24. Emozioni

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Bryan si avvicina per baciarmi, ma io faccio finta di non averlo visto e mi stendo sui cuscini. Allora lui ne approfitta per stendersi accanto e porta il viso sopra il mio per baciarmi. Io naturalmente ricambio per non dare troppo all'occhio, ma con zero passione.
«C'è qualcosa che non va?» si allontana un po' corrugando le sopracciglia, si accorge della mia improvvisa impassibilità.
Sospiro e decido di parlargli. Non posso far finta di niente. Mi metto seduta.
«Prima... il tuo cellulare squillava e scusami non volevo farlo di proposito ma ho letto il messaggio che è apparso sul display» gli dico tutto d'un fiato.
Bryan mi guarda e poi dice «Ah, quel messaggio.»
Quindi mi ha confermato che l'ha letto nel frattempo che ero alla toilette... e quindi avrà avuto anche il tempo di risponderle!
Merda, mi sto facendo prendere dalla gelosia. Odio queste sensazioni.
«Si Bryan, quel messaggio. Che significa?» gli domando.

Lui respira e si alza in piedi. Si affaccia alla ringhiera della barca e guarda il mare. Io sono qui seduta che lo guardo in attesa di una risposta, spero non deludente.
«Kate, non sai ancora tante cose della mia vita» mi risponde continuando a guardare il mare.
«Cosa dovrei sapere Bryan?!»
«Io sono del parere che, la vita, essendo una, vada vissuta al mille per mille sempre con rispetto verso gli altri» mi dice, ma non riesco a comprendere.
«Non capisco, cosa c'entra con questa storia?» gli chiedo.
«Voglio dire che... insomma... non ne avevo mai parlato con nessuno fino ad ora, neanche con George che è il mio miglior amico» si gira verso me, mi guarda e poi continua «quando avevo diciassette anni mi diagnosticarono un brutto male che ho dovuto combattere con tutte le mie forze e pensavo di non farcela... ma poi, grazie ai miei genitori che mi hanno potuto portare da diversi specialisti e grazie al denaro che possediamo, sono riuscito a salvarmi. È stata un'esperienza orribile che mi ha portato a riflettere tanto» mi racconta.
Il mio viso cambia totalmente umore... non sono più arrabbiata, sono triste e confusa «Non sai quanto mi dispiace» gli faccio sapere.

Viene a sedersi accanto a me e prende la mia mano nella sua e continua «Da quel momento, avendo quasi visto la morte in faccia, ho dovuto cambiare atteggiamento nei confronti della vita, ho capito che qualsiasi cosa sarebbe potuta succedere sarebbe stata futile rispetto a quel che mi era accaduto. E questo non lo penso solo per quanto riguarda me, ma per tutte le persone che sono a questo mondo.»
Io sono qui immobile ad ascoltarlo con gli occhi lucidi.
«Quindi, il punto è che ora, sono un ragazzo deciso, so quel che voglio e se lo voglio me lo prendo e me lo tengo stretto...» mi stringe la mano mentre percepisco un velo di rabbia nella sua voce «nessuno si merita di essere preso in giro, per me non ha senso avere due piedi in una scarpa come ha fatto mio padre... per lui quella è stata la soluzione più semplice per evadere un po' dalla realtà, ma poi le cose si scoprono e così distruggi sia la realtà che il nuovo mondo che ti sei creato, quindi a cosa è servito?» mi dice.
Sono ammutolita davanti al suo discorso, rapita dalle sue parole.
«Ora voglio dirti... voglio star con te, voglio continuare a conoscerti, passare del tempo con te, divertirci insieme... delle altre ragazze non m'interessa nulla. Quando non c'eri tu, allora si che ci stavo alle loro avances, ma sappi che non le ho mai sfruttate, ho sempre fatto tutto nel loro rispetto, anche loro volevano divertirsi una sola notte, nessuna ha mai sofferto a causa mia.»
Bene, penso. Lo guardo e annuisco.
«Ma quel messaggio quindi cosa vuol dire?» gli domando sperando sia l'ultima volta perché non ne voglio parlare più.
«Kate, in tante prendono il mio numero dal front-office della libreria, in tante mi inviano e continueranno ad inviarmi messaggi... non posso che rispondergli solo "Grazie", tutto qui. Senza doppi fini» mi mostra il messaggio e la sua risposta. «Ora è te che voglio. Tutto il resto sono cose da niente a cui non bisogna dare troppo peso» si avvicina, mi prende il viso con le mani e mi bacia. Il mio cuore batte all'impazzata, le sue bellissime parole mi hanno fatta emozionare... non può essere una persona reale... e non posso essere così fortunata ad averlo incontrato. Forse sto solo sognando e tra poco mi sveglierò nel mio letto capendo che era tutto un film nella mia testa. Sono senza parole...
«Ti voglio Kate, voglio star con te» m'informa con una voce dolce.
Lo bacio.

«Piccola, ti senti meglio ora?» mi chiede.
«Si... grazie per avermi spiegato il tuo punto di vista» gli rispondo riconoscente per avermi tranquillizzata.
Si alza e va a suonare la piccola campanella vicino il tavolo ed ecco che in pochi istanti ritorna il cameriere/maggiordomo/marinaio dallo smoking nero.
«Prego signor White» si rivolge a Bryan.
«Bob, perdonami, potrei avere una bottiglia di champagne?» gli domanda.
«Subito signore.»

Bob, questo è il suo nome, arriva con champagne e due bicchieri a tulipano in una seau a glace d'argento. Bryan lo ringrazia e lo congeda.
«A cosa festeggiamo?» gli domando sorridente.
«A noi piccola!» stappa lo champagne e mi porge un bicchiere dopo averlo riempito.
«Allora... a noi!» faccio toccare il mio calice al suo provocando un bel tintinnio.
Mmm che gusto delizioso, sa di lievito e piccoli frutti rossi. Una volta ho fatto un piccolo corso da sommelier che ricordo con piacere. Ero brava ad individuare le note olfattive.

La barca si muove di nuovo, ma questa volta sta tornando al porto.
Immagino che la serata sia arrivata al termine e mi dispiace troppo dover tornare a casa... vorrei rimanere con lui tutta la notte.

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