Capitolo 1

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Non è bruttissimo?
Quando credi di potercela fare ma non stai facendo altro che piangere?
Quando senti le tue gambe sorreggerti ma sei ad un centimetro dal precipizio?
Quando senti di avere tutto sotto controllo ma sai perfettamente che è il tutto ad avere il controllo su di te?
Non è bruttissimo essere consapevoli di aver già perso troppe volte se stessi per credere che nulla è perduto?
Beh...si è orribile.
L'unica risposta sensata che un'eterna e straziante notte insonne mi regalò anche quella volta.
Anche se è davvero facile rispondere così.È scontato che non sia altrimenti.
Eppure non potremmo mai fare a meno di questo impercettibile masochismo,questo voler ricercare dolore soltanto per avere una risposta a tutti i nostri problemi,una giustificazione all'inspiegabile oblio al quale andiamo incontro,qualcosa che ci distraesse dai ridondanti errori che continuiamo a fare inconsapevolmente.
Ed è così semplice prendere la strada del ho sbagliato tutto e lasciar correre.....sì e questa è la cosa che mi spaventava di più.
L'essere coscienti che nell'inesistenza apparente di un motivo per star bene,per poter star male un motivo c'è sempre...anche quando realmente non esiste.
Ed io lo sapevo perfettamente.

"Clarity per l'amor del cielo ti vuoi muovere,sono le otto!"l'ennesimo richiamo di mia madre mi destó dalle mie riflessioni nel peggior modo possibile.Ma gli diedi ragione non avevo voglia di correre per strada anche quella mattina.

Dopo aver lasciato che delle ultime gocce d'acqua calda avessero bagnato il mio viso un'ultima volta,uscì dalla doccia avvolgendo un asciugamano bianco attorno al corpo.
Per un attimo incrociai i miei occhi grigi ma evitai immediatamente di guardarmi allo specchio,l'unico essere in grado di sbattermi in faccia la verità ogni dannato giorno.

Quella verità data dall'essersi lasciata trascinare dagli eventi della vita per troppo tempo.
Non vai bene così.
D'accordo cambierò.
Andava fatto in modo diverso.
La prossima volta non sbaglierò.
Ma non ti vedi,vestiti decentemente.
Andró a cambiarmi allora.
Non ne azzecchi proprio nessuna.
Va bene ci riprovo.
Non mi va di adeguarmi.
Tranquilla,tanto a me non cambia nulla.
Quante volte te lo devo ripetere che così non va.Impareró,non ti arrabbiare però.

Questo esasperante incassare colpi continuo e rimanere in silenzio credendo fermamente di star facendo la cosa giusta,credendo fermamente nelle loro ragioni,che mi dicevano tutto per il mio bene affinché un giorno potessi cavarmela là fuori.

Ma non è proprio così che va e sfortunatamente lo imparai a mie spese fin troppo care.Non è così che si impara a resistere.Non mascherando il volto accartocciato dalla tristezza con un sorriso fittizio,perché poi si arriva al punto di non poter più agire su ciò che c'è sotto.Non facendosi andare sempre tutto bene come se stessi vivendo in una bolla.
"Non ribattere potresti peggiorare la situazione."
"Non piangere,potresti far star male di più."
"Non mettertici anche tu,non vedi che saresti un peso?"
Non accettando tutto soltanto per pensare a chi ci è davanti.Non mettendo completamente da parte se stessi.Ed io lo feci per una vita.Avevo davvero pensato di poter reggere tutto,di riuscire a gestire i precipizi altrui,come uno scoglio perennemente percosso da onde provenienti da ogni dove.Perchè ero forte.Perchè meglio che soffra io che qualcun'altro.Proprio quel dannato masochismo.
E sbagliai in pieno.Ma in quel momento avevo smesso di sbagliare...anche se troppo tardi...anche se con addosso lesioni irrimediabili.

"Ho fatto,mi vesto ed esco."avvertì mia madre dopo esser uscita dal bagno,affacciandomi alla piccola cucina arredata molto rusticamente,osservando il suo essere indaffarata e in preda al panico per paura di non accompagnare in orario mia sorella.Quanta ansia sprecata inutilmente.

"Non fai colazione?"mi chiese rivolgendomi per un attimo quegli occhi verdi perennemente patinati da una tristezza estenuante.Quella tristezza che mi aveva fatto ingoiare troppi groppi in gola.

Amati così come ami meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora