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PRESENTE
MATT
Siamo finalmente andati via da quell'orribile edificio e ci siamo diretti in una caffetteria. Jas è ancora sotto shock e ho smesso di farle domande. L'ansia mi divora l'anima pian piano e non so cosa pensare o fare. Una parte di me dice che Alex è ancora viva, che sia riuscita a scappare come ha sempre fatto, ma l'altra mi dice che lei non è più fra di noi. Scaccio l'ultimo pensiero perché mi fa stare troppo male. Non posso perdere Alex, è tutto ciò che ho.

Lei è la mia famiglia, la mia migliore amica, non potrei vivere nel sapere che lei non potrà più stare con noi, non potrà urlare se una bambina la vorrà abbracciare o lamentarsi che la faccia lavorare più di tutti. La verità è che Alex ha un enorme talento, è agile, forte, lei è semplicemente fantastica. <<Matt>> mi richiama James. Mi volto verso di lui e noto il suo sguardo preoccupato

<<si?>> Chiedo incapace di dire altro

<<la troveremo>> dice con volto rassicurante. Vorrei avere la loro stessa fiducia, ma non riesco a pensare ad altro se non al peggio.

Il silenzio cala tra di noi, Jas continua a sorseggiare la camomilla stringendo la tazza come se fosse un'ancora a cui aggrapparsi, James la tiene stretta a sé per paura possa crollare da un momento all'altro, mentre io invece sono semplicemente distrutto. Il silenzio viene spezzato dal suono del cellulare di James. Ci guardiamo tutti contemporaneamente con un misto di emozioni indescrivibili. Fa che sia Alex, fa che sia Alex, ti prego.

<<È Arthur>> dice James. Risponde alla chiamata e smetto di ascoltare, non riesco a pensare a nulla se non a lei, questa situazione mi sta semplicemente uccidendo. James saluta il nostro capo nonché migliore amico, e ci guarda con un' espressione che non saprei definire.

<<Ci vuole al dipartimento, è urgente>> ci comunica e noi annuiamo. Jas posa la tazza sul tavolino, e aiutata da James riesce ad alzarsi. Mi dirigo alla cassa e pago, dopodiché raggiungo gli altri due e saliamo in auto.

<<Guido io>>dice James e io annuisco, non sono nelle condizioni adatte e per questa sera direi basta problemi. Mi siedo al posto del passeggero e metto la cintura. James gira le chiavi e accende il motore. Lasciamo quel luogo e in religioso silenzio ci dirigiamo al dipartimento. Per un attimo chiudo gli occhi provando a rilassarmi e avverto una mano poggiata sulla mia spalla. Non apro gli occhi perché so che si tratta di Jas. Sorrido al gesto incapace di parlare, le parole mi muoiono in gola e non riuscirei nemmeno a dire due parole con un senso compiuto, ma loro lo sanno e mi confortano.

Giungiamo al parcheggio e scendiamo dall'auto. Entriamo nell'edificio e il silenzio ormai regna in esso. Ci dirigiamo a passo spedito verso l'ufficio di Arthur e quando giungiamo fuori la porta ci blocchiamo

<<bussiamo>> propone Jas mordendosi il labbro inferiore

<<qualsiasi cosa accadrà, noi ce la faremo, va bene?>> Dice James e noi annuiamo. Busso lentamente e la porta si spalanca.

La figura di Arthur incombe su di noi, ha gli occhi stanchi, rossi e gonfi, la camicia ormai spiegazzata e la cravatta gettata sulla scrivania. Ha un volto distrutto e ciò non fa altro che aumentare la mia ansia. Senza dirci nulla si sposta rivelandoci una figura seduta sulla sedia.

<<Alex>> urliamo all'unisono. È indolenzita, sconvolta e rivoli di sangue le escono dal labbro, ma è viva. Alex è viva.

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