IO E TE

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Quella sera dopo aver parlato con Janette non riuscivo a dormire e quando ho preso sonno ho fatto un incubo.

Ho sognato che Adam era in ospedale perché aveva fatto un incidente con l auto e fosse in coma.

Mi sono svegliata di colpo urlando.

Credo di aver svegliati tutti  .... Adam e corso subito da me e quando l ho visto mi sono tranquillizzata subito.

Morena arrivò subito preoccupatissima e mi abbracciò mentre Adam cercava di tranquillizzarmi.

Rimasero a dormire con me Adam portò un materassino e dormi per terra mentre Morena dormì con me cercando di tranquillizzarmi.

Mi addormentai subito e per fortuna gli incibi scomparvero del tutto.

***
Mi svegliai con la strana sensazione che qualcuno stesse vicino a me.

Appena aprì gli occhi notai subito come la mia mano era tenuta stretta da un'altra e come essa stesse andando a fuoco per un semplice contatto.

I miei occhi captarono subito due occhi blu profondo e ci annegai dentro.

In quel momento tutto il mondo sembra esser stato spento, e c'eravamo solo noi.
Adam ed io.

Avevo lo strano bisogno di baciare le sue labbra e quando lui fissò le mie quello fù sufficiente per starmi perdere la cognizione.

Non so se sono stata io o è stato lui a connettere le nostre labbra, so solo che mi sentivo su una nuvola mentre provavo le sue soffici e morbide labbra.

Ci staccammo per colpa della porta che si aprì e una Morena abbastanza confusa e felice, fece capolino nella stanza.

Adam si allontanato e molto velocemente uscì dalla stanza stanza.

Morena si fiondò sul mio letto, occhi pieni di curiosità mentre mi guardava con un sorriso da ebete sul viso.

Gli inviai una di quelle occhiate da 'non parlare o muori' e lei alzò le mani in difesa.

《Ora sei mia cognata!》urlò e scappò dalla mia camera prima che il cuscino che avevo afferrato per colpirla la potesse prendere.

Rimasi ferma nel mezzo della stanza.

Toccandomi le labbra e assaporando nei ricordi ancora la sensazione di quel bacio.

Scossi la testa per impedire ai ricordi di riaffiorare e poi iniziai a vestirmi.

Mezz'ora dopo ero già seduta sul bordo delle scale aspettando che i ragazzi fossero pronti.

Adam fu il primo.

La tensione era quasi palpabile tra di noi.

Prima che potesse proferire parola lo precedetti.

《Adam mi dispiace così tanto per prima》dissi.

Lui mi guardò mentre un barlume di delusione e di tristezza illuminò i suoi occhi.

《Non ti preoccupare,  amici come prima? 》 lo abbracciai in risposta e quello fù tutto ciò che riuscì a dargli.

Mi prese la mano fino a quando non arrivò Morena e con colpo di tosse finto ci fece saltare in aria dallo spavento.

《 allora piccioncini andiamo 》 esclamò e io ridendo nervosamente la seguì.

La scuola come il solito era piena di studenti che camminavano annoiati lungo i corridoi, e non sapevo cosa mi desse più fastidio.
Il fatto che Adam mi salutò solo con un cenno della testa, o il fatto che Janette mi corse incontro facendomi quasi cadere la pila di libri che avevo in mano.

《Sì chiama Luke Martin, fa il giocatore di basket in una squadra di New York, ed è venuto proprio da lì, è odioso ma estremamente sexy da far paura,  e poi i suoi sono divorziati, ma lui è felice lo stesso》rimasi confusa dalla quantità di informazioni che aveva ottenuto.

《A quanto pare sei diventata una piccola stalker,  oppure ti interessa parecchio il ragazzo nuovo e sexy?》la presi in giro per poi scoppiare a ridere appena le sue guance presero un colore rosso accesso.

Quando l'ora di filosofia terminò ero una bolla di nervi mentre pensavo alla prossima. Chimica.

E come se non bastasse ero anche la vicina di baco di Adam.

Appena entrai in classe sentì i suoi occhi bruciare sulla mia pelle ma non ci diedi peso e non captai per niente il suo sguardo curioso.

La mia gamba non la piantava di andare su e giù dal nervosismo, mentre contavo i secondi alla fine dell'ora.

Quando la campanella suonò un respiro di sollievo scappò dalle mie labbra, presi i libri e corsi fuori sembrano flash il ritorno.

La mia calma finì appena sentì dei passi dietro di me, non c'era bisogno che mi girassi per capire chi fosse così accellerai il passo ma servì a ben poco.

Lui era più veloce.

《È inutile che mi eviti,  la cazzata di essere amici non funziona con noi》disse alle mie spalle.

Le sue parole erano vere, ma la paura di essere ferita un altra volta consumava le mie vene.

《Non posso》e così dicendo corsi via mentre le lacrime riaffiorarono dai miei occhi azzurri.

Corsi fino a quando la pioggia forte inziò a battere sull'asfalto.

Corsi sotto un albero mentre paura,  tristezza e vari sentimenti non positivi mi consumavano dentro.

Avevo bisogno della persona che avevo, prima,  respinto.

E il solo pensarlo, non mi aiutava.

Affatto.

Corretto

27/08/2015

IL PEGGIOR RAGAZZO D'AMAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora