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ARTHUR

Sono nel mio ufficio da tutto il giorno cercando di scoprire qualcosa in più su tutta questa storia. Vorrei chiedere ai miei agenti di poter scoprire qualcosa, di poter indagare a fondo, ma di chi davvero posso fidarmi? Oltre a Gabe che è il mio migliore amico, Alex che è mia sorella e gli altri, ma del resto del dipartimento, posso davvero fidarmi? Questa situazione sta diventando troppo frustante, mi sento sottopressione, da un lato ho il governo che continua a spingermi dicendo che devo andare avanti, dall'altro ho la mia famiglia in pericolo. Mia madre soltanto perchè è stata lasciata da sola per poco è stata aggredita in casa, Alex ogni volta che esce, ho sempre paura che non possa più ritornare a casa. Sono spaventato e affranto, non so come comportarmi in questa situazione.

Il mio sguardo si posa sulla foto che ho incorniciata sulla scrivania. Siamo Alex, mamma ed io. Eravamo nel nostro agriturismo preferito e ricordo che Alex si ruppe il braccio in un combattimento, difatti nella foto ha il braccio destro ingessato. Mia mamma era sulle punte per riuscire ad arrivare alla mia altezza senza successo. I suoi magnifici occhi color ghiaccio sono così luminosi in questa foto. Eravamo felici e io mi sentivo al sicuro, sapevo che le donne della mia vita stavano bene ed ero felice anche io. Un colpo alla porta mi distoglie dai pensieri, poggio la foto al suo posto e mi alzo dalla sedia.

Mi avvio alla porta e la apro scoprendo la figura di Jas. Con un cenno del capo le indico la sedia e mi sposto per farla passare. Con disinvoltura entra nell'ufficio e chiudo la porta.

<<Come mai qui?>>chiedo curioso

<<volevo vederti>> mi risponde sorridendo. Le sorrido anche io schioccandole un bacio sulle labbra. L'unica parte bella di tutta questa storia è Jas. Essere il suo ragazzo è la cosa più bella che mi potesse capitare, è così dolce, apprensiva, è speciale.

<<A cosa lavori?>> mi domanda Jas osservando i fogli sulla scrivania

<< a nulla, sono solo delle scartoffie>> mento, non voglio che si preoccupi dei miei problemi. Annuisce anche se non convinta e spostando sguardo sulla parete.

<<Ricordi quella crepa?>> me la indica sorridendo

<<come dimenticarla. Avevamo sette anni e volevamo riprenderci il nintendo che mio padre ci aveva sequestrato, e così ci intrufolammo quando lui non era nel suo ufficio. James riuscì ad aprire la porta con un fermaglio di Alex e ci intrufolammo nell'ufficio. Papà aveva nascosto il nintendo su una mensola in alto e Matt si offrì di prenderlo. Io e James lo aiutammo a salire e aggrappandosi agli scaffali arrivò in alto e lo prese. Eravamo tutti felici, ma poi papà entrò nell'ufficio e sobbalzammo dallo spavento. Matt perse l'equilibrio e cadde, frignò per tutto il tragitto verso l'ospedale>> ricordo nostalgico

<<si, e quando uscimmo dall'ospedale Matt aveva la gamba ingessata e Alex gli chiese se il nintendo era intatto>> continua Jas ridacchiando

<<Matt non le parlò per un mese>>riprendo. Mi manca così tanto la spensieratezza che avevamo da piccoli. Certo, ci allenavamo e dovevamo combattere, ma ci era permesso giocare e non avevamo nessun peso sulle spalle.

<<Andrà tutto bene Arthur>> mi richiama Jas mettendomi una mano sulla spalla

<<lo spero>> rispondo e l'attiro in un abbraccio.

GABE

Non smetto di pensare ad Alex. Eravamo ad un passo dal baciarci, ma Arthur ha rovinato tutto. Sono sempre stato innamorato di Alex, ma naturalmente non mi sono mai dichiarato. Quando arrivai al dipartimento facevo di tutto per farmi notare da lei, ma non mi degnava nemmeno di uno sguardo. Avrei voluto trascorrere la giornata con Alex, ma avevo promesso a Josie di trascorrere il pomeriggio con lei. Sono diretto verso casa sua e non smetto di sorridere. Sapere che anche Alex prova qualcosa per me, in questo momento il Gage quindicenne sta facendo i salti di gioia, la ragazza che ha tanto sognato e per la quale ha scelto di cambiare, finalmente lo considera. Immerso nei pensieri non mi sono reso conto di essere arrivato fuori casa di mia cugina. Mi avvicino alla porta e busso al campanello. Attendo qualche secondo, e la figura di Josie mi si para davanti.

<<Hey cuginetto>> mi saluta

<<Josie>>rispondo ed entro in casa. Mi dirigo nella sua camera e mi siedo al bordo del suo letto.

<<Come mai sei così felice?>> mi domanda con sguardo indagatore

<<non ci crederai mai, ma Alex prova qualcosa per me>> dico senza smettere di sorridere

<<Alex Stinson?>> chiede adirata "si lei" rispondo confuso

<<Gabe, quella ragazza non fa per te, devi lasciarla>> risponde e il sorriso si spegne

<<ma cosa dici, lei è perfetta per me>>affermo alzando il tono di voce

<<non è vero, non la conosci neanche bene, devi lasciarla>> continua voltandosi di spalle

<<Josie ma cosa stai dicendo? Dovresti essere felice per me, sono tuo cugino, eppure vuoi farmi allontanare da Alex, che conosco da anni>> rispondo alzandomi dal letto

<<devi concentrarti sulla missione>> mi avvisa continuando a restare di spalle

<<lo so ma... aspetta, e tu come sai della missione?>>Domando avvicinandomi a lei poggiandole una mano sulla spalla. Il suo corpo è scosso da brividi, ma sta ridendo!

<<Oh Gabe, Gabe sei così ingenuo, sapevo che eri quello più facile da abbindolare>> dice ridacchiando, la sua risata è malvagia e io divento sempre più confuso

<<ma cosa...>> provo a dire, ma lei è più veloce e senza che me ne accorga mi colpisce con un coltello. Il sangue sgorga dal mio petto e mi accascio sul pavimento. Porto la mano alla parte sanguinante respirando con affanno

<<J-Josie>> la chiamo in un sussurro

<<mi dispiace Gabe, ma tua cugina è morta anni fa>> risponde ghignando per poi tirarmi un calcio facendo diventare tutto nero.

ALEX

Continuo a camminare per la stanza sfregando le mani. Pensa Alex, pensa.

<<Alex smettila di camminare, mi gira la testa!>> esclama Matt spalancando le braccia. Mi scuso e mi siedo sulla sedia giocando con l'elastico al polso. Siamo qui da ore in cerca di un piano, questa volta deve essere perfetto, ma non abbiamo alcuna idea

<<lo so che sei contraria, ma che ne dici se ne parliamo con gli altri? Magari possono darci una mano>> propone Matt. Infondo ha ragione, ma ho paura che possano finire in qualche guaio o che si facciano male soltanto per un mio capriccio. Sono mesi che lavoriamo per scoprire l'identità del mio amico, e quello che sappiamo è che è un ragazzo di 19 anni ed è di qui. Sono poche informazioni e non ci porteranno a nulla. E se avesse dei fratelli? Se conoscessi qualcuno della sua famiglia? Potrebbe essere chiunque, un ragazzo della mia scuola, un barista, un cameriere del nostro ristorante preferito, o magari un agente. Non so praticamente nulla di lui, solo che conosce le nostre identità e sa tutto quello che facciamo. Parliamo attraverso le pietre e lui è sempre qui per me.

<<Matt>> urlo facendolo sobbalzare dal letto

<<mi hai spaventato>> dice portandosi una mano sul cuore

<<so come smascherare l'amico di pietra, e mi servirà tutta la squadra>> dico convinta e Matt annuisce felice. Questa storia terminerà ben presto.

I will find youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora