47. La verità

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I ragazzi si alzano di scatto e si affacciano alla finestra. Il box é aperto.

«Voi restate qui!» dice George mentre si affretta a scendere con la torcia e una mazza da baseball. Bryan e Dan lo seguono.

Noi ci mettiamo dietro la finestra aperta a sbirciare.

«Ragazze, io ho tanta paura!» esclama Serena. Jenna continua a lamentarsi insinuando che se solo li prendesse li pesterebbe a sangue. Io invece rimango in silenzio e spero che non succeda nulla ai ragazzi.

Una chiamata al mio cellulare ci fa sobbalzare! È Johanna. Tolgo la suoneria e rispondo a bassa voce ma non riesce a sentirmi perché alla festa c'è musica alta. Così chiudo la chiamata e le mando un messaggio dicendole di star tranquilla e che non torneremo alla festa e che lei può tranquillamente dormire da Paul, lo ha avvisato Bryan.

Ecco i ragazzi che son scesi, ora li vediamo che si avvicinano senza al box in modalità difensiva senza far rumore. L'ansia sale.

George si appresta ad entrare e dice: «Chi va là?!» e poi continua «Uscite fuori!» puntando la torcia all'interno. Ma nello stesso momento un cane abbaia ringhiando!

«È solo un cane!» esclama Dan.
Ma poi sento Bryan dire: «Lo sapevo! Figlio di puttana! Esci fuori!»

«Li hanno trovati????» domanda Jenna.

«L'hanno trovato!» rispondiamo io e Serena guardandoci e capendo di aver intuito la stessa cosa!

«È Ron! È qui!» dice Serena felice battendo le mani.

Ma io ho dei sospetti su di lui... non abbiamo inteso la stessa cosa.

Dan esce dal box con le mani al colletto della camicia a quadri di Ron che traballa con le gambe e scaccia fuori una bottiglia di whisky.

«Ecco il colpevole!» urla Bryan guardandoci e puntandolo.

«Il colpevole?!??» chiede Jenna sgranando gli occhi.

«Lo immaginavo!» mi copro gli occhi e vado a sedermi sul letto con la testa china.

«Immaginavi cosa??? Cos'è questa storia Kate???» mi domanda Serena stando in piedi a braccia conserte davanti a me.

«Io lo sapevo!!! Lo sapevo! Quando stamattina sono andata via da qui con Bryan, - le ragazze mi ascoltano attentamente - credo di aver dimenticato la porta aperta... sono entrata una seconda volta perché avevo dimenticato una cosa dentro. Quando stavo uscendo, ho visto Ron parlare con Bryan. Credo che Bryan si sia accorto del corteggiamento di Ron nei miei confronti e lo abbia allontanato dicendo come stanno le cose tra noi. Poi, poi... poi immagino sia entrato ad ubriacarsi dando vita a tutto questo macello!» racconto.

Serena e Jenna rimangono in silenzio elaborando le mie parole nella testa.

«Quindi vuoi dire che ha fatto lui quei disegni inquietanti sul tavolo?» chiede Jenna.

«Be, a questo punto credo di sì!» le rispondo dispiaciuta.

«Merda... la storia si ripete...» dice ad un tratto Serena.

«Cioè???» le domando.

Serena dà un sospiro e poi dice: «Ron ha avuto dei momenti di instabilità mentale in passato. Una volta lo accusarono di stupro mentre era ubriaco. Ma io non ho mai creduto a questa storia. È stato in cura da uno psichiatra per un lungo anno. Ora... credo invece che sia vera quella storia...» guarda per terra con aria infelice.

«Oh cazzo! Mi dai i brividi!» dice Jenna.

Io sono così triste in questo momento... ora sarà di nuovo nei guai... infondo non ci ha fatto del male, ci ha solo spaventati. Però, ormai, la polizia è stata messa in mezzo e non sarà facile uscirne.

Neanche il tempo di fare questo ragionamento che... la sirena della polizia rimbomba nel silenzio della notte. Qualcuno l'avrà chiamata.

Bryan entra in stanza di corsa e viene verso di me: «È finita piccola. Ora possiamo star tranquilli!» mi abbraccia, ma io sono terribilmente provata e non me la sento di ricambiare l'abbraccio.

«Cosa c'è Kate?» mi domanda preoccupato.

«Ora passerà i guai, vero?» gli domando guardando per terra.

Bryan si siede accanto a me e dice: «Certo che si! È un pazzo che bisogna curare Kate!»

Lo guardo con disprezzo per la sua freddezza.
«Non puoi parlare in questo modo Bryan! Lui ha già avuto problemi in passato... è una persona fragile che non bisogna allontanare! Ha bisogno di un sostegno psicologico, ma non di essere trattato male!»

Le ragazze escono dalla stanza lasciandoci soli.

«Quali problemi Kate?! E comunque sia, ti chiedo scusa per le parole che ho usato ma, è solo la verità! Quel ragazzo ha bisogno di aiuto ed io volevo solo rassicurarti che ora potremo star sereni e non avere paura di nessuno !»

«Okay...» rispondo.

George entra in stanza dicendo: «La polizia lo sta portando in questura. Ora chiameranno i genitori e tutto si sistemerà! Possiamo andar via se vi va.»

«Si, preferisco andar a casa. Scendiamo subito» rispondo.

Bryan ha lasciato tutti alle proprie case ed ora sta accompagnando me. Non me la sento di rimanere a dormire da lui, ho bisogno di starmene da sola nel mio letto... ho la testa che mi scoppia.

Una volta nel letto, penso a tutto quel che è successo questa sera, sono esausta! Vorrei scrivere un messaggio a Johanna ma non voglio disturbarla... lo farò domani.

Pur essendo stanca, non riesco ad addormentarmi. Bryan mi ha fatto arrabbiare e la sua non insistenza nel dormire da lui stanotte, devo ammettere che mi ha dato un po' fastidio! Credo voglia lasciarmi spazio, come è giusto che sia...

Gli occhi si stanno facendo pesanti... e... mi sto per addorm.....

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