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Finalmente oggi ho la mattina libera e posso recarmi al dipartimento.
Sono uscita presto di casa ignorando Arthur che sembra ormai essere nel mondo delle fiabe dove ci sono unicorni che vomitano arcobaleni, Gabe è sempre meno presente a casa perché ormai trascorre tanto tempo con Josie, ma perché non va a vivere da lei.
Metto le mie amate cuffiette che sono le uniche a supportarmi in questo momento, e con la musica a tutto volume mi dirigo al dipartimento.
Entro nell'enorme edificio e mi dirigo nella sala degli allenamenti.

<<Alex>>mi richiama una voce mentre poso il telefono nello zaino

<<si?>> Domando girandomi attorno per capire da chi provenisse la voce

<<sono qui>> mi richiama e mi volto.

<<Cosa vuoi>> rispondo una volta che focalizzo la sua immagine

<<perché mi eviti?>> Chiede accostandosi a me

<<io non ti evito, sei tu che non ci sei mai a casa>>rispondo seccata

<<non è vero tu mi eviti, così come stai evitando tuti gli altri, è successo qualcosa? Ti abbiamo fatto qualcosa senza essercene resi conto?>> Domanda a raffica

<<no Gabe, tutto bene, ora se vuoi scusarmi>>dico e lo spingo dirigendomi alla sala.
Fortunatamente non c'è nessuno e posso allenarmi in pace. Poggio lo zaino per terra e mi lego i capelli. Indosso i guantoni e inizio a tirati pugni al sacco.

Ogni pugno è un pensiero non espresso, un'emozione repressa dentro di me, perché continuo ad illudermi? Ad un semplicissimo gesto cordiale penso che possa essere altro, ma questa volta sembrava così vero. Do un calcio al sacco, ma siccome sono soprappensiero cado all'indietro. Impreco avvertendo subito un dolore lancinante alla caviglia <<maledizione>> ringhio e mi massaggio la parte dolorante. Mi rialzo subito in piedi e inizio a colpire il manichino, di solito mi ha sempre aiutata a scaricare la rabbia. Colpisco fino allo sfinimento, scarico tutta la rabbia che ho dentro, e tutta la frustrazione che porto con me da giorni.
Smetto soltanto quando sono troppo esausta per continuare. Mi siedo e mi asciugo il sudore bevendo l'acqua. Dopo essermi calmata riprendo le mie cose ed esco dalla sala.
Il dipartimento ora è più affollato rispetto a questa mattina e vedo gli agenti correre da una parte all'altra dell'edificio.

Oltrepasso l'ufficio di Gabe e penso che gli debba delle scuse, l'ho trattato male senza alcun motivo, infondo non è colpa sua se i miei sentimenti stanno cambiando.
Giungo alla porta dell'ufficio e sto per bussare, quando lo vedo abbracciare una ragazza, sicuramente Josie. Resto ad osservare il suo volto sorridente e gli occhi che brillano dalla felicità. Non l'ho mai visto davvero così contento, a quanto pare questa ragazza deve piacergli tanto per renderlo così. Mi distolgo dai pensieri e noto che Gabe si è accorto della mia presenza. Faccio per andarmene quando sento dei rumori dall'ufficio

<<Alex>>sento urlarlo

<<Alex torna qui>> mi richiama ma ormai sono andata via.
Esco dall'edificio correndo e sento le lacrime salire. Mi fermo e mi accascio per terra. Sono stata una stupida a pensare che tra di noi potesse nascere qualcosa, siamo diversi e lui ora ha Josie. In questo momento avrei bisogno di qualcuno, ma a quanto pare non ho nessuno. Penso al mio amico di pietra, a quanto vorrei stringerlo a me e sentirmi protetta. Mi alzo da terra asciugandomi le lacrime e tornando a casa determinata. Io scoprirò l'identità del mio amico pietra, il mio salvatore sarà presto smascherato.

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