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Apro gli occhi confusa e dolorante. Tutto intorno a me sembra sconosciuto, non so dove mi trovo e come sia finita qui. Scene della sera precedente mi balenano in mente, e controllo il mio braccio, o il braccialetto della figura misteriosa. Lo nascondo timorosa che qualcuno possa vederlo e mi sistemo al meglio. Sono in un ospedale.
<<Alex>> esclama una voce entrando nella stanza
<<mamma>> rispondo soltanto <<come ti senti? Stai bene? Ti fa male qualcosa?>> Chiede a raffica <<sto bene, ma i ragazzi? Come sono finita qui? E Gabe, Gabe come sta?>> Chiedo allarmata
<<chiamo Arthur>> dice soltanto ed esce dalla stanza di nuovo.

Dopo qualche secondo entra mio fratello e si siede accanto a me.
<<Come ti senti?>> Domanda baciandomi la mano
<<bene, ma come sono finita qui? Gabe?>> Chiedo. Arthur prende un enorme respiro e inizia a parlare. <<Dopo che Gabe ha perso i sensi, hai urlato il suo nome e ti ho vista accasciata per terra, volevo aiutarti, ma qualcuno mi aveva colpito. Ho lottato con l'uomo e ho chiamato i ragazzi. All'arrivo del furgone, sono scappati tutti, ma uno di loro,era steso privo di sensi sul pavimento, ed era accanto al tuo corpo. James e Matt sono scesi dal furgone correndo verso di noi e ci hanno aiutato a portare te e Gabe in ospedale. Jas ha soltanto dei piccoli graffi, io ho un'ematoma alla tempia ma passerà>>
<<e Gabe?>> Chiedo
<<Gabe è in coma>> dice e il mondo mi crolla addosso.

Mi hanno dimessa dall'ospedale senza aver riportato alcuna frattura, se non una  forte contusione alla testa e una slogatura al polso. Oltre ad avere una fascia al braccio, sto bene. Siamo tutti in sala d'attesa sperando che Gabe possa riprendersi. Benché indossino tutti dei vestiti normali, riportano i segni della lotta.
Matt e James portano dei caffé a me e Jas e ci chiedono di tornare a casa. <<Io resto qui>> mi impongo
<<ma Alex, hai bisogno di tornare a casa, anche tu hai perso i sensi, hai bisogno di riposare>> protesta Matt <<ho detto che resto qui>> ribadisco,e dopo aver sbuffato accetta.

James si propone di portare Jas a casa e vanno via. Prima di tornare a casa, Jas mi da un forte abbraccio e mi sussurra <<si sveglierá presto>> dopodiché spariscono entrambi. Matt è seduto accanto a me sulle misere sedie d'ospedale e poggio la testa sulla sua spalla. Arthur é seduto fuori la porta della sua stanza, ma i dottori non gli dicono nulla.

Nessuno può immaginare cosa prova, lui che era restio nel mandarci in missione, che sapeva che fosse pericoloso, ha mandato in missione in prima linea il suo migliore amico, e ora si trova in coma.
<<Matt, si sveglierà?>> Domando con le lacrime che mi bagnano le guance
<<certo che si Alex, Gabe ha superato cose ancor più grandi, è sopravvissuto ad una guerra>> esclama alzando le braccia in aria.

Non potrei immaginare una vita senza Gabe, il ragazzo più fastidioso sulla Terra, ma anche il più dolce, sensibile, premuroso. Gabe è tutto per me e non potrei sopportare di perderlo.
Mi alzo dal mio posto e mi avvicino ad Arthur. Mi siedo accanto a lui e mi prende la mano stringendola fra le sue.
<<Ho paura>> mi confida con gli occhi colmi di lacrime tremando. Non sapendo cosa dire lo abbraccio e lui ricambia scoppiando a piangere più forte. Le sue sono urla di strazio, paura, angoscia, ma la più brutta, sensi di colpa. Lui si sente in colpa per il suo migliore amico, per aver messo tutti al rischio. Se non fosse stato per quella figura misteriosa, probabilmente ora non sarei qui con Arthur, ma avrei raggiunto papà. E se la figura misteriosa fosse il mio salvatore? Se fosse lo stesso che mi aveva salvato sparando a quell'uomo? E chi è che mi vuole morta, cosa avrei potuto fargli da provare un odio così profondo verso di me.

Un dottore si avvicina a noi e ci fa segno di alzarci. Il suo volto non traspare alcuna emozione, e non so se sia un qualcosa di positivo oppure no.
<<Siete qui per Gabe Ross?>> Chiede e annuiamo ripetutamente. Anche Matt si é avvicinato e mi affianca stringendo il mio braccio. <<Il paziente è stabile, è sveglio, se volete potete vederlo, ma massimo due di voi potete entrare>> dice il dottore
<<siamo soltanto tre di noi, ci può fare questa piccola eccezione?>> Chiedo in una supplica. Il dottore sembra pensarci su, ma poi accetta dicendoci di sbrigarci.

Apriamo la porta e osserviamo Gabe attaccato a dei fili, spettinato, con dei libidi sul braccio, ma vivo. Ci accostiamo a lui con delicatezza, ma Arthur alla vista del suo amico, scoppia in un pianto di gioia e lo abbraccia.
<<Mi fa male>> mormora Gabe, ma Arthur lo ignora. Sorrido con gli occhi colmi di lacrime e Matt mi stringe il braccio confortandomi. Arthur si stacca da Gabe e quest'ultimo continua a fissarmi <<dovrai sopportarmi ancora per molto>> dice in un sussurro flebile <<ognuno ha la sua croce>> rispondo con voce incrinata e scoppio a piangere anche io. Queste lacrime non sono di dolore o di tristezza, ma sono di gioia, Gabe è vivo, il mio Gabe è tornato tra di noi.

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