34. Fuga dalla realtà

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«Kate, hai ascoltato tutto?» mi domanda preoccupato.
«Con chi parlavi di me Bryan?» gli chiedo a mia volta.
Ma non fa in tempo a rispondermi che mi squilla il cellulare, è Serena.
«Pronto Serena?» rispondo con voce tremante.
«Kate, ti disturbo? Volevo chiederti se ti andasse di pranzare insieme!»
«No non mi disturbi affatto! Dove sei?» le chiedo.
«Vicino casa tua in macchina!»
«Okay, arrivo subito!» e chiudo.
Guardo Bryan arrabbiata e triste ed esco di corsa lasciandolo lì impalato.

Cammino velocemente, fa caldo e mi scendono le lacrime senza volerlo. Prendo gli occhiali da sole dalla borsa e li indosso per nascondere gli occhi pieni e gonfi.
Richiamo Serena nascondendomi dietro un cespuglio:«Hey, ti va di passare a prendermi da Old Fort Road?» le chiedo.
«Sei a casa di Bryan???» riesce a sentire la mia voce tremante e chiede: «Kate? Stai bene??»
«No... a tra poco» metto giù.
Sento il rumore di una macchina. Starà arrivando. Ma invece vedo il suv di Bryan che mi passa davanti sfrecciando. Per fortuna non è riuscito a vedermi. Piango. Dove starà andando?
Dopo due minuti arriva Serena e quando la vedo salgo subito in macchina.
«Kate! Ma che è successo??» domanda abbracciandomi.
Il telefono squilla di nuovo e questa volta è Bryan. Non rispondo e quando finisce di squillare lo spengo.
«Serena... non, non so cosa sia successo... stanotte ho dormito da lui, è stato tutto perfetto fin quando pochi minuti fa l'ho sentito parlare al telefono con una donna o ragazza, insomma era di sesso femminile. Diceva a questa di star tranquilla, che non avrebbe dovuto fare quel che ha fatto e che io mi sto innamorando di lui... non so cosa pensare Serena!» sto piangendo e sono spaventata.
Serena mi guarda incredula e mette una mano sulla bocca.
«Ti prego andiamo via di qua!» le dico guardando casa di Bryan in lontananza.
Serena parte accontentandomi. Dallo specchietto la casa diventa sempre più piccola fino a scomparire.

   Arriviamo sulla riva del River Adur. Ci sediamo su un pontile e il mio sguardo è perso nel vuoto.
«Kate, io non sono brava con i "problemi di cuore", ma secondo me dovresti parlare con lui. Chi potrebbe essere stato a chiamarlo? Togliti questo dubbio!» mi dice.
«Non lo so Serena, ma in questo momento ho voglia di stare un po' da sola» poi continuo «Per caso hai ancora quella casetta in campagna?»
«Si... perché?» mi domanda.
«Potrei dormire lì per un paio di giorni?» le chiedo.
«Certo che si Kate, vuoi che ti faccia compagnia?» vuole starmi vicina.
«Si per favore.»
Serena mi sorride ed io l'abbraccio per ringraziarla della disponibilità.

«Bene. Ora passiamo a prendere qualcosa da mangiare e poi andiamo» mi dice alzandosi in piedi. Io la imito.
In macchina stiamo in silenzio per tutto il tragitto. Non riesco ad ascoltare neanche la musica. Serena si ferma ad un fast food per comprare qualcosa ed io rimango in macchina.
Quando rientra ha tre buste in mano piene di schifezze.
«Queste ci terranno felici» dice poggiandole sul sedile posteriore.
Faccio un sorriso che subito si spegne perché ogni cosa adesso mi riconduce a lui.

Dopo neanche dieci minuti arriviamo alla casa di Serena. Una casetta di campagna molto bella, piccola, stile 800 con finestre bianche e edere che ricoprono i muri. Scendo dalla macchina e faccio un grande respiro, mi piace sentire l'odore che emanano le piante e i fiori bagnati.
«Eccoci arrivate!» Serena prende le buste dalla macchina ed entra in casa. Io guardo un altro po' il giardino prima di entrare. Sarà bello stare qui per un po' lontano da tutti.
Raggiungo Serena che sta già preparando la tavola per mangiare.
«Kate, accomodati pure!» riempie un vassoio di hamburger, patatine, onion rings e bocconcini di pollo. Ha comprato un sacco di roba!
Assaggio un po' di patatine e poi le chiedo «Hai qualcosa da poter indossare?»
«Si, ho qualcosa di sopra! Aspettami qui!» mi dice. Si sta prendendo cura di me e gliene sono grata.
Mentre sta andando la fermo «Serena! Mi raccomando, né George, né Dan devono sapere che sono qui!»
«Certo» e va di sopra.
Io intanto prendo il cellulare per avvisare Susy che sarò via per un paio di giorni. Faccio presto a mandarle un messaggio prima che Bryan riprovi a chiamarmi. Infatti trovo 9 suoi messaggi. Non li apro e spengo il telefono dopo aver finito.
Serena ritorna con un vestito azzurro. Lo prendo ringraziandola, mi giro di spalle e mi spoglio. Tolgo il costume e lo lascio sulla panca. Mi ricordo di aver lasciato l'intimo a casa di Bryan. Merda!
Indosso il vestito e poi le chiedo: «Scusami Serena, ma avrei bisogno anche delle mutandine» le sorrido imbarazzata.
Lei ride e dice: «Si tranquilla te le prendo subito!» nel frattempo prende in mano il mio costume e dice: «Wow che bello! Oxford?»
«No... è un regalo di Bryan...» rispondo triste.
«Oh cazzo mi dispiace! Lo porto di sopra ok?» Io annuisco.
Quando torna giù, mangiamo un po', non ho per niente fame ma mi dispiace non farlo, ha comprato tutte queste cose per noi.

   Dopo aver finito di pranzare ho voglia di riposarmi un po'.
«Grazie per tutto questo Serena, sei una vera amica!» le dico.
«Lo faccio con piacere!» mi risponde.
Di sopra mi mostra la sua stanza dove potrò passare la notte.
«Posso fare un riposino anche ora? Ti dispiace?» le chiedo.
«Ma scherzi? Fai come se fossi a casa tua Kate! Io vado giù.»
Dopo che è uscita dalla stanza, chiudo la porta e mi butto sul letto.
Non ho voglia di parlare con nessuno. Mi giro verso la finestra e chiudo gli occhi.

                          
   Al mio risveglio sta tramontando. Di già?? Quanto ho dormito?! La tentazione di accendere il cellulare è tanta, ma non lo faccio.
Scendo in cucina e Serena non c'è.
Vado a cercarla fuori.
È al telefono con Dan e gli sta spiegando che sarà fuori città per un paio di giorni perché deve sbrigare alcune faccende. Si accorge della mia presenza e mi saluta con la mano. Indossa un costume e un cappello a falda larga. Avrà passato il pomeriggio a prendere il sole. Rido.
«Kate, come stai?» domanda dopo aver chiuso con Dan.
«Molto meglio.»
Va verso un tavolo del giardino e riempie un calice con del vino rosso e me lo porge.
«Quale miglior risveglio?» sorride ed io  con lei.
«Come va con Dan?» le chiedo mentre porto il calice alle labbra.
«Benissimo! Mi sta dimostrando tanto e immagina che mi ha anche detto di volermi presentare a sua mamma!» racconta felice.
«Oh davvero? Quanto sono contenta per voi!» le dico. Ma poi penso a Bryan...
Chissà cosa starà facendo in questo momento. Si sarà arreso a cercarmi?
Vabbè, meglio non pensarci.

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