‣ Capitolo 4

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“Porca puttana i dettagli

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Porca puttana i dettagli. Un dettaglio è una cosa minuscola, ma cose di questa grandezza riescono a fare la differenza, una parola sola, uno sguardo, un frammento di un ricordo. Sono sempre cose così piccole a stravolgere tutto. A fare saltare in aria le logiche. A farti dire basta a farti dire fanculo, , ancora.”

- Charles Bukowski

Capitolo 4

La Bibbia.
Come ogni benedetta mattina, sono costretta a svegliarmi con la voce di mia zia Judith che legge la Bibbia.
Ma è mai possibile che una persona non sia capace di leggere sottovoce? Che bisogno c'è di farlo ad alta voce, o ancor peggio, di urlare?
Comincio a pensare che fino alla fine più che avvicinarmi alla religione otterrà l'effetto contrario.

Mi alzo dal letto e borbotto tra me e me, ancora assonnata sistemo le coperte e mi avvicino all'armadio per cercare qualcosa da indossare.
Dopo un paio di minuti opto per una t-shirt gialla e una salopette in jeans, abbinate ai miei soliti scarponcini neri.
Esco dalla mia stanza e raggiungo il bagno per terminare di prepararmi, quindi raccolgo i capelli in una coda alta, dopodiché scendo giù in cucina

-buongiorno- parlo attirando l'attenzione di mia zia e Hayden

-buongiorno- salutano entrambi

-caffè?- chiede il riccio come ogni mattina, io annuisco e dopo aver aspettato che la mia tazza sia piena la afferro ringraziandolo

-domenica mattina dovrete svegliarvi entro le nove- afferma mia zia Judith attirando la nostra attenzione

-ma non c'è lezione e Hayden non lavora, giusto?- domando rivolgendo uno sguardo a mio cugino, lui alza gli occhi al cielo e capisco che non mi aspetterà nulla di divertente

-giusto..- mormora passandosi una mano sul viso

-è proprio per questo che ne approfitterete per venire in chiesa con me- per poco non mi va di traverso il caffè alla sua affermazione

-i-in chiesa?- domando sgranando gli occhi

-sì, in chiesa- ripete con tono duro
-soprattutto tu Aurora, ne hai bisogno- ne ho bisogno? Che diavolo vuol dire? Mi fa sentire come se peccassi costantemente o come se fossi posseduta dal demonio

-ne ho bisogno?- la mia espressione confusa e oltraggiata, Hayden mi rivolge uno sguardo comprensivo mimando un "ignorala" con le labbra, io sospiro sonoramente e mi allontano dal tavolo senza attendere una risposta che, probabilmente, mi farebbe innervosire ancor di più
-sarà meglio andare- affermo rivolgendo uno sguardo a mio cugino, lui annuisce, quindi indosso la giacca, afferro il mio zaino, il libro che attualmente sto leggendo e finalmente usciamo di casa.

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