"Dove vai conciato cosi?" Chiesi sedendomi e lui ridacchiò.

"Si chiama lavoro Finn, e ci sono appena tornato." Rispose lui.

"Comunque, com'è Los Angeles?" Chiese poi e io scossi la testa.

"Oh amico, non ti piacerebbe per niente. Tu sei troppo.. New York. Lì è praticamente un altro mondo." Risposi io.

"Troppo mare, tipe in costume... nah, non il tuo genere. Per niente." Continuai e lui mi lanciò uno straccio che presi al volo.

"Figlio di puttana." Disse lui ed entrambi ridemmo.

"Hai intenzione di fare qualcosa oggi?" Mi chiese poi e io alzai le spalle.

"Ti mostro un posto, ti va?" Continuò e io annuì indifferente.

-

"Ecco a te, l'Empire State Building." Non ebbi neanche il tempo di guardare quel grattacielo che Jack mi spinse dentro.

Dopo vari minuti riuscimmo ad arrivare all'ultimo piano e la vista era semplicemente magnifica.

"Ti piace?" Chiese Jack e io annuì, ancora meravigliato da quello che stavo vedendo.

Immediatamente pensai a Millie, uscivo di matto quando non sapevo dov'era, con chi e cosa stava facendo.

"A che pensi? O meglio, a chi?" Jack mi risvegliò dai miei pensieri.

"Cosa?" Chiesi confuso.

"Oh andiamo, tutti qui sopra pensiamo a qualcuno. Non puoi salire qui sopra e ammirare la vista senza pensare a quella persona che vorresti vicino ora." Abbassai lo sguardo.

"Tu a chi pensi quando vieni qua?" Chiesi e lui accennò un sorriso, abbassando la testa.

"Non siamo venuti qui per parlare di me. Quindi, hai intenzione di dirmi chi è?" Disse ed entrambi ridacchiammo per poi tornare seri.

"E' u-una ragazza bellissima, forse la più bella del mondo. E' la mia ragazza, anzi, non so neanche più se stiamo insieme. Stiamo insieme da 2 anni, ma credo di averla amata dalla prima volta che l'ho vista. Soffre di anoressia per colpa mia, per una stronzata che ho fatto e ora è in ospedale. Dio, il pensiero di averla lasciata sola mi distrugge. Ma Jack io-" Mentre parlavo iniziano a scendere lacrime dai miei occhi, un altro poco e sarei scoppiato in un pianto isterico, lo sapevo.

PIANETI (FILLIE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora