Quando Morena pronunciò quelle parole rimasi pietra contro il letto.
Era impossibile che fosse successo, era davvero impossibile.
Non ho mai creduto all amore a prima vista, ma non potevo negare che anch'io avevo sentito qualcosa, anch'io avevo iniziato un gioco che non capivo.
《Di chi parli?》feci finta di non capire e lei mi guardò come se avessi due teste al posto di una.
《Parlo di te,ti guarda come se fossi adorazione per i suoi occhi》disse sorridendo.
《È impossibile》mi difesi.
Sapevo che però una piccola parte di me desiderava il contrario.
《Sì è possibile, comunque adesso però devo andare, ti chiamo dopo per sapere come stai》disse, mi sorrise per poi uscire dalla stanza e lasciarmi da sola con i miei pensieri.
Avevo male alla testa per tanto pensare e la caviglia mi faceva male.
Adam mi aveva salvato ma prima di quello credo di aver preso una storta e mi fa alquanto male.
Decisi di non pensarci per vedere se almeno così passava in po.
Andai a farmi una doccia calda che durò massimo 15 minuti nei quali non feci altro che ripensare alle parole di Morena.
Si ripetevano costantemente nella mia mente.
Era impossibile non pensarci.
Quando uscì dal bagno il mio telefono prese a vibrare e corsi a prenderlo pensando fosse qualcuno di importante.
Lessi il nome di Samuel sul display e lanciai il telefono sul letto.
Mi sdraio aspettando che Morena mi chiami solo per raccontargli questo.
Un bussare alla porta mi disturba dalla trance di dormi veglia che avevo preso e quando dico avanti, mi pento subito.
Mio padre è sulla soglia della porta mentre mi guarda preoccupato.
Grande attore.
Se vincesse l oscar gli farei i complimenti.
《Che vuoi?》sbotto irritata senza incontrare mai il suo sguardo
Sì siede ai piedi del letto, apre la bocca alcune volte ma da essa non esce alcun suono.
Non mi è mai piaciuto il silenzio.
Il silenzio ti dà tempo per pensare, magari cose belle e cose brutte.
Non mi piace pensare.
Non mi piace il silenzio perché ti fa pensare.
《Papà se devi dirmi qualcosa fallo subito》dico e lui mi guarda come se fosse stupito dalle mie parole.
Cosa si aspettava?
Che gli avrei servito il perdono su un piatto d argento?
Se lo scorda.
《Volevo sapere cos hai》dice infine.
Mi scappa una mezza risata e quando lo guardo confuso capisco che è serio.
《Non ho niente, ora per favore esci dalla mia stanza》sono scortese lo so, ma non riesco a stare nella stessa stanza con lui.
È come se mi desse rabbia solo guardarlo.
Fa per parlare ma lo interrompo indicandogli la porta alle sue spalle.
Sbuffa prima di sbattere la porta alle sue spalle senza insistere.
Da una parte ne sono felice, ma dall altra c'è sempre una parte di me che desidera avere un rapporto padre figlia.
Ma in fondo è questo quello che hanno scelto per me, e questo mi tengo.
Vengo presa dai miei pensieri dalla suoneria del telefono.
Sono felice di leggere il nome di Morena sopra, almeno so che di qualcuno mi posso fidare.
- Ciao futura cognata.
-Non sarò tua cognata.
La smentisco e sento la sua risata dall altra parte del telefono.
- O si che lo sarai.
- No, che te ...
Non mi lascia il tempo di finire che mi interrompe.- O mi sono dimenticata di dirti che Adam sta venendo da te per vedere come stai, è solo una scusa per vederti, ma tu fa finta di crederci.
Mi lascia spiazzata mentre mi alzo dal letto come scatto.-Cosa?
- Quello che hai sentito, ora vado che devo studiare, ciao cognatina.E attacca il telefono.
Butto il telefono contro il letto e inizio a camminare avanti e indietro nella camera da letto.
Non è possibile che Adam venga a casa mia.
Cosa vuole?
Il bussare alla porta mi fa saltare dallo spavento mentre corro sotto le coperte per nascondere il mio goffo pigiama.
Maledetta sia io per aver messo il pigiama da depressione proprio oggi.
《Avanti》la voce esce in un sussurro ma quando la porta viene aperta capisco che sono riuscita a farmi sentire.
Adam chiude la porta alle sue spalle e rimane fermo goffamente davanti a me.
《Hey come stai? 》chiede, le mani in tasca mentre si muove a disagio sui talloni.
《Bene grazie, la caviglia fa un ancora un po male, ma io sto bene》dico in imbarazzo mentre lui con un cenno del capo indica la sedia chiedendomi il permesso per sedersi.
Annuisco e lui la raggiunge in pochi passi.《Volevo solo dirti di non farci caso a Lucrezia lei è gelosa di tutte le belle ragazze, intendo quelle più belle di lei》si ferma appena si rende conto di ciò che sta dicendo.
Le sue guance si tingono di un rosso adorabile mentre io ridacchio sotto voce.
Lui mi guarda per poi sorridere.
Il mio cuore inizia ad accelerare i battiti ma cerco di calmarmi.
Ho promesso che non mi innamorerò più, per non soffrire, per proteggermi.
《Adam parlami un po di te》dico trovando il coraggio.
Lui mi guarda confuso per poi sorridere.
《Più avanti, ora devo andare è stato un piacere rivederti, e ci vediamo domani giusto?》si alza e mi guarda pieno di speranza.
《Giusto》sorrido.
Si piega sulle ginocchia e si avvicina al mio viso.
Poggia le sue labbra sulla mia guancia e mi sento andare a fuoco solo per quel minimo contatto.
《Ci vediamo》sussurra prima di uscire scelto dalla camera.
Sbuffo con il cuore che batte all impazzata e mi stendo sotto le coperte.
《Non un altra volta》piagnucolo per poi addormentarmi e risognare due occhi blu.
***
Ho già detto che odio la sveglia, soprattutto quando a svegliarmi è la suoneria del telefono.
È una cosa che detesto e più se sono ci cattivo umore, come oggi.
Sul display è illuminato il nome di Morena e prima di rispondere sbadiglio ancora mezza addormentata.
《Che succede?》chiedo e la sento starnutire.
《Sono malata, oggi non vado a scuola, ma stai tranquilla ti viene a prendere Adam》il pensiero di me e Adam da soli mi manda in euforia ma allo stesso tempo mi fa un senso di vuoto che non riesco a spiegare.
《Uhm..ehm ok》dico senza sapere cosa dire esattamente.
《Poi mi racconti, baci》attacco la chiamata nelle stesso momento che suona il campanello.
Buona fortuna a me.
Corretto
6/08/2015
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IL PEGGIOR RAGAZZO D'AMARE
Storie d'amoreLei Jasmine 18 anni un passato doloroso alle spalle ma un futuro roseo l attende... Lui Adam 19 anni il ragazzo più timido della scuola ma grazie a lei capisce il senso della parola amare ...